2LI, il Taverne torna da Ibach con un pugno di mosche tra le mani: a decidere la sfida una punizione a un quarto d’ora dal termine

scritto da Claudio Paronitti

A una settimana di distanza dal dominante tris di reti rifilato al Rotkreuz tra le mura amiche, il Taverne si è «spostato» a Ibach e al Gerbihof per dare vita alla 14ª giornata del Gruppo 4 di Seconda Lega Interregionale

I gialloneri, pur avendo riproposto una buona prestazione di squadra ma con un paio di situazioni diverse rispetto allo scorso weekend, tornano a casa con zero punti in classifica.

Una su tutte, vi era l’irregolarità del terreno da gioco, che comunque era un aspetto a conoscenza dei ticinesi. Il campo non ha sicuramente favorito il solito modo di giocare dei ragazzi di mister Damiano Meroni, i quali erano tuttavia preparati a questo e hanno giocato alla pari al loro avversario, mettendola sulla corsa, sul contatto fisico e sulle seconde palle, non risparmiandosi e, già nel corso primo tempo, creandosi occasioni, infine non concretizzate, con Muadianvita, Fuso, Cvetković e Fichera.

E appunto questa è la seconda situazione diversa rispetto a sette giorni prima, ovvero il rapporto «occasioni create-gol realizzati». Per contro, viene concessa una sola occasione all’Ibach, in contropiede, su un calcio d’angolo a favore (!). Alla pausa il punteggio è fermo sullo 0-0, con qualche rammarico.

Il secondo tempo viene disputato sulla falsariga del primo, fino al minuto 76, quando viene fischiato un fallo di mano di Cvetković per un anticipo sull’attaccante di casa. L’intervento è con il petto, ma dopo qualche secondo l’arbitro decide di decretare la punizione, sulla quale, dai 20-25 metri, viene eseguita una pennellata a fil di palo, che porta sull’1-0 i locali.

Gli ultimi 15 minuti sono un arrembaggio verso l’area casalinga, dove in un paio di situazioni sembra arrivare la rete, prima con Gygax e poi con Fuso, ma di nuovo la palla non ha intenzione di entrare.

Poi, proprio alla fine con Fuso pronto a calciare in porta da pochi metri si nota la trattenuta di un difensore abbastanza evidente, ma in quegli istanti, ci vuole coraggio e personalità a fischiare la massima punizione.

Il triplice fischio finale giunge dopo quattto minuti di recupero e la convinzione di aver fatto bene, ma non a sufficienza, per poter riportare a Taverne qualche punto.

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