Stefano Negrinelli: CHalcio e tanto altro

scritto da Redazione

negrinelli-2Grazie ad un “mi piace” sulla nostra pagina Facebook, la redazione di Chalcio.com ha avuto modo di contattare Stefano Negrinelli, difensore centrale del Seefeld. Il ticinese classe ’88, si è trasferito sette anni fa nella Svizzera centrale per motivi di studio, passando dunque anche da un Club Ticinese ad uno Zurighese. Cresciuto calcisticamente nel Luganese, giocando tre stagioni con la maglia del Lugano U21 e collezionando qualche presenza con la prima squadra bianconera, prima di sbarcare al Seefeld, Stefano si è trasferito per tre anni a Baden, prima di trascorrere altre due stagioni con lo United di Zurigo. Lo scorso anno la sua squadra ha ha ottenuto la promozione in 1a Lega Classic dove disputa il girone di Bellinzona, Mendrisio e Locarno.

Stefano, sette anni fa ti sei trasferito dal Lugano u21 al Baden, andando poi allo United Zurich e dal Seefeld. Che calcio hai trovato nella Svizzera interna? È diversa la mentalità?

Direi che sì, ovviamente oltralpe si pratica un calcio diverso. Lo si vive forse anche, quantomeno in Svizzera, magari meno in Germania, in modo diverso. Per non cadere ora nelle solite immagini stereotipate (gli svizzero-tedeschi più rudi, più determinati, che non mollano mai fino alla fine, ecc.), una cosa che mi colpì quando mi trasferii e che ancora oggi da ticinese alle volte mi stupisce è la mentalità più collaborativa tra le varie società. Al di là delle grandi rivalità storiche o stracittadine (se considero la realtà zurighese penso ad esempio a Zurigo-Basilea o a al derby della Limmat) in generale si tende a essere meno campanilisti che da noi, ci si aiuta insomma di più, anche tra società ‘rivali’. Su questo lato potremmo forse imparare molto; anche se ammetto, da ticinese, che mi risulta ancora difficile immaginarlo.”

Spesso si sente dire che nella Svizzera centrale troviamo delle strutture sportive che in Ticino mancano. Confermi o sono solo voci?

Sul piano delle strutture confermo che, almeno in una città come Zurigo, in Svizzera tedesca sono parecchio avanti. Mi è capitato più di allenarmi o giocare nei centri di allenamento di Zurigo, Grasshopper o Basilea e le differenze ovviamente si vedono. Due fattori però concorrono secondo me a creare tale divario: da un lato diventa un discorso politico, in quanto questi grandi centri sono in gran parte gestiti, almeno a Zurigo, dalla città che li finanzia, li mantiene e li ‘offre’ a tutte le squadre della regione; dall’altro c’è da dire che strutture così grandi e ben attrezzate possono funzionare solo dove c’è una mole importante di gente che le usa e il Ticino in tal senso è svantaggiato. Sulle strutture minori invece non trovo che vi sia un gran divario, anzi, come dimostrano le realtà delle tre ticinesi impegnate in prima lega.”

Quanto è stato difficile ambientarti in una nuova squadra in cui cambia la lingua e la mentalità rispetto al Ticino?

“Sul piano dell’ambientazione devo ammettere che non ho avuto nessun problema, anzi. Il calcio è mezzo di integrazione più forte che conosco e mi ha aiutato molto: ho trovato compagni molto disponibili ad aiutarmi e con molti di loro è nata anche una bella amicizia (dopo gli anni a Baden ci siamo ritrovati con almeno 5-6 giocatori a giocare insieme anche a Seefeld). Una volta superato lo scoglio della lingua, che ho comunque imparato in fretta grazie all’università, non ho più avuto alcun problema, anzi come detto mi son trovato subito fin dalla prima settimana con 20 amici/compagni nuovi che mi hanno fatto conoscere e vivere la realtà locale.”

Momentaneamente siete in tredicesima piazza a quota 8 punti. Dopo la promozione della scorsa stagione avevate delle aspettative riguardo questo campionato o vivete giornata per giornata?

“Be’ l’obiettivo è ovviamente la salvezza, che trovo sia senz’altro alla nostra portata. Finora abbiamo avuto alcune difficoltà, dovute, più che al cambio di categoria, al riassestamento del gruppo dopo alcune partenze di peso: si aggiunga che durante la preparazione estiva abbiamo avuto molti giocatori assenti per ferie o per motivi di lavoro e questo  ha avuto ripercussioni sulla condizione fisica di alcuni giocatori (me compreso, visto che tutt’ora mi alleno massimo una volta a settimana), ma soprattutto ha ritardato la costruzione del gruppo. È solo in queste ultime partite che abbiamo giocato finalmente come una squadra, lottando ognuno per il compagno accanto, come dimostrato nella bella e meritata vittoria contro il Bellinzona. D’altronde la salvezza dovrà per forza passare di qui: dobbiamo essere realisti, per mezzi tecnici e finanziari siamo inferiori a molte squadre e non possiamo dunque permetterci di esserlo anche sul piano della grinta e della voglia di vincere, solo cosi potremo sperare di essere nello stesso campionato anche l’anno prossimo.”

seefeld

Qualche settimana fa avete sorpreso un po’ tutti battendo il Bellinzona. Alla vigilia della sfida te lo saresti aspettato? Che squadra ti è sembrata l’ACB?

“Devo dire che sono stato più sorpreso dalla prestazione sottotono del Bellinzona che non dalla nostra buona gara. Prima della partita ero fiducioso, nonostante la superiorità sulla carta dell’avversario: vedevo la squadra in crescita e venivamo da due partite nelle quali è vero che avevamo raccolto solo un punto, ma è anche vero che per due volte consecutive ci siamo trovati dopo 30 minuti in svantaggio e con un uomo in meno. In entrambi i casi però la reazione della squadra c’era stata e sul campo dell’Eschen abbiamo strappato un buon pareggio avendo anche la possibilità di vincere la partita; col San Gallo invece i punti non sono arrivati, ma siamo rimasti in partita fino all’ultimo, creandoci comunque qualche occasione per pareggiare. Chiaro, vincere al comunale dopo mi sembra quasi un anno o più che non lo faceva nessuno suona molto da impresa, ma in realtà la cosa mi ha stupito meno di quanto non possa sembrare. Più stupore l’ho provato sabato, quando abbiam perso in casa col Wettswil, dove purtroppo non ho giocato per un problema muscolare. Il Bellinzona infine non ha bisogno di presentazioni: è una buonissima squadra con alcune individualità che possono fare la differenza in questa categoria. Le qualità per arrivare in alto non mancano: sarà compito del mister e dei giocatori cercare di sfruttarle appieno, evitando cali di tensione come avvenuto contro di noi.”

Essendo ticinese, per te è come un derby quando incontri il Mendrisio, il Locarno o il Bellinzona?

“Personalmente è sempre un grande piacere tornare in Ticino a giocare. A maggior ragione in quanto ho molti amici ed ex compagni in tutte le squadre e incontrarli in campo è sempre speciale. Tuttavia, anche se ovviamente da ticinese in queste occasioni entro in campo con uno stato d’animo un po’ differente rispetto ai miei compagni, da luganese l’unica vera partita che ho sentito come un derby è quella col Bellinzona, che vivo e gioco appunto come derby fin da quando sono piccino, anche se ormai ho più ex-compagni in granata che non in bianconero. Il cuore però resta bianconero, sarà forse per quello che mi trovo così bene a Seefeld… (squadra con i coloro sociali bianco e neri n.d.r)

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