2LI, l’ex arbitro Urs Meier si esprime sul caso Zofingen-Pajde: «Nello sport le sconfitte vanno gestite, metabolizzate e accettate»

scritto da Claudio Paronitti

© watson.ch

Continua a far discutere l’episodio di violenza – da «Far West» – avvenuto sabato scorso al termine della partita tra Zofingen e Pajde, valida per la 5ª  giornata del Gruppo 5 di Seconda Lega Interregionale

La sfida di cartello del fine settimana, terminata 3-2 a favore dei padroni di casa, è stata fomentata da una «caccia all’arbitro» che nulla ha a che vedere con l’etica e la morale della vita. Il direttore di gara Lumni Ukaj, lo ricordiamo, è stato inseguito da uno spericolato spettatori e, stando ai racconti, pure aggredito dai giocatori della squadra ospite, prima di riuscire a rifugiarsi negli spogliatoi dello Sportplatz Trinermatten in attesa del rapido intervento delle forze di polizia.

L’NK Pajde, della cittadina di Möhlin, è una società il cui Presidente è Luka Rakitić, papà della stella del Barcellona Ivan, mentre l’allenatore è Dejan, fratello dell’ex mediano del Basilea.

E adesso cosa capiterà ai giocatori e al club? Il Blick lo ha chiesto all’ex arbitro internazionale Urs Meier, ora opinionista di Teleclub Sport: «L’integrità fisica del direttore di gara è stata garantita e rispettata. Non è stato colpito. Bisogna fare una distinzione tra l’essere stato picchiato o no, come accaduto in questo caso. Ne va della sicurezza di una persona. Tuttavia, è una situazione che si porterà dietro per tutta la vita. Anche se egli dovesse proseguire la sua carriera. In questo caso, mi sembra che sia stato lasciato solo».

Le immagini hanno toccato al cuore l’ex arbitro, che aggiunge: «Se questi episodi accadono in Sudamerica, allora pensi: “d’accordo, è molto lontano. Ma qui dalle nostre parti? Chi di dovere deve pensare a ciò». Urs Meier è argoviese, e dunque una situazione assai spiacevole per il suo Cantone di provenienza: «Anche il tipico approccio di asserire che si gioca contro una “squadra straniera” è sbagliato. Non c’entra nulla. Nello sport, le sconfitte vanno gestite, metabolizzate e accettate».

L’esperto di Teleclub Sport conclude la sua analisi, dando uno spunto a chi dovrà sedersi a un tavolo e prendere le decisioni del caso: «Perché non obbligare queste persone a partecipare a un corso arbitrale e imparare come si dirige una partita? Così, potrebbero conoscere anche l’altro lato della medaglia. Se frequentassero un corso del genere e mostrassero nel contempo rimorso per le azioni eseguite, le sanzioni potrebbero venir notevolmente ridotte».

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