BCL: il Servette ha chiuso un 2017 di enormi rimpianti.

scritto da Davide Perego

Non si può considerare negativo il bilancio dei ginevrini che tutta via appaiono evidentemente penalizzati in classifica dall’enorme vuoto che li separa dalla capolista Neuchatel Xamax.

Diverse le motivazioni alle quali attribuire il gap con una delle rivali di sempre: certo, pesano i sei punti persi nei confronti diretti dopo aver dominato due terzi dei 180 minuti. Due partite molto simili nel loro sviluppo, per quanto quella della Praille condizionata da una incredibile serie di errori della terna senza i quali si sarebbe visto tutto un altro incontro ed oggettivamente un risultato diverso. Nel bilancio della prima fase dei Grenats anche l’eliminazione in Coppa Svizzera: anche in questa circostanza, il Servette ha dimostrato superiorità nei confronti del Lucerna pagando a caro prezzo una ripartenza ed in maggior misura un ennesimo grave errore arbitrale, di quelli ai quali difficile attribuire matrice differente da quella della malafede.

Si dovrà ora riflettere partendo da alcune considerazioni che prima di tutto riguardano la vulnerabilità del reparto difensivo centrale e successivamente la possibilità (economica) di dare sostanza alla qualità dell’attacco con un elemento capace di fare goal in una proporzione migliore di quanto saputo fare sino ad oggi nel rapporto occasioni/reti.

Dopo la disgraziata gestione che ha visto il Servette scivolare in 1^ Promotion – campionato poi vinto in concomitanza con la rinuncia a salire del Cham – la ricostruzione è stata graduale e bilanciata dalle necessità di non fare passi più lunghi delle gambe.

A Ginevra si è ragionato nell’ottica di preservare un patrimonio di inestimabile valore storico con la realtà di un quotidiano che oggi – come in altre zone della Svizzera – non sembra molto interessante all’interno di un tessuto sociale che sembra guardare altrove.

Il SFC ha costruito una buona squadra. La formula della Challenge League – specie dopo la bocciatura delle società di voler riproporre il barrage promozione/relegazione – non consente però improvvisazioni. Si era intuito nella politica di gestione dei contratti che lo Xamax avrebbe puntato tutto su questa stagione 2017-2018 per far ritorno in Super League.

I neocastellani hanno ben distribuito le risorse a disposizione puntando tutto sulla conferma di uomini imprescindibili, dando fiducia ad un parco ragazzi di grande interesse e confermando un valore sempre più raro da trovare nel mondo del calcio che è quello legato alla “riconoscenza del merito”. Ecco che i vari Walthert, Djuric, Tréand, Doudin, Sejmenovic, Nuzzolo…elementi di grande esperienza, hanno avuto chi più chi meno ancora un contratto da onorare grazie ai risultati: rapporti di lavoro a provvigione legati alla riconferma in caso di convincente prestazione.

A Ginevra, senza far troppo il giro del mondo, si è data troppa fiducia ad elementi che già avevano dimostrato di essere “arrivati” e (purtroppo) la partenza di Jean-Pierre Nsame non è stata compensata pur ringraziando infinitamente l’apporto dato da due grandi professionisti quali Alphonse e Vitkieviez.

Sarà ora molto importante continuare un lavoro di grande umiltà e votato al domani. Giusto ipotizzare che anche lo Xamax possa attraversare la propria crisi, ma come motivazione non può bastare per costruire un futuro che rischia di essere penalizzato da un campionato che alla pausa risulta così poco equilibrato. Guardare avanti significa programmare anche grazie all’ottimo lavoro dell’Accademia e continuare nel gran lavoro mediatico che pochi clubs professionistici possono oggi vantarsi di avere.

Il domani sarà legato a scelte sottili, ma di grande importanza.

Il recupero dell’ultima gara della prima fase – quello della partita che avrebbe dovuto giocarsi domenica scorsa alla Niedermatten di Wohlen – è stato ipotizzato prima dell’inizio della seconda fase.

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