Bottani-Wil, una sfida da non perdere

scritto da Redazione

bottaniIl treno è passato: dopo una trattativa durata diverse settimane, Mattia Bottani ha deciso di cedere alla corte del Wil, nonostante l’interesse di squadre ben più blasonate. Difficile, ma nemmeno troppo, individuare le motivazioni della sua scelta. Punto primo: qualcosa nel suo rapporto con Renzetti, dopo le pesanti dichiarazioni del presidente nei suoi confronti, si era indubbiamente rotto. Punto secondo: l’offerta economica presentatagli dal Wil non era di poco conto, anzi, era nettamente superiore a quanto il giocatore percepiva a Lugano. Punto terzo: Bottani, a Cornaredo, era il centro di tutto. Troppe le pressioni e le responsabilità sulle sue spalle. Soprattutto per un tipo come lui: timido, pacato e tranquillo. Forse troppo.

Ed è così che l’asso ticinese ha scelto di fare un balzo indietro. Perché, appunto, di un notevole passo a ritroso si tratta. Vero, il Wil è società ricca e ambiziosa, che punta alla Super League nell’immediato futuro, ma i proprietari turchi hanno già fallito una volta (la scorsa stagione), e la loro pazienza, considerando che l’avversario numero uno di quest’anno si chiama Zurigo, potrebbe finire in un amen. Potrebbe, infatti, ma siamo per metà ottimisti e allora diciamo che il Wil continuerà ad essere un club dai molti sogni non avverati: resterà coi capitali turchi in Challenge League. E a quel punto, che ne sarà di Bottani, 25 anni, attualmente nel pieno della sua carriera? Improbabile che tra quattro stagioni – ammesso e concesso che il contratto venga rispettato – l’esterno possa avere su di sé gli occhi dei top club di Super League come quest’anno. Forse, ma solo forse, vista l’età ormai avanzata in cui si troverà, solo quelli delle cosiddette piccole. Praticamente impensabile, dunque, che la sua carriera spicchi definitivamente il volo a quasi 30 anni. E questo, aggiungiamo noi, è un peccato.

Ed allora, auguriamo a Bottani di mettersi in mostra (di nuovo) sui campi di Challenge League e di raggiungere (di nuovo) la Super League. Ci piace pensare che senza lui tutto ciò sarebbe dovuto toccare proprio al suo Lugano. E, poi, c’è un treno da recuperare e una carriera da lanciare definitivamente. In fondo, non è mai troppo tardi.

1 commento

Natale
Natale 4 Agosto 2016 - 8:23

Natale.
Noi in Ticino siamo dei fuoriclasse tanto per restare in tema calcistico, essendo una terra di frontiera ci siamo sempre e ci inventeremo sempre dei stratagemmi unici e funzionali atti a garantirci quell`inventiva che ci accompagna per vivere, siamo terra di grandi talenti, perchè noi Ticinesi non ci accontentiamo mai, abbiamo preso il meglio da ogni cultura, poi la elaboriamo a nostro piacimento e volere.
Calcisticamente abbiamo tutto per sfornare e ne sforniamo giovani Bottani, ma il volerlo fare un campione a tutti i costi ce ne passa e ci vogliono i fatti, che sia un bravo giocatore questo non si discute, mi viene alla mente un paragone che può calzare, tutti noi conosciamo che tra le altre cose si ê trasferito da noi in Svizzera a vivere da tempo, il pilota di moto Dani Pedrosa, ottimo pilota, vincitore di tante battaglie (corse), ma non ha mai vinto un titolo, vuoi per la sfortuna, vuoi per il fiorire di altri campioni, di Bottani a Lugano nei anni passati ne hanno sfornato alcuni, quello che ha avuto più successo ultimamente è stato un certo Gavranovic, che ha vestito anche la maglia della nazionale, invece un giocatore a mio modo di vedere più talentuoso e bravo di Bottani, mai trattato come tale, mai fatto sbocciare è stato ed è un certo Elia, che è pure transitato da Mendrisio in prima lega, ed ora gioca nel Bellinzona, diversi destini, diverse carriere, in Ticino si vuole monetizzare a tutti i costi, ci siamo inventati (poi mica tanto) la formula dei prestiti, abbiamo tutto a prestito!, la macchina, la casa, la cuccia del cane, la moglie, ecc, ecc, ora appunto i giocatori, si è senza soldi e si vuole fare il Berlusca del Ceresio?, non ci sono problemi, ci sono i prestiti!, l`importante è essere ancorati alla massima categoria, si vanno a prendere giocatori dai nomi impossibili, e si fa attenzione di mantenere almeno qualche nome nostrano (Tosetti, Sulmoni), il resto tutto in prestito, tutto importato, e la nuova generazione di giocatori che stanno nascendo come la mettiamo?, devono stare tranquilli, verrà il loro momento di far risalire la squadra dalle ceneri, per poi far posto ai giocatori stranieri in prestito.
Mi viene alla mente in una trasmissione televisiva il Presidente Renzetti quando rispondeva seccato un pò di tempo fa alle domande sul possibile Team Ticino che si voleva far nascere, rispondeva in questo modo: mancano i progetti, ecco il suo sono fare i prestiti, qui qualcuno non ha ancora capito che il calcio Ticinese si è ancorato da tempo alla finanza, con stratagemmi complicati elaborati e tortuosi per far affluire capitali esteri nelle banche Ticinesi, ecco le Banche, ecco la piazza finanziaria, ecco la genialità l`inventiva, il calcio? passa in secondo piano.
Natale.

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