Tramezzani: ma perché?

scritto da Pier Luigi Giganti

Ci sono partite che si possono vincere e altre che si devono vincere. La trasferta del Lugano a Sion rientrava nella seconda categoria. Se fra il quarto e il quinto posto c’è infatti poca differenza – le posizioni qualificano rispettivamente a terzo e secondo turno preliminare di Europa League – il terzo rango invece, nella probabile ipotesi che il Sion non vinca la Coppa Svizzera, spalanca le porte al calcio continentale che conta. Alla fase a gruppi dell’Europa League, che non sarà il football con la musichetta, quello del martedì e mercoledì sera, ma è pur sempre una competizione da leccarsi i baffi.

I bianconeri sarebbero dovuti allora scattare dai blocchi di partenza del Tourbillon con il coltello tra i denti. E a maggior ragione rimasti in superiorità numerica al 44’, sebbene con il fardello di una rete al passivo, avrebbero dovuto dettar legge nella ripresa.

Tramezzani è un tecnico che piace perché ha il dono dell’anticipazione. Si rende conto prima di parecchi altri di quale sia il contenuto del prossimo capitolo e agisce di conseguenza. In Vallese è però incappato in un pomeriggio apatico, in cui ci ha messo una vita a individuare i correttivi in corsa.

Non si spiegherebbe altrimenti la ragione per cui abbia atteso fino al 66’ per gesticolare dalla panchina la necessità di passare al 4-3-3. Con una sola isolata, sebbene ispirata, punta centrale (Konaté) a che serviva barricarsi con tre difensori centrali?

Ma questo non è tutto. Per quale motivo il tecnico emiliano ha atteso fino al 72’ per fare il primo cambio? Perché Mizrahi non è stato buttato nella mischia appena il signor Hänni ha dato il via alla seconda frazione di gioco?

Infine, come mai è stato l’abulico Carlinhos a lasciare il posto all’israeliano? La sensazione infatti è che la difficoltà del carioca fosse principalmente nell’interpretazione di un ruolo non suo, quello di punta centrale. Allora perché non osare e provare a ridare vitalità al numero undici bianconero spostandolo sulla fascia, mandando a farsi la doccia ad esempio Cümart (con il conseguente spostamento di Crnigoj a terzino destro)?

Tutti punti di domanda che rimarranno probabilmente insoluti. Quel che è certo è che il Lugano ha perso l’occasione d’oro di installarsi sul podio della Super League.

Leggi anche questi...