L’importanza degli Özil e dei Delgado

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Foto CHalcio.com

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La nebbia e il freddo pungente non hanno impedito alla gente di accorrere in massa al St. Jakob-Park, teatro della sfida tra Basilea e Arsenal.
Fuori dallo stadio c’era persino chi tentava di comprare in extremis un biglietto.

Un match di Champions League – l’ultimo per quest’anno per i renani – contro una squadra molto quotata. Il pubblico non si è goduto lo spettacolo solo per questi motivi. A dissipare la nebbia ci hanno pensato due Giocatori in particolare, per i quali la “g” maiuscola è giustificata: Mesut Özil e Matías Delgado.

Wenger ha schierato diverse seconde linee, ma non ha privato l’infreddolito pubblico del piacere di vedere all’opera elementi come Alexis Sánchez e Mesut Özil. Quest’ultimo, ormai conosciuto a livello internazionale per la sua classe, la sua tecnica sopraffina e il suo estro, ha illuminato a più riprese il St. Jakob-Park: pur senza apparente sforzo, pur mantenendo un ritmo basso (come tutti i suoi compagni di squadra), ha regalato alcune giocate da applausi, frutto di una capacità e di una consapevolezza nei propri mezzi quasi inedite.

Il Basilea è in evidente generale difficoltà, imputata dagli addetti ai lavori ad Urs Fischer. Anche ieri i renani non hanno proposto chiare trame di gioco e hanno dimostrato carenza di idee ben precise e hanno finito per affidarsi completamente alla spinta di Adama Traoré e alla classe cristallina di Matías Delgado. I suoi spunti sono acqua fresca nell’aridità del gioco basilese: la sua visione di gioco e la sua fantasia hanno avviato interessanti azioni offensive.

I due allenatori, tuttavia, hanno tolto le due “stelle” prima del triplice fischio finale: al 55esimo Delgado ha fatto spazio a Doumbia (poi andato a rete dopo una pregevole azione); al 74esimo Özil ha ceduto il suo posto a Walcott. Entrambi hanno ricevuto gli omaggi degli spettatori.

Per sconfinare in ambito tennistico,dicendo “Basilea” è immediato l’accostamento con Roger Federer, tennista le cui giocate hanno fatto innamorare (e si spera continuino a farlo) diverse generazioni di sportivi e non solo di amanti del tennis.
In un tennis e in un calcio in cui la prestanza fisica e la preparazione minuziosa degli incontri stanno prendendo il sopravvento, atleti estrosi come Federer, Özil e Delgado sono vero e proprio ossigeno per i bramosi polmoni di chi non attende altro che un colpo di genio, offerto solo da chi riesce a vedere ciò che gli altri non vedono, e a pensare a ciò che gli altri non pensano.