Tami, Renzetti e quelle ciliegine …

scritto da Pier Luigi Giganti

Tre giorni fa non andava nemmeno bene per fare la ciliegina sulla torta. Oggi diventa, per dirla con le parole usate dal presidente del Lugano Angelo Renzetti, “la persona che conosce la situazione attuale e può fare migliorare il Lugano, il candidato ideale”.

Pierluigi Tami nel giro di settantadue ore passa insomma da ruota di scorta a timoniere di rango. Come già riportato ieri da Chalcio, si attende unicamente la ratifica dell’accordo che dovrebbe essere raggiunto domani tra Renzetti e Tami.

Il sospetto è che il presidente dei bianconeri sia ritornato sull’ex tecnico del Grasshopper una volta tramontate le altre possibilità, forse per motivi economici (Di Carlo e Grosso su tutte).

Nella conferenza stampa in cui mercoledì era stato annunciato l’addio a Tramezzani, il numero uno del Lugano sembrava quasi volesse rimproverare a Tami – sia detto ben chiaro una gran bella persona – quella determinazione, talvolta crudele e spietata, che aveva animato la cavalcata condotta dall’emiliano.

Ora un ripensamento, magari forzato. E l’apertura a un elemento che è stato bianconero, dapprima come giocatore tra il 1990 e il 1993 e poi come allenatore (1996 – 1999 e 2002 – 2003).

È noto che il passionale Renzetti non sia sempre in grado di calibrare con attenzione le sue parole, ma fossimo in Tami non avremmo per nulla apprezzato le esternazioni del presidente e non ci sentiremmo in una botte di ferro in questa nuova avventura. Perché il rischio è che al primo paio di sconfitte di fila si torni a parlare, magari fuori stagione, nuovamente di ciliegie.

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