Ascona, Sorrentino scioglie il dubbio: “Resto qui!”

scritto da Simone Morandi

Giravano molte voci sul suo conto, e, d’altronde, era inevitabile, perchè i numeri parlano chiaro: 19 gol in 35 presenze, numeri da bomber con la B maiuscola. Ma oltre ad essere un grande attaccante, Ivano Sorrentino è anche un uomo di parola, e ha deciso di tenere fede al suo contratto con l’Ascona, come ci spiega in questa intervista esclusiva per Chalcio.com.

Allora Ivano, partiamo dall’inizio: cosa hai deciso per il tuo futuro immediato?
Dopo aver avuto diversi contatti, sia in Svizzera, con squadre di seconda interregionale , sia con alcune squadre di categoria superiore svizzere e italiane, pur ovviamente lusingato da tutte queste attenzioni, ho deciso di confermare la mia disponibilità all’Ascona.

Sicuramente questa notizia farà felici i tifosi biancoblù, in vista di un girone di ritorno che si preannuncia molto impegnativo..a questo proposito, come valuti il vostro girone d’andata? E in quale posizione pensi arriverete alla fine?
Le difficoltà avute nel girone d’andata sono derivate da una squadra completamente rivoluzionata e molto ringiovanita rispetto a quella della passata stagione. Il campionato è praticamente lo stesso dell’anno scorso, anche se nel girone di ritorno cambiano tante cose essendo stati fermi per parecchio tempo per la pausa invernale ; in più, con l’apertura del mercato, si riparte tutti da zero e sarà sicuramente più dura, sperando di migliorare il trend del girone d’andata e con la speranza, a livello personale, di poter realizzare più segnature, dato che con il cambio del mister non ho ancora segnato.

A questo proposito, i tuoi 4 gol sono stati siglati tutti sotto la precedente gestione.
Per quanto riguarda il fatto di non aver ancora segnato con mister Agostino, posso dire che per gli attaccanti rientra nella normalità avere dei momenti dove la palla non vuole entrare, in più, con il cambio dell’allenatore, si sono modificati alcuni movimenti e quindi sta a noi memorizzare i nuovi meccanismi che vuole il mister.

Come ci hai detto, sono molte le squadre interessate a te. Per ora hai legato il tuo presente all’Ascona, ma per il futuro? Pensi di tornare a giocarti una possibilità in Italia, magari già da giugno?
Per il mio futuro purtroppo nessuno ha la sfera magica… Ma è normale visto il progetto che ho sposato con l’Ascona vedermi in un futuro prossimo a strisce bianco/blu…!

Chiudiamo con una CHuriosità: forse alcuni dei nostri lettori non lo sanno, ma tuo fratello Stefano gioca ormai da parecchi anni in seria A – attualmente nel Chievo Verona – come portiere: c’è qualche aneddoto che vuoi raccontarci sul vostro rapporto?

Per quanto riguarda un aneddoto con mio fratello, posso raccontarti che, quando eravamo piccoli, io facevo il portiere mentre lui l’attaccante. Io perché avevo come idolo mio papà anch’egli portiere di Serie A negli anni 80/90 con Catania, Cagliari e Bologna mentre per mio fratello il suo idolo era Maradona. All’età di 8 anni mio fratello giocava nei pulcini del Bologna come attaccante ma terminati i suoi allenamenti si metteva sempre in porta a giocare con i compagni di squadra di nostro papà. Un giorno, durante un torneo, in mancanza del portiere della sua squadra gli fu chiesto di andare tra i pali e lui accettò: risultato? Vinse il trofeo per il miglior portiere. Così, da quel momento, non è mai più uscito dai pali di una porta, arrivando dov’è ora con 15 anni di militanza in società di Serie A.


Io invece all’età di 6 anni iniziai i miei primi calci alla Juventus, dove mi misero fin da subito a fare l’attaccante vedendo in me grandissime potenzialità; così ho iniziato la mia carriera da professionista in molte società italiane, seppur penalizzato da gravi infortuni che hanno limitato sicuramente la mia carriera, ma rimarrà comunque nei miei ricordi la bella esperienza avuta a 18 anni, quando feci parte della rosa della 1a squadra della Juventus allenata da Marcello Lippi e fui convocato, anche se solo per la panchina, in una partita di Champions League a Kiev contro la Dinamo: fu una grandissima emozione essere al fianco di giocatori come Davids, Conte, Buffon ecc ecc…

E anche se la maglia che indossa ora ha dei colori diversi, e i compagni hanno nomi meno famosi, la voglia di gonfiare la rete è rimasta sempre la stessa: perché l’istinto di un vero Bomber non muore mai.

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