Lugano, la notte è sempre più buia

scritto da Claudio Paronitti

L’eloquente 4-0 con cui i rossoblù si impongono a Cornaredo mostrano tutte le pecche attuali dei bianconeri, sfiduciati come non mai

Perdere contro il Basilea ci sta. Ma è altrettanto importante il modo in cui si va incontro a una sconfitta. Quella che ha visto il Lugano (nuovamente) battuto non fa una grinza, tanto è stata la superiorità degli ospiti, che a onor del vero hanno più basato al sodo che altro. Eppure, in un primo tempo che è scivolato via con una tranquillità disarmante, i renani sono riusciti a superare due volte Da Costa. La prima rete, a firma Petretta, conferma l’inadeguatezza di Yao nei tre del reparto arretrato. Il terzino, come già accaduto a Zurigo all’ultimo minuto contro Pa Modou, regala metri dentro l’area al dirimpettaio basilese, che non chiedeva altro per portare in vantaggio i suoi. Due veri miracoli di Da Costa tengono poi in partita i bianconeri. È però un’indecisione dell’estremo difensore a permettere ad Ajeti di infilare la porta libera. Nell’occasione gli elementi della difesa non hanno fatto una figura che verrà ricordata negli annali. E il Lugano? Buona volontà, certo, ma troppo poco per cercare di impensierire un Vaclik che ha fatto solamente da spettatore senza effettuare alcun intervento. L’unico sussulto (se così vogliamo chiamarlo) della prima parte è stato un missile di Sabbatini respinto di testa da Suchy.

Il ritorno in campo sembra poter cambiare la storia della partita: novanta secondi e Sabbatini, dopo un’azione iniziata dal neo-entrato Crnigoj, vede il suo colpo di testa infrangersi prima sulla traversa e poi sul palo. Questo avrebbe dovuto essere il segnale del riscatto, ma si rivela solamente un fuoco di paglia. Anche se bisogna rimarcare che proprio l’entrata di Crnigoj ha cercato di dare un po’ di vivacità a una squadra con il morale sottoterra. Giocatori importanti come Piccinocchi dal rendimento insufficiente sono lo specchio di un periodo in cui non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. Il Basilea, passato lo spavento iniziale, continua a controllare senza particolari affanni la sfida. Il terzo punto di Elyounoussi, che ha fatto partire un sinistro non certo irresistibile dal limite dell’area su cui Da Costa si tuffa in ritardo, mette definitivamente in ghiaccio la partita, prima del punto del definitivo 4 a 0 di Itten, entrato in campo da nemmeno venti secondi. Una sfida che non dice più nulla se non che il Lugano è una squadra completamente sfiduciata e incapace di reagire alla prima difficoltà. Nonostante le parole pronunciate da Renzetti, la posizione di Tami è sempre più in bilico. Ora più che mai. Lo svuotamento è lampante. Serve una svolta al più presto.

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