SL: Lugano mentalmente da rivedere

scritto da Davide Perego
Eppure, fino al rigore che ha permesso a Salatic di sbloccare il risultato, Lugano e Sion avrebbero meritato lo 0-0 che andava delineandosi. Ci si poteva attendere da un momento all’altro la cronica flessione dei bianconeri, ma la giornata complessivamente insufficiente dei vallesani lasciava intendere la classica partita nella quale il colpaccio lo avrebbe potuto fare il più cinico. In fondo non ha fatto una piega la sintetica analisi di Matteo Tosetti quando all’intervallo si è dichiarato ottimista sulla possibilità di tornare a Cornaredo con i tre punti. E invece no. Non è una questione di colpe. Alcuni giocatori non sembrano all’altezza di giocare in Super League così come vorrebbe Zeman e nell’arco di novanta minuti queste lacune fanno la differenza. Anche al cospetto di una squadra sorniona che quasi volutamente ha cercato di non alzare mai il ritmo della gara: un po’ per non “sprecarsi” troppo in vista del debutto internazionale, un po’ perchè consapevole di possedere nel proprio repertorio più di un colpo per vincerla comunque.

Il rigore causato da Urbano (di gran lunga il migliore in campo) è il destino ingeneroso che spesso va a cercare – chissà per quale motivo – chi meriterebbe altra soddisfazione. Il crollo dopo il goal è stato verticale e classico di una squadra che dopo aver puntato esclusivamente a difendersi non può più possedere energie per tenere botta. Di sovente in off side per propri demeriti, il Sion ha avuto una giornata storta soprattutto da un punto di vista tecnico: la partita dei malintesi ha fatto perdere la pazienza anche al pubblico che però, quando si vince, ci mette poi un attimo a ritrovare le motivazioni per scaldarsi le mani di applausi. Fino al goal che ha sbloccato il risultato, il Lugano aveva meritato il punto e se fosse stato più intraprendente nel finale di primo tempo non sarebbe stato un furto passare in vantaggio. I vallesani possono si recriminare per il palo di Lacroix e per due probabili rigori negati (un mani di Veseli e un fallo di Padalino) ma il lavoro di Russo è stato come quello del collega Vanins di normale amministrazione. Ora i bainconeri sono scivolati a fare compagnia al Vaduz in coda alla classifica. Ancora una volta nel destino del Lugano ci si è messo anche Simone Rapp che segnando allo Zurigo nei secondi di recupero ha permesso al Thun di guadagnare un punto prezioso sulla coda della tabella e al tempo stesso di mandare su tutte le furie i tigurini, prossimi avversari a Cornaredo del lugano, dopo la parentesi di Coppa Svizzera. L’impressione, anche alla luce della partita del Tourbillon, è quella di un Lugano troppo preoccupato di non prenderle per pretendere di fare ciò che potrebbe oltre la metà campo. Una questione anche mentale con la quale dover fare quattro chiacchiere. L’infortunio di Bottani (il più pericoloso) non ha agevolato i pieni di Zeman e anche questo, nell’economia dello sviluppo del match ha avuto la sua importanza. (dp)

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