Lugano, il doppio dei tiri, due pali e una palla che non voleva entrare

scritto da Claudio Paronitti

I numeri della partita di ieri pomeriggio hanno evidenziato come il risultato finale sia ingiusto e faccia un torto al Lugano

La conferma delle sensazioni avute allo stadio nel “live” sotto la nevicata invernale arriva dalle statistiche. I bianconeri sono stati dominanti – in particolar modo nel corso del secondo tempo – mostrando buone trame di gioco nonostante un terreno di gioco che andava deteriorandosi con il passare dei minuti. Difendere su un campo quasi impraticabile è sicuramente più semplice che attaccare. Se sei in difficoltà, scagliare la palla in tribuna o in fallo laterale può risultare determinante ai fini del risultato. Il Losanna, avendo il vantaggio acquisito a metà partita, si è limitato a questo (nella ripresa) e a ripartenze dalle quali non è riuscito a chiudere la sfida. In un paio di occasioni, infatti, con i padroni di casa tutti votati all’attacco, i biancoblù si sono creati le chance per migliorare la colonna delle reti segnate.

I ticinesi hanno sbattuto contro tutto e tutti: due pali colpiti in maniera parecchio clamorosa con Carlinhos Junior e Mattia Bottani, un rigore reclamato dallo stesso numero 10 e più parate decisive dell’estremo difensore vodese Thomas Castella. Partiamo per ordine. I legni fanno parte del gioco, certo, ma mandare la sfera a cozzare per ben due volte nel giro di una ventina di minuti vuol dire che là davanti qualcosa di buono si è prodotto. Il penalty che, visto alla televisione, poteva essere fischiato come no, è un episodio che avrebbe cambiato il corso della partita. Alla fine mancava il tempo di recupero è chissà come sarebbe finita se fosse stato accordato? Infine, ci sono le conclusioni del migliore in campo su sponda sottocenerina, il capitano Jonathan Sabbatini. Sui tiri dell’uruguaiano il portiere vodese è stato prodigioso lanciandosi con perfetto tempismo. Dei salvataggi che hanno permesso ai losannesi di espugnare Cornaredo, vendicandosi del kappaò subito a inizio agosto alla Pontaise e chiudendo la striscia di tre sconfitte consecutive contro la banda di mister Pierluigi Tami.

Ai luganesi è mancato dunque il solito killer-instinct sotto porta. Un problema che si trascina oramai da mesi in riva al Ceresio. Si sapeva che lo svedese Alexander Gerndt non sarebbe stato il bomber tanto cercato, bensì un giocatore che si muove a più non posso e che lavora moltissimo per i compagni. Dal mercato di gennaio dovrà giocoforza arrivare un rinforzo nel reparto offensivo. Un uomo che sappia fare la differenza in ogni occasione non è facile da reperire sul mercato, ma è essenziale averne uno a disposizione per riuscire a vivere una primavera serena, senza l’ossessione dell’ultimo posto in classifica.

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