EL: Lugano dalle due facce, l’FCSB ne approfitta

scritto da Claudio Paronitti

Dopo un primo tempo eccezionale e a rasentare la perfezione, il Lugano torna in campo con un atteggiamento passivo, sbaglia troppo e permette all’FCSB di ribaltare il risultato e di imporsi per 2-1 nella seconda giornata del Gruppo G di UEFA Europa League

Schierati in campo con il classico modulo zemaniano, il 4-3-3, nei primi quarantacinque minuti di gioco i bianconeri surclassano in tutto e per tutto i loro avversari. Pressing asfissiante, fraseggi dei bei tempi, conclusioni verso lo specchio: questo è il Lugano che tutti si aspettano sempre. Ma che, per ovvie ragioni, non sempre è possibile ammirare. Stasera, è però il caso. Una squadra concentrata fin dalle prime battute che si rende pericolosa già dopo cinque giri d’orologio con un’incornata di Daprelà su corner di Mariani finita a lato di un nulla. È il quattordicesimo il momento in cui si vede tutta la voglia dei ragazzi di dimostrare il loro valore. Gerndt, molto mobile sul fronte offensivo, recupera un pallone sulle trequarti, Mariani lancia in profondità Bottani (partito in posizione regolarissima). Il numero 10 riceve la sfera, entra in area e fa partire un potente sinistro sotto la traversa che non lascia scampo al portiere avversario. Il giusto premio per una squadra combattiva. Incassato il colpo, i rumeni non trovano alcuna via d’uscita per impensierire i padroni di casa, che continuano a macinare gioco. Da segnalare un secondo colpo di testa di Daprelà, che stavolta termina lontano dallo specchio. A dimostrazione del dominio sottocenerino, le folate sulla fascia di un rinato Crnigoj. Lo sloveno crossa rasoterra dalla destra per l’accorrente Bottani, che in scivolata non di arriva per una questione di centimetri. Il 40′ potrebbe essere il minuto del raddoppio. E, invece, l’urlo di gioia viene strozzato dal… palo! A conclusione di un’azione corale strepitosa, Bottani porge la sfera a Mariani: il destro a giro del fantasista elvetico viene toccato quel che basta dalla punta delle dita dell’estremo difensore rumeno e va a sbattere contro il legno della porta. Un primo tempo da incorniciare, grazie a un Lugano da fantascienza, a cui l’aria d’Europa sembra giovare parecchio.

Il ritorno in campo vede, nello spazio di sei minuti, due occasioni dell’FCSB, i quali nel corso della prima frazione di gioco non avevano creato grossi problemi a Da Costa, se non con un tiro smorzato da centro area su cui il portiere svizzero-portoghese ha risposto presente. Un errore di concentrazione di Sabbatini, che si lascia sfuggire la palla sotto la suola, permette ai rumeni di ripartire in velocità. Fortunatamente, il tiro di Gnohere termina alle stelle. Non però il successivo colpo di testa, sempre del numero 9. In questa occasione, l’estremo difensore bianconero effettua una vera e propria paratona, impedendo agli ospiti di pareggiare. Nulla può al 58′, quando un pasticcio di Mariani in ripartenza porta al gol rumeno con Budescu, già autore di una doppietta all’esordio contro i cechi del Viktoria Plzen. Un punto che era nell’aria, in quanto il Lugano di questa seconda parte pare rimasto con la testa negli spogliatoi, mentre l’FCSB è ritornata sul prato verde con un piglio decisamente diverso rispetto all’inizio dell’incontro. Il pareggio dà la scossa (o almeno sembra) agli uomini di mister Tami, i quali si ritrovano a un passo dal tornare in vantaggio: Bottani si fa ipnotizzare a tu per tu con Nita Florin, che respinge. È un fuoco di paglia, purtroppo. I rumeni capovolgono a loro favore il risultato con un piatto sinistro di Junior Maranhão, che arriva con il timing giusto su cross di Benzar e supera un incolpevole Da Costa. Nella fattispecie, la retroguardia non fa assolutamente una figura memorabile. Questo secondo tempo, esclusivamente di marca rossoblù, conferma i limiti del Lugano attuale, ovvero quelli di non riuscire a tenere, oltre che mentalmente, anche fisicamente per l’intera durata di un incontro. I ragazzi bianconeri vengono surclassati dalla potenza della seconda forza del campionato rumeno ed escono sconfitti più che sul piano del risultato nudo e crudo, su quello del furore agonistico. Non che ciò non si sia (in parte) visto, ma a certi livelli occorre la costanza di rendimento, che su sponda ticinese stasera è venuta completamente a mancare dopo la pausa del thè di metà partita. Nemmeno gli inserimenti di Culina e Marzouk hanno avuto il pregio di ridare vigore a un undici apparso sfiduciato e al quale basta un’inezia per andare in ambasce. Ma questo non lo si scopre oggi.

Le tre partite date dal numero uno del club, Angelo Renzetti, al proprio allenatore non hanno portato alla reazione sperata. Nonostante un primo tempo eccellente, i bianconeri si sono squagliati come neve al sole. Un sole che è ben presto tramontato sopra la “Luzern Arena” e che dovrà giocoforza risorgere dalle parti di Cornaredo, dove la posizione del tecnico è, a questo punto, sempre più in bilico.

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