RSL, il Lugano domina ed esce con un ottimo punto dal Tourbillon

scritto da Claudio Paronitti

Il duello tra le due peggiori formazioni dal rendimento casalingo e in trasferta si chiude in parità, 2-2. Il Lugano, che ha giostrato per più di cinquanta minuti con l’uomo in meno, ha mostrato un carattere e una grinta invidiabili e avrebbe potuto uscire dalla sfida con la posta piena

La vittoria europea contro i cechi del Viktoria Plzen ha portato una ventata d’aria fresca in casa Lugano. Soprattutto a livello mentale la squadra c’è, eccome se c’è. L’inizio della partita (e la maggior parte della prima frazione) è infatti tutto di marca bianconera, tant’è che nei primi giri d’orologio i padroni di casa non riescono a superare la metà campo. I luganesi, per contro, corrono e pressano come ai tempi migliori. All’ottavo minuto il primo episodio importante dell’incontro: Gerndt, dopo aver ricevuto palla da Ledesma, lancia all’esterno per Junior, il quale si accentra con un paio di dribbling e arrivato al limite dell’area lascia partire un destro nell’angolino basso che si rivela imparabile per Mitryushkin. I tifosi vallesani sono stizziti da un avvio da film horror dei proprio beniamini e dalle tribune piovono fischi. Fischi che si traducono subito in reazione da parte degli uomini di Tramezzani. Trascorrono solamente un paio di minuti e un intervento rude di Piccinocchi su Kasami procura un calcio di punizione da posizione centrale e distante dallo specchio della porta per il Sion. Sul punto di battuta si presenta il turco Uçan che calcia centralmente e rimette il discorso sui binari della parità superando un Da Costa non certo irreprensibile. A parziale discolpa del portiere svizzero-portoghese c’è il fatto che la palla cambia direzione all’ultimo momento, ma ciò non può essere una giustificazione per un tentativo di intervento apparso goffo. È però, o almeno pare, un episodio isolato, in quanto la cantilena del match è sempre la stessa, con gli ospiti che provano di continuo a proporre una trama di gioco. I biancorossi, invece, confermano il loro problema casalingo e faticano a mostrare qualche buona trama per riuscire a soddisfare i fans giunti a sostenerli.

La grinta dei ragazzi di Tami si vede in particolar modo nei contrasti, quel famoso “mettere il piede” tanto richiesto dal mister: un esempio su tutti è Ledesma, che al 33′ recupera un pallone rintuzzando il contropiede dei padroni di casa e andando pure alla conclusione – terminata alta – da fermo. È un Lugano diverso, le critiche ricevute nel dopo-Basilea hanno fatto fare un clic mentale ai giocatori. Là davanti, Gerndt mette in ambasce quasi da solo la difesa biancorossa procurandosi calci di punizione e subendo una marea di falli. A sette dal termine della prima frazione accade un fatto sul cui epilogo, sapendo il nome del direttore di gara, non c’è da meravigliarsi. D’accordo, Rouiller interviene da dietro su Cunha sulla linea laterale. D’accordo, il fallo del difensore è da giallo. Ma, sapendo che il difensore era già gravato di un cartellino, Klossner avrebbe potuto usare un po’ più di tatto, magari redarguendolo verbalmente. D’altronde, di interventi del genere ne capitano molti nel corso di una gara. Peccato. Rouiller termina dunque qui la sua partita costringendo i suoi compagni a contenere il Sion con l’uomo in meno. Nei successivi tre giri d’orologio non si gioca e c’è un altro episodio che potrebbe (e avrebbe dovuto) cambiare ancora il corso del match. Un abbraccio, con conseguente affossamento, di Zock su Junior al limite dell’area di rigore non viene visto da nessuno degli uomini con addosso la giacchetta gialla (!) e il centrocampista tedesco viene così graziato. La panchina del Lugano, in particolare Mattia Croci-Torti e Samuel, si scalda nei confronti della quaterna arbitrale, indicando l’avvenuto. Risultato? Nulla di fatto, il gioco continua come se niente fosse. Ma, cosa sarebbe successo se in tale situazione le maglie fossero state diverse? Una risposta che per i tifosi bianconeri appare ovvia e scontata.

Come prevedibile, al rientro dalla pausa il tecnico ticinese puntella il proprio reparto offensivo inserendo Sulmoni, che prende il posto di Crnigoj, e Sabbatini, che sostituisce Gerndt. Lo sloveno e lo svedese lasciano il loro posto a causa di infortuni patiti nel corso della prima parte di gioco. Nonostante l’uomo in meno, il Lugano non disdegna a giocare. Al 50′ Junior si inventa un tunnel su un avversario e crossa al centro dell’area per il neo-entrato Sabbatini, il quale viene anticipato da Mitryushkin. I tifosi vallesani sono sempre più irritati con la manovra (se così si può chiamare) messa in atto dai loro uomini e fischiano a ogni errore. Non c’è da biasimarli, in undici contro dieci, per di più in casa, la squadra che dovrebbe far gioco fatica a più non posso. Allora, ecco che Tramezzani reagisce, effettuando però un cambio tattico, con l’entrata di Angha in sostituzione di Paulo Ricardo, mantenendo quindi il medesimo modulo. Il Sion si rende pericoloso esclusivamente su palla ferma. Proprio da una situazione del genere, lo specialista Uçan, che ha già punito Da Costa nel primo tempo, colpisce una clamorosa traversa che fa gridare al gol il pubblico presente al “Tourbillon”. A dire il vero il pallone va a infrangersi sulla parte superiore della porta. Il pericolo, però, è sempre dietro l’angolo. Offensivamente, i bianconeri non riescono più (ma è ovvio) a essere così presenti come nei primi quarantacinque minuti. L’importante è puntare di conseguenza su una difesa arcigna, rischiando il meno possibile.

Ciononostante, sono sempre gli ospiti a crearsi delle chance, anche se non proprio nitide. È il caso di Junior, unico attaccante rimasto in campo, che cerca di sopperire alla differenza fisica con un cuore grande così. Da Costa, non perfetto nei suoi interventi sulle palle alte, ne combina un’altra. Dopo l’errore di posizionamento sul pareggio di Uçan, ecco un’altra ingenuità sul corner che dà il vantaggio ai vallesani. L’estremo difensore bianconero esce a raccogliere la frutta caduta da un albero invisibile e si fa anticipare di testa da Cunha (come si può vedere dalla fotografia in alto) che manda in visibilio la panchina biancorossa e, di riflesso, la gente accorsa sulle tribune dello stadio. Un punto, per ciò che si è visto finora, non meritato. I sottocenerini non si perdono d’animo e Bottani ha l’occasione per portare in parità il match. Il numero dieci non ha però fatto i conti con Mitryushkin, che vola e impedisce agli ospiti di agguantare il pareggio. L’ottantacinquesimo è il minuto che Mariani si ricorderà. Il fantasista rossocrociato prende palla, avanza qualche metro e fa partire un tiro dei suoi su cui il portiere russo dei vallesani nulla può. Un eurogol, che entra di diritto nelle candidature del più bel gol del mese di ottobre, che rimette la chiesa al centro del villaggio. I quattro minuti di recupero decretati da Klossner non portano a ulteriori occasioni. Un ottimo punto, in conclusione, per dei bianconeri gagliardi in vista dei prossimi impegni ravvicinati che li attendono.

Una prestazione generosa e di grande quantità sono risultate decisive per un Lugano che rimane sì all’ultimo posto della graduatoria, ma i punti di ritardo su Thun e Lucerna, usciti battuti rispettivamente da Basilea e Young Boys, si riducono a dure. Archiviata questo ottimo pareggio su un campo tradizionalmente difficile, il tour de force bianconero continuerà giovedì sera in quel di Schötz, dove andrà in scena la sfida che rientra nel quadro degli ottavi di finale di Coppa Svizzera.

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