Lugano, Aguirre: “È un’opportunità che ho colto al volo, senza pensarci due volte”

scritto da Claudio Paronitti

Rodrigo AguirreMartedì di presentazione per il nuovo attaccante del Lugano, Rodrigo Aguirre, il 21enne uruguaiano che l’Udinese ha prestato ai sottocenerini per una stagione

LA CONCORRENZA IN ATTACCO – “Penso che per me e per la squadra sia meglio avere più giocatori attivi nel ruolo di attaccante. Nessuno poi si può permettere di commettere passi falsi e di mollare. Tutti vogliamo giocare. Dobbiamo dimostrare ogni giorno il nostro valore. Chi starà meglio, giocherà”.

DALLA SERIE B ALLA SUPER LEAGUE – “Non sono spaventato. So che la Super League è un campionato diverso. Io volevo cambiare un po’ aria, anche se ho avuto alcune esperienze nella Serie A italiana. E dopo quella in Serie B, il mio procuratore [Pablo Bentancur, ndr] mi ha detto che c’era questa opportunità, io non ci ho pensato su due volte ed eccomi qua. Prima di tutto voglio abituarmi al ritmo del calcio svizzero, poi la mia intenzione è quella di dimostrare il mio valore”.

LA CONDIZIONE FISICA – “A Udine non mi sono mai allenato con la squadra. Penso che all’inizio troverò un po’ di difficoltà, è normale. Però credo che tra due-tre settimane sarò al 100%”.

LE SUE CARATTERISTICHE – “Sono un giocatore veloce a cui piace attaccare lo spazio. Posso giocare sia da prima che da seconda punta, ma anche da esterno. Mi piace più attaccare lo spazio che venire incontro al pallone”.

GLI OBIETTIVI PERSONALI – “Nell’ultima esperienza in Serie B ho trovato la fiducia che mi è un po’ mancata da quando sono arrivato in Italia. Volevo compiere un salto di qualità per la mia carriera, giocando un anno intero in una Serie A. Voglio dimostrare il mio valore, perché da quando sono giunto in Europa non ho mai avuto l’opportunità di farlo. Credo che Lugano sia una buona occasione per riuscirci”.

L’UDINESE – “Mi ha acquistato quando avevo 19 anni. Ho conosciuto un calcio totalmente diverso da quello che si pratica in Uruguay. Il calcio italiano è molto tattico. All’inizio ero un po’ perso, anche perché a Udine c’erano tanti attaccanti di qualità. Ho dovuto andare via dal Friuli per dimostrare che potevo stare in campo in pianta stabile. Nel corso dell’ultimo mese forse non ho sentito molta fiducia da parte loro. Però, sin dalla prima volta che sono andato via in prestito, ho cercato di migliorarmi per poter tornare alla base e fare bene, perché, in fin dei conti, l’Udinese è la mia squadra. È quello che voglio fare adesso, prima per il Lugano e per me. E poi per rientrare a Udine, perché voglio dimostrare che posso giocarmela anche lì”.

GLI URUGUAIANI A LUGANO – “Prima di venire qua ho parlato con “Sabba” [Jonathan Sabbatini, ndr]. Poi, ci sono [Jonathan] Barboza [attualmente al Liverpool FC di Montevideo, ndr] e [Sergio] Cortelezzi [che ha appena firmato per il Le Mont, ndr], con i quali ho pure giocato insieme, che mi hanno parlato benissimo della città, del gruppo che c’è ora. Ho come obiettivo quello di migliorarmi sempre e comunque”.

IL CALCIO SVIZZERO – “Sinceramente, sto iniziando a conoscerlo adesso. Mi è stato però già raccontato qualcosa. Penso che sia un campionato dove io posso giocare, e dove posso farlo anche bene”.

I COMPAGNI DI SQUADRA FAMOSI – “Ho osservato a fondo campioni del calibro di [Antonio] Di Natale, [Massimo] Maccarone, [Cyril] Théréau, [Duvan] Zapata. Sono tutti forti. L’unica cosa che uno può fare è guardarli e carpire il più possibile dalle loro qualità. E poi, Totò [Di Natale, ndr] è quel tipo di calciatore che sta vicino ai giovani, li aiuta, ci parla assieme e dà dei consigli. Non lo so se ho imparato, ma ho ascoltato tutto ciò che avevano da dirmi, e penso che questo potrà aiutarmi sempre. Con Maccarone ho avuto un grande rapporto: lui continuava a ripetere che a me mancava lo spazio e che potevo diventare un grande giocatore. Mi ha anche supportato parecchio: quando non giocavo mi portava fuori a cena. È un grande uomo. Con me è stato bravissimo”.

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