3L: Il nuovo " vecchio" Cademario

scritto da Riccardo Vassalli
                    

Di Riccardo Vassalli

A Spasso tra le molteplici realtà del calcio minore ticinese più precisamente in Terza Lega, osserviamo la casella delle sconfitte delle varie squadre che compongono il campionato; ci balza all’occhio subito lo 0 del Morbio, palese essendo la capolista a punteggio pieno. Scendendo ci accorgiamo che c’è anche un’altra squadra ad non essere stata ancora battuta, si tratta del Cademario guidato da Omar Balmelli. Attualmente i “Cavri” si trovano in terza posizione con 7 punti. La redazione di Chalcio.com ha voluto intervistare proprio il mister per scambiare due chiacchere sul campionato in generale e gli obbiettivi della sua squadra.

1. Mister, quali sono gli obiettivi prefissati per questa stagione?

“Gli obiettivi per la stagione 2015/2016 considerano due principali dimensioni. Da un lato la dimensione sportiva dove desideriamo ripetere il buon girone di ritorno disputato la scorsa primavera e migliorare il numero di punti durante l’autunno. Dall’altro la dimensione sociale dove, essendo una piccola associazione di paese, cerchiamo di far si che il gruppo di persone/giocatori possa consolidarsi e dare continuità nel tempo. Quest’anno festeggiamo il 90° compleanno dell’associazione, ci stiamo pertanto impegnando affinché la storia iniziata nel 1925 possa avere un futuro positivo anche nei prossimi anni.”

2. Qual è la tua favorita per la promozione?

“Dopo sole 4 giornate è difficile fare una previsione attendibile. Tenuto conto dell’esito dello scorso campionato e dei risultati fin qui ottenuti, credo che a Morbio ci siano motivazioni e mezzi per un campionato in testa alla classifica. Sia Rapid Lugano che Taverne possono contare su rose molto valide e saranno di sicuro avversari difficili per tutti. In ogni caso la squadra che si dimostrerà più costante nei risultati avrà la meglio.”
3. Sei alla guida da diversi anni, qual è l’elemento più importante per un allenatore per un rapporto duraturo?
“La stagione appena iniziata è la quarta che mi vede impegnato con l’AS Cademario. Si potrebbe rispondere che il rapporto duraturo lo garantiscono solo i risultati. In questa affermazione c’è del vero, credo che d’altra parte sia incompleta. Chi allena nel calcio minore, in particolare in terza lega, credo che debba saper trovare un giusto equilibrio tra l’aspetto sportivo e l’aspetto sociale. Un giocatore – soprattutto in un contesto come quello di Cademario – può tornare a casa dopo una partita o dopo un allenamento “sportivamente” arrabbiato o deluso, ma non socialmente. L’esperienza aggregativa e sociale è importante e deve essere conciliata con la necessità di raggiungere degli obiettivi sportivi. Affinché questo avvenga è necessario investire tempo ed energia per creare un clima di spogliatoio in cui le relazioni siano positive e dove ogni giocatore viene accolto e reso parte del gruppo. Anche il rapporto con la dirigenza deve implicare una cura delle relazioni utile a creare un clima di fiducia basato su ascolto, comunicazione e rispetto reciproco. Quando questi elementi si combinano tra loro con equilibrio, la probabilità di ottenere dei risultati è decisamente più alta”.

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