Si separano le strade del FC Lugano e di Livio Bordoli

scritto da Davide Perego

di Davide Perego
Se il calcio di oggi è quello che è la colpa l’abbiamo un po’ tutti. Non si può attribuire ai soli protagonisti la responsabilità di non essere più capaci di generare emozioni. La separazione tra il FC Lugano e Livio Bordoli è solo l’ultimo di una lunga serie di inconcepibili divisioni che hanno poco di calcio e tanto di gossip. I giocatori – non ce ne vogliano – hanno sempre il peso determinante nel percorso di un tecnico. Che il più delle volte si ritrova ad essere solo contro tutti. Il dover raggiungere uno scopo è una priorità. Nel caso specifico del club bianconero è però sembrato da subito evidente che al Presidente Renzetti non sia piaciuto il come.
Chissà cosa sono quelle “piccole cose” che hanno sempre dato fastidio al Presidente e che avrebbero condizionato il rinnovo del contratto di colui che la promozione l’ha ottenuta per davvero. Non ci si prenda per il culo con il “divorzio consensuale”, pura baggianata per giornalisti distratti e piovuti a caso nel mondo della Challenge League senza averne mai vista una partita prima di questo entusiasmante mese di maggio. Da uomo di calcio, Livio Bordoli ha immediatamente voluto affrontare la questione e se oggi gli si attribuisce di averlo fatto in tempi e modi sbagliati è solo perchè si vuole un alibi (che alibi non è) per far passare il tecnico dalla parte sgradita. Che il Lugano in Super League debba iniziare senza dubbi o incertezze è una verità, tanto più che la storia dimostra quanto sia importante per una neo promossa andare a far punti nel caldo torrido di luglio ed agosto quando le grandi squadre non sono ancora pronte. Da lì ad attribuire a Bordoli di aver raggiunto lo scopo con metodi o sacrifici inaccettabili ce ne passa. Mettiamola allora che da parte nostra la fiducia nei confronti di Livio non sia abbastanza per affidargli il timone del FC Lugano. Evidentemente non si considera il tecnico all’altezza e non si ritiene di dover adeguare il suo valore ai canoni della massima categoria. L’impressione è quella di un’occasione mancata (l’ennesima) per dar valore a quanto espresso dalla scuola ticinese. E siamo certi che di riflesso anche la campagna acquisti/cessioni cancellerà alla svelta il lavoro dell’ultimo biennio. Così va il calcio (di oggi) tra affari (tanti) e logica (poca). Il sostiututo di Bordoli ? Che faccia piacere o meno, al punto in cui siamo non ha proprio più alcuna importanza.

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