Tenero, Ferretti si racconta

scritto da Riccardo Vassalli
Foto AC Tenero

Foto AC Tenero

Nel corso della settimana passata, abbiamo contattato Matteo Ferretti, coach del Tenero-Contra  (3a Lega Gruppo 2) per tracciare un primo bilancio di valutazione. Con l’allenatore biancorosso abbiamo affrontato alcuni temi: spaziando dal ‘suo’ Tenero, al modello Allegri.

Mister, nella situazione in cui siate ora. Firmeresti per il terzo posto?
” Non firmerei per il terzo posto, in primis perché sono convinto di avere una buona squadra e secondo di carattere sono ambizioso quindi non mi accontento, in ogni caso vogliamo dire la nostra fino in fondo poi tireremo le somme alla fine del campionato.”

E lei, obiettivamente, dove si aspetta di vedersi a giugno?
Mi auguro di vederci il più in alto possibile e dare fastidio a chi è sopra di noi, resta il fatto che il nostro primo obbiettivo é la salvezza con il più largo anticipo, noi ci crediamo poi vedremo.”

Hai un modulo preferito per il tuo club?
Mi è sempre piaciuto attaccare e creare il più possibile occasioni da goal, il nostro modulo generalmente adottato è un 433, i giocatori per poterlo fare bene ce li ho, ora sta a me mettere in condizione la squadra di renderla più efficace possibile.

Un modello a cui si ispira?
Un allenatore che stimo molto è Allegri, ora è tra i migliori allenatori al mondo ma non dimentichiamoci la sua gavetta professionale, a saputo sfruttare bene le sue carte, poi essendo di origine Toscana non può non essere lui il mio modello.

E secondo lei, come siamo messi a livello di allenatori in Ticino?
In Ticino devo dire che l’ambiente Team Ticino mi è rimasto un pò nel cuore, Mister Minelli è un buon esempio da prendere soprattutto per la crescita di un giovane calciatore, io ho avuto la fortuna di averlo come allenatore a Malcantone e oltre che ad essere un bravo allenatore è anche una brava persona.

Potresti indicarci un tuo ragazzo di cui sentiremo parlare?
Non mi è mai piaciuto parlare di singoli ma di squadra, però visto che ci dedico spesso il mio tempo ad ogni allenamento a farli capire cosa deve fare e cosa meglio è per lui, il suo nome lo faccio volentieri così quando leggerà questo articolo capirà ancora di più quanto io credo nelle sue qualità. Simone Ricci, 22 anni. Ragazzo estroverso ma con un potenziale pazzesco, grande corsa e buona tecnica, un tiro micidiale, potrebbe fare la differenza ad ogni partita, ancora un po’ acerbo per fare il salto, perché deve capire che la partita è lo specchio settimanale di quello che fai in allenamento, io cerco di darli dei consigli ma il suo destino molto dipende da lui, in ogni caso un buon giocatore di prospettiva futura per il nostro calcio Ticinese.”