1L: subito le dimissioni di Romano Clavadetscher

scritto da Davide Perego
Colui che preside un Comitato che ha cambiato le regole del gioco del calcio assecondando la violenza ed offuscando le prove dovrebbe dare immediatamente le dimissioni. A ruota, dovrebbero seguirlo tutti i membri. Dando voce alle centinaia di tifosi che hanno accolto sbalorditi la sentenza sulla partita Mendrisio – Baden, ed in qualità di libero frequentatore di questo blog chiedo le dimissioni immediate di Marco Di Palma, Bruno Tanner, Romano Clavadetscher, Christian Schöttli, Markus Hundsbichler e Christian Yerly dal comitato di gestione della 1^ Lega. Qui ci vorrebbe una smile di quelle con il sorrisino. Che si scherzi o meno, la costante rilettura del comunicato ufficiale porta soltanto a sconforto. Mai era capitato che un fatto oggettivo fosse trasformato in soggettivo al punto da cancellare con un pensiero gravemente malato il risultato del campo. La sentenza delle menti pensanti che governano a pieni poteri la 1^ Lega non lascia dubbi ad alcuna interpretazione che se ho ben capito (oggettivo o soggettivo ?) dice esattamente questo: sospesa per scoppio di petardi e per lancio di oggetti da parte dei tifosi del FC Baden – sul risultato di 1-0 a favore del FC Mendrisio – la partita non verrà rigiocata ed entrambe le squadre verranno penalizzate sia nel risultato sia nel pagamento di ingenti multe.
Non è proprio così: lo so. Nel comunicato, la responsabilità per l’interruzione della partita è stata attribuita ad entrambe le tifoserie. Falso. Fazioso. A meno che non si voglia far passare per fessi tutti coloro che erano presenti al Comunale e che hanno visto ed interpretato correttamente le motivazioni che hanno indotto il direttore di gara a sospendere la partita. Una differenza boia la fa però quel goal di Gabriele Mascazzini. Una rete che per quanto oggi cancellata non tarderà a fare il giro del mondo. Da oggi e fino a revisione del comunicato della 1^ Lega è legittimato sparare petardi a scopo di fare interrompere la partita e cancellare il risultato del campo. Mi auguro che su tutti i campi della 1^ Lega si prenda esempio dalle volontà legittimate dal Comitato presieduto dal Sig. Romano Clavadetscher al quale sarà mia facoltà inviare la presente. L’impressione – ultima, ma non per importanza – è quella che il fine principale del provvedimento sia stato quello di cancellare il risultato del campo al momento della sospensione. Un goal annullato a tavolino come nemmeno accade di fronte ai classici “goal fantasma”. Non scomoderei nemmeno Ponzio Pilato. Semplicemente, non è utopia pensare che dietro questa assurda sentenza si siano mossi interessi politici. Così, quelli che fanno la pipì nelle borracce dei portieri, l’hanno vinta per l’ennesima volta. Baden sta diventando una piazza pericolosa non solo per i precedenti (spesso impuniti) della propria tifoseria, ma per l’evidente peso politico che condiziona oramai stagione dopo stagione ciascun campionato e i membri del comitato. Spiace per tutte le persone oneste che lavorano nel mondo del calcio e che investono anche del denaro. Credo che oggi anche il Presidente del FC Mendrisio, Karl Engel, si sia sentito davvero solo: abbandonato da gran parte dei propri tifosi, confuso sul significato del termine “giustizia sportiva”, preoccupato per le casse della società, dubbioso su quello che sarà il ruolo della sua prima squadra in questo campionato, ferito infine dall’arroganza con la quale la sua lotta a promozione del Fair Play (specie nel proprio settore giovanile) sia stata messa in dubbio dal comunicato stesso. Leggere all’interno delle righe – un po’ come si è fatto sul ridicolo comunicato che ha annunciato il silenzio stampa del FC Chiasso – dovrebbe diventare motivo di discussione ed approfondimento. Che ci stiano prendendo un po’ tutti per il fondo schiena è sin troppo evidente. E allora viene più sovente da chiedersi che senso abbia tutto quanto gira intorno ad uno sport sempre più senza regole, senza un tribunale affidabile, senza una classe arbitrale legittimata, senza coerenza. Le sentenze sui casi Djuric, Rossini e Lezcano hanno prima di tutto sorpreso per la mancanza di coerenza. L’uso della spanna come metro di giudizio e del ricatto come mezzo ultimo per farsi giustizia hanno oramai preso il sopravvento sulla razionalità. Avanti così non si può proprio andare. 

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