Super League: inizio in salita per il Bellinzona

scritto da Davide Perego


A volte, dovendo scrivere della situazione in cui si è cacciato il Bellinzona, essere neutrali potrebbe essere ragionevolmente conveniente. Per quanto la neutralità possa unire una comunità d’interessi ed essere quindi considerata un buon affare per tutti, voler scrivere in punta di piedi un parere rischia inevitabilmente di determinare condizioni e limiti nel rapporto tra chi si è schierato e chi è stato sezionato e magari non sostenuto nei propri intenti.
Con l’arrivo di Aimo Diana, salvo errori di conteggio, sono almeno dodici i volti nuovi arrivati a Bellinzona nel corso della stagione. Alcuni non fanno più parte dell’organico a disposizione di Alberto Cavasin (Mihoubi e Russotto) e qualcuno (Maaroufi) non si è mai visto sul terreno di gioco. I titoli sfornati dagli organi di stampa a coreografia dei comunicati inviati loro dalla società hanno spesso contenuto il sostantivo “colpo” che poi all’atto pratico, fatta eccezione per il minutaggio concesso ad Idefonso Lima, si è rivelato speso troppo frettolosamente e privo di fondamento. L’innesto di Diana dovrebbe sulla carta dare man forte ad un reparto che anche in occasione della disfatta di Aarau si è rivelato inadeguato per una formazione che disputa un campionato di Super League ma al tempo stesso potrebbe offrire al tecnico nuove soluzioni anche in una zona del campo diversa. Lo stesso reparto risultato l’arma vincente nella stagione passata. Focalizzando sulla partenza di Emiliano Dudar l’alba di tutti i problemi accusati dal blocco difensivo, si rischia di farsi ridere in faccia e non solo alle spalle anche perché, il rendimento di Carlo Zotti, vuoi per indiscutibili problemi fisici, non è stato all’altezza di quello della seconda fase del campionato 2008/2009 e quando è stato il turno di Matteo Gritti le cose sono andate ancora peggio. Il rendimento di Diana all’ombra della Mole è stato inferiore alle attese e, a quanto pare, i vecchi cuori granata hanno ringraziato il giocatore per essersi tolto dai piedi: motivo in più per (ri)cominciare da un per ora invisibile punto zero una carriera segnata da parecchie soddisfazioni. Maurizio Ciaramitaro e Gaspar prima ed Andrea Russotto poi, sono stati accolti da salvatori della patria e anche loro, per un motivo o per l’altro, sono finiti nel dimenticatoio nonostante le attese della vigilia fossero quelle del “colpo” da KO. Ci sono poi Fausto Rossini e Drissa Diarra, che a questo punto dovranno rivelarsi decisivi, come lo sono stati i vari Zotti, Beghetto, Thiesson, Dudar e Feltscher nella seconda parte della scorsa stagione, per non mettere in discussione una politica del gratta e spera che fino ad oggi non ha portato, lo dicono i risultati, i frutti sperati e probabilmente ha finito per determinare qualche malumore all’interno dello spogliatoio non a caso sfociato con le anticipate dimissioni di Marco Schallibaum. L’impressione, di chi mastica calcio ben lontano dall’aria che si respira in allenamento durante la settimana e che forse farebbe meglio a guadagnarsi simpatia restando fedele alla neutralità, è quella che questa squadra sia ancora e dopo tutto alla ricerca di un leader: dentro e fuori dal campo. La sensazione è quella di uno spogliatoio che resta unito, magari con un po’ di colla ma che non ha più quell’essenza necessaria per ribaltare le inevitabili situazioni difficili come accaduto a più riprese nella passata stagione. Troppi vai e vieni, ritorna e riparti, non hanno storicamente mai aiutato una squadra a risollevarsi e, nel caso dei granata, ci si sarebbe potuti togliere un bel pensiero in tema di retrocessione diretta anche in virtù di un calendario che ha offerto immediatamente il “colpo” buono per togliere la speranza e le illusioni ad un club che tra mille problemi ha pensato bene di proseguire per la propria strada dando fiducia ad un blocco che ha messo in cascina sette miseri punti in diciotto partite con la sola eccezione dell’arrivo di Veli Lampi che d’accordo è un “campione svizzero” ma di quelli che non hanno mai fatto parlare di sé. Dopo la pausa per il posticipo del match contro il San Gallo, il Bellinzona giocherà a Lucerna prima di ospitare il Basilea per poi recarsi al Tourbillon: calendario impegnativo. I “sei” punti lasciati all’Aarau che già sabato se la vedrà con un Grasshopper che non fa paura a nessuno e privo di Smiljanic in difesa, sono stati un brutto affare ma il tempo per rimediare è altro che scaduto. A sentire le voci che circolano, Alberto Cavasin è l’uomo giusto per raggiungere la meta che gli è stato chiesto di ottenere. Il campionato 2009/2010 è però bizzarro ed al tempo stesso complesso ma consistentemente ancora lungo per rimettersi sui binari che portano al traguardo programmando d’ora in poi le fermate soltanto alle stazioni più convenienti. Buon lavoro.

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