Lippmann: “Dobbiamo arrivare preparati senza se e senza ma”

scritto da Redazione

Foto Riva San Vitale

La 18esima giornata del Gruppo 1 di Quarta Lega sarà la classica sfida da sei punti per Insubrica e Riva San Vitale, rispettivamente seconda e terza della classe separate solo da un punto. Messo nel dimenticatoio l’importante successo contro il Comano, per il Riva di Stefano Lippmann non c’è tempo per accontentarsi. A pochi giorni dalla sfida di cartello di Quarta Lega, abbiamo scambiato due parole con il timoniere dei gialloblù.

Stefano, riconosci l’importanza del successo sul Comano?
Tre punti importanti, senza dubbio. Da un lato perché alla ripresa del campionato i risultati delle prime partite ‘indirizzano’ il resto della stagione. Dall’altro perché abbiamo giocato contro una diretta concorrente per i posti che contano.”

 La sfida con l’Insubrica potrebbe dare una svolta importantissima alla vostra stagione. È stimolante avere un calendario così intenso nelle prime partite?
Come dicevo prima, le prime partite del girone di ritorno fanno capire per cosa si potrà lottare, soprattutto quando vi sono più squadre a contendersi pochi posti. Un calendario ‘intenso’ nelle prime partite può, per certi versi, aiutare: nel senso che devi arrivare pronto e preparato, senza se e senza ma.”

A tuo parere, il calcio di Quarta Lega merita più considerazione ?
Il concetto di considerazione è molto ampio. Credo sia già considerato, almeno a livello di pubblico e – grazie ai social media e portali dedicati – anche in senso generale. Il seguito, da parte degli appassionati, c’è e lo si vede ogni fine settimana. A livello istituzionale, invece, talvolta qualche società del calcio minore può trovare alcune difficoltà. Ma questo, evidentemente, è un altro discorso.”

Essendo alla guida del club da sei anni e passa. Quali potrebbero essere tre aggettivi per qualificare il tuo club?
Aggettivi o meno direi che innanzitutto si tratta di una vera e propria famiglia. Ci si aiuta, dove possibile, anche per questioni che non riguardano strettamente il calcio giocato. Ognuno, con la sua professione e le proprie conoscenze e il carattere, contribuisce all’aiuto reciproco, dando così ‘benzina’ al gruppo che si è creato negli anni. Poi direi: professionale. A Riva si ride e si scherza tanto, ma quando c’è da rimboccarsi le maniche nessuno si tira mai indietro (tranne nella corsetta post partita del martedì…). Infine: accogliente. Beh, se è da più di otto anni (tra giocatore e allenatore) che mi trovo in questo club, un riconoscimento importante va dato all’accoglienza. In questo lasso di tempo sono cambiati tanti giocatori e diversi presidenti… ma siamo ancora qua a divertirci. La rosa è molto ampia, alcuni giocatori – per forza di cose – hanno poco spazio. Ma mai nessuno (o quasi), si è mai lamentato di questo al punto di trasferirsi in un’altra società. È dunque evidente che a Riva ci si trova bene.

Una ‘vita’ a Riva o il salto di qualità in una categoria maggiore?
Bella domanda. Un allenatore, a mio avviso, deve essere un po’ ambizioso. Ho 33 anni e alleno da 6, sono quindi ancora ‘giovane’. Ho ancora tempo per pensare a un eventuale ‘salto’. Il tutto, però, tenendo presente che la professione che svolgo (giornalista, ndr) non ha veri e propri orari d’ufficio e si lavora pure di domenica. Grazie alla mia caporedattrice e al mio direttore, però, al momento si riesce a conciliare l’impegno professionale con quello sportivo.”

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