RSL – i top e i flop della 23esima giornata: torna “Gianni”, Schärer altro che Busacca …

scritto da Pier Luigi Giganti

I TOP

1. Tafer: alla prima da titolare negli ultimi tre mesi, il franco-algerino dà un’accelerata brusca e spezza in due partita e difesa del Sion. Poi, manco fosse un consumato rapace dell’area piccola, infila il raddoppio che affossa definitivamente i vallesani;

2. Mall: in Super League scaldava la panchina da metà agosto. Nel rigido pomeriggio della Swissporarena va a togliere dall’angolino il rigore di Juric, mostrando sangue freddo e riflessi felini;

3. Alioski: il tiro con cui regala i tre punti al Lugano è l’emblema del 2017 del macedone. Un primo abbozzo di conclusione, un po’ schiacciato, trova soltanto la gamba di Kololli, quasi a ricalcare i primi due mesi dell’anno. Quello che segue, però, è una perla di sinistro che trova l’angolino lontano, a suggellare la rinascita calcistica del Gianni luganese.

I FLOP

1.Schärer: sulla carta è il miglior fischietto nazionale. A Lucerna però non gliene va dritta una, a partire dal rigore non concesso ai padroni di casa, subito prima della rete di Sigurjonsson, per un fallo netto di Antonov su Juric. Il meglio di sé il direttore di gara argoviese lo dà tuttavia nel tempo di recupero quando s’inventa di sana pianta un tiro dagli undici metri per il Lucerna. E meno male che doveva essere il nuovo Busacca …;

2. Adão: ecco cosa succede a schierare i giocatori fuori ruolo. Il numero 66 del Sion è un mediano, non un laterale basso. Zeidler sembra essersi invece convinto che il ragazzo possa giocare sulla linea della difesa. Siamo fiduciosi che, dopo essersi rivisto il video della sconfitta interna per 1-2 contro il San Gallo, il tecnico tedesco cambierà opinione sull’angolano: continuamente fuori posizione, sempre in dubbio se spingere o stare, se allargarsi o accentrarsi. Insomma, un incubo più che una partita …

3. Bürki: l’autorete siglata dal 23enne allo Stade de Suisse può apparire una sfortunata deviazione. Se analizzata più a fondo, tradisce però l’assenza di ferrea concentrazione. Problema quest’ultimo non limitato al numero quattro dei biancorossi: sei reti concesse in 140 minuti non si possono spiegare altrimenti …

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