Alexandre Gonçalves: La storia di un portoghese giunto nel FC Claro

scritto da Redazione

whatsapp-image-2016-12-05-at-21-13-03-3Qualche giorno fa ci è arrivato in redazione un messaggio di Alexandre José, giocatore del FC Claro. Alexandre, ragazzo portoghese di 29 anni, ha deciso di condividere con noi la sua interessante storia calcistica e non solo.
Alexandre José Gonçalves dos Santos, come detto in precedenza, milita attualmente nel Claro ed è attivo in società anche nei panni di allenatore degli allievi D9; nella vita privata, invece, lavora come consulente finanziario preso la SwissLife Select.
Nel febbraio del 2014 Alexandre si è trasferito in Svizzera, lasciando in Portogallo una fantastica scuola calcio, ovvero la “AFD O PINGUINZINHO”. L’associazione portoghese è un team regionale che fa della formazione il proprio punto di forza: fornisce giocatori alle migliori squadre portoghesi e alle Nazionali giovanili. A titolo di  esempio, basti considerare che Daniela Santos (under 16 del Portogallo) e Bernardo Sousa (influente giocatore dello Sporting e capitano dell’ U17 portoghese) hanno iniziato a calciare il pallone tramite ques’associazione.
La passione del 29enne è tangibile: ci ha spiegato che per lui essere nel mondo della scuola calcio è uno stile di vita, da cui ogni giorno ricava nuove emozioni.

Alexandre, vero e proprio appassionato di calcio, quest’anno ha avuto la possibilità di iniziare ad allenare il Team Riviera a Claro. Ritiene che questa giovane squadra sia molto ben organizzata, e in essa rivede i fotogrammi della sua vecchia esperienza in Portogallo.
Oltre al ruolo nello staff tecnico nell’ambito del settore giovanile, il Claro ha iniziato a fargli vestire la maglia della prima squadra – militante nel gruppo 2 della Terza Lega – e Alexandre si è detto molto soddisfatto e grato per questa possibilità.

whatsapp-image-2016-12-05-at-21-13-03-2

Abbiamo domandato al 29enne che differenza ha trovato nel gioco in Svizzera, e “Alex” ci ha risposto così:
“Il gioco è mondiale, sempre più perfetto e sempre più studiato. Anche qua in Svizzera è sempre più difficile sorprendere gli avversari, però sappiamo pure che a questo livello tutto può succedere. Di differenze non ne ho trovate tante: l’unica cosa che ho notato subito è il livello di intensità. Penso che in Portogallo si giochi con molta più intensità, mentre qua si gioca un calcio più fisico.”

Riguardo invece alle differenze a livello di mentalità, Alexandre aggiunge:
“Sinceramente non mi piacere parlare di differenze, anche perché nel mio vecchio paese conoscevo tutti e parlavo con tutti, mentre qua non sono ancora riuscito a conoscere tutta la gente, dunque mi viene difficile parlare di differenze. In Svizzera è tutto un po’ più indipendente e le persone sono più “vere”. Ho stretto alcune amicizie e ne sono molto fiero, dato che qua le amicizie contano molto. La  mentalità è più aperta, stiamo parlando di una Svizzera che riceve tante culture di diverse nazioni e sappiamo anche che la percentuale di stranier è elevata, dunque qua si è più abituati a convivere con diverse etnie sociali. In Portogallo invece la mentalità è diversa: cambia il modo di interagire con le altre persone, infatti i portoghesi sono più chiusi in diversi campi.”

whatsapp-image-2016-12-05-at-21-13-03-1

Interessati dalle sue parole, gli abbiamo chiesto se, a suo modo di vedere, si può menzionare qualche differenza nel modo di allenare.
“Il modo di allenare non è molto diverso, come detto prima oggi il calcio sta diventando sempre più universale.  Ora come ora si possono facilmente trovare tutorial o allenamenti su internet, e questi strumenti sono famosi in tutto il mondo, non solo in Svizzera o in Portogallo. La cosa principale per un allenatore è capire cosa sia meglio per il ragazzo, e non per noi Mister. Sono gli allenatori che devono trovare tramite proprie ricerche quali siano gli esercizi giusti da fare. A dipendenza dei ragazzi che hai devi sempre sapere come farli crescere in modo corretto e soprattutto bisogna anche riuscire ad educarli.”

whatsapp-image-2016-12-05-at-21-13-03

Come ultima domanda abbiamo chiesto ad Alexandre di confrontare gli stili di vita con cui ha avuto contatto.
“La differenza principale che ho trovato qua è che i cittadini svizzeri si godono molto di più la vita. I confederati non vivono solo per il lavoro, mentre in Portogallo per colpa della crisi è così. Qui c’è una cultura diversa: la gente esce di casa, con gli amici si va a fare aperitivo, ci si trova per andare a vedere la partita al bar, ecc. Anche in Portogallo si fanno queste cose, però molto di meno e in modo più riservato. La Svizzera è un paese più organizzato, con leggi ben definite e con quasi tutti che le rispettano, mentre in Portogallo purtroppo c’è un crisi che sta facendo del male al Paese. Mi auguro che al più presto possibile la mia nazione possa tornare ad essere una nazione felice come lo era prima. Invito tutti quanti a trascorrere del tempo in Portogallo, perché è davvero una bella nazione. Concludendo, ci tengo a dire che mi sento orgoglioso ad essere portoghese, ma soprattutto sono molto grato ai cittadini svizzeri e ticinesi per avermi accolto qui a braccia aperte.”

Alexandre, al termine della chiacchierata, ha voluto ringraziare la redazione di CHalcio.com per avergli dato l’opportunità di raccontare la sua storia e ci augura di continuare a lavorare con passione. A noi non resta che rivolgergli gli stessi auguri: a livello personale, a livello di Terza Lega e per quanto concerne il suo impegno come allenatore degli allievi D9.