31 dicembre 2014, bellissima intervista di Chalcio a Gigi Tirapelle!

scritto da Walter Savigliano

Riproponiamo un bella intervista di Davide Perego a Gigi Tirapelle, che racconta la sua storia in quei tempi, con nomi importanti del passato e del presente.

Di Davide Perego

Ho perso il conto del numero di interviste che abbiamo realizzato nei quattro anni di vita di questo blog. Cercherò con calma di costruire un indice e renderlo di utilità per tutti gli appassionati. Credo si sia fatto un gran lavoro. Qualcuna l’abbiamo (volentieri) dimenticata. Qualcuna ci siamo (colpevolmente) dimenticati di proporla. Uno che avremmo potuto contattare prima è sicuramente Luigi Tirapelle. Uomo di “chalcio” con esperienza oramai ventennale sui campi del Canton Ticino. Un uomo che ha navigato dentro e fuori il rettangolo disegnando itinerari imprescindibili dal suo modo di essere. Che è infine il modo di essere di quelli dei “nostri”. Personaggi che sanno essere prima di tutto uomini. Qualità che non tutti sembrano possedere, ma che resta soggettivamente indispensabile per crescere in un settore di squali.

Nell’ottobre del 2011 annunciavamo l’ingaggio in qualità di allenatore di Luigi Tirapelle da parte del FC Rancate. Con il tempo, ci fu la possibilità di valutarne il lavoro grazie al buon rapporto che ci lega al Balerna. Un rapporto descritto come meraviglioso in più di una circostanza da parte della società che si è poi interrotto con la fine della stagione agonistica 2013/2014. In due stagioni avete da prima sfiorato la promozione per poi tornare a recitare un ruolo di comparsa con un occhio vigile più sul basso della classifica che non verso l’alta.

Che idea ti sei fatto dopo averci riflettuto con la dovuta calma sulla tua esperienza a Balerna ?

Nell’ottobre del 2011 sono andato ad allenare il Rancate, poi a fine stagione sono stato chiamato dai dirigenti del Balerna. Nella prima stagione (2012/2013) abbiamo fatto molto bene in campionato arrivando secondi a pari punti con il Castello (terzi se si considera la differenza reti) e benissimo in coppa Ticino visto che l’abbiamo vinta. La stagione successiva (2013/2014) non siamo riusciti a ripeterci, ma bisogna considerare che durante il calciomercato estivo, abbiamo perso alcuni giocatori molto importanti come Daniele Guzzetti per motivi di lavoro, Noel Kabamba e Salvador Mira perchè sono andati a giocare in prima Lega nel Mendrisio, e che per tutto il girone d’andata e metà del ritorno, Sehic (il giocatore che fa la differenza, basta guardare quest’anno che nel girone d’andata ha fatto 11 gol sui 18 della squadra cioè più del 60 %) praticamente non ha mai giocato, in più altri giocatori importanti come il capitano Mattia Piccioli, Massimo Sidari, Alessio Bernasconi, Alex Bernasconi, Sacha Rosta, hanno avuto in vari periodi dell’anno, probblemi fisici e non sono mai riusciti a trovare la migliore condizione. La situazione quindi era notevolmente diversa rispetto l’anno precedente dove tranne che per le prime 6 / 7 partite in cui avevamo avuto dei problemi analoghi, poi andò tutto bene, quindi l’esserci salvati senza grossi probblemi dando la possibilità a qualche giovane di giocare con continuità per fare esperienza i prospettiva futura, mi fa considerare che la stagione sia stata sufficientemente positiva.

Per quanto riguarda il rapporto con la società, devo ringraziare tutto il comitato per quello che hanno fatto in termini di presenza sul campo, sforzi per allestire una squadra competitiva, organizzazione delle cene per tutta la squadra, lavaggio del materiale, campo d’allenamento in Toscana, ecc ….. ma anche dire che sopratutto nell’ultima stagione non siamo riusciti ad avere una visione univoca sul modo di gestire la squadra visto che c’era chi pensava di attuare la politica dei giovani e chi pensava che prima di tutto era necessario fare i punti per salvarsi. Questa disparità di vedute ha sicuramente influito nel mio lavoro, anche perchè i giocatori certe cose le capiscono al volo. Con i giocatori credo di avere avuto sempre un rapporto onesto e sincero, che è quello che si aspettano da un allenatore, e voglio ringraziarli ancora una volta per l’ottimo campionato e la vittoria in coppa Ticino nel primo anno, così come per la tranquilla salvezza raggiunta malgrado le varie problematiche nel secondo anno.

Cosa stai facendo oggi nel mondo del calcio?

Attualmente sono senza squadra, nella speranza che prima o poi arrivi la chiamata giusta per poter tornare ad allenare. In attesa che questo avvenga, collaboro con alcuni allenatori del settore giovanile del raggruppamento Chiasso durante i loro allenamenti.

Ad età relativamente giovane – dopo un più che discreto passato da attaccante – hai intrapreso la carriera di allenatore. In Svizzera, a Chiasso, sei stato un po’ un pioniere in un momento davvero difficile per la società rossoblu. Che ricordo hai dei giorni e delle panchine in quel del Comunale ?

Nelle stagioni 1994 / 1995 e 1995 / 1996 ho giocato nel Chiasso. Il primo anno abbiamo vinto il campionato di prima Lega sconfiggendo nella fase finale prima l’Altstetten e poi il Freienbach, conquistando così la promozione in Lega Nazionale B . Ricordo con molto piacere il campo d’allenamento fatto in Spagna dove in un’amichevole contro lo Schalke 04 (compagine della serie A tedesca) vincemmo per 3 a 0 . Quella squadra era formata con molti giovani giocatori provenienti dal vivaio come Nicola Albisetti, Luca Bonaccina, Mirko e Roberto Negri, Dario Rota, Marco Marazzi, più altri giocatori che ben si integrarono nel gruppo come Roberto Piccioli, Paolo Bernasconi, Natan Besozzi, Maurizio Romano, Roberto Di Muro, Primo Berlinghieri, Paolo Moretti, Thierry Morotti, ecc… , fu un’annata fantastica. L’anno seguente nonostante il salto di categoria affrontammo il campionato con la rosa più o meno uguale, ma purtroppo non riuscimmo a salvarci. Sono poi tornato al Chiasso nella stagione 2005 / 2006 per allenare la U.19, e il 27 Marzo 2006 mi fu affidata la prima squadra che militava in Lega Nazionale B fino al termine della stagione, subentrando all’esonerato Roberto Galia. Diressi la squadra per 10 partite e furono tre mesi molto belli e importanti perchè ho potuto sperimentare cosa vuole dire essere a capo di una squadra di professionisti. Provai delle emozioni molto intense come quando andammo a giocare a Lucerna davanti a più di diecimila spettatori. Poi nelle due stagioni successive ho fatto il vice allenatore sempre in Lega Nazionale B , nel 2006 / 2007 di Attilio Lombardo, nel 2007 / 2008 di Christian Zermatten e poi del subentrato Raimondo Ponte potendo così apprendere nuove conoscenze e metodologie da allenatori di un certo spessore.

Alcuni ti definiscono un ottimo preparatore che però trova difficoltà nell’essere duro quel che serve (e quando serve) con i giocatori. Ti riconosci un po’ con questa linea di pensiero?

No: penso che certe affermazioni siano dettate da una scarsa conoscenza delle situazioni. Io so benissimo quando usare con i giocatori il bastone oppure la carota visto che ho frequentato sia ambienti professionistici che non professionisti. Con una squadra di professionisti si può e si deve pretendere determinati comportamenti, mentre con una squadra di non professionisti per salvaguardare l’armonia dell’ambiente (squadra e società) a volte si deve essere tolleranti. Bisognerebbe essere tutti un po’ più onesti, leali e corretti prima di fare certe dichiarazioni, è troppo comodo pretendere rigidità quando poi chi la pretende è il primo a non attuarla.

Il calcio svizzero. Mondo oramai osservato da dentro e da fuori da tutto il movimento europeo che si è accorto di quanto stiano cambiando le coordinate dei valori. Un mondo che resta legato ad una certa (buona) tradizione ma che professionalmente ha compiuto passi da gigante varcando i confini con l’esportazione di un numero oramai incalcolabile di talenti formati nella scuola calcio rossocrociata. Sei felice di aver contribuito a far parte di questo movimento e di aver allenato buoni giocatori ? Tra questi chi ricordi in particolare proprio per quelle qualità che servono per emergere anche in campionati affatto semplici come quello di seconda regionale?

Sono ormai quasi 20 anni che faccio parte del calcio Svizzero prima da giocatore e poi da allenatore. Credo che la federazione in questi anni abbia fatto un lavoro enorme e per esperienza personale posso affermare che la formazione degli allenatori in Svizzera è di altissimo livello. Durante i periodi in cui ho allenato squadre dei settori giovanili a Lugano, Chiasso e nel Team Ticino, ho avuto la fortuna di collaborare con delle persone molto preparate e competenti e allenare molti giocatori che poi sono riusciti ad arrivare a giocare in lega Nazionale A o B , come per esempio Alberto Regazzoni, Mario Gavranovic, Rijat Shala, Gaetano Berardi, Valon Behrami, Tito Tarchini, Carlo Polli, Stefano Botta, Olindo Regazzi, Salvatore Guarino, Mijat Maric, Marco Padalino, Daniele Russo, Michael Perrier e tanti alti. Da aggiungere poi tutti quei giocatori che sono andati a giocare nelle varie categorie in cui militano le squadre ticinesi che sono moltissimi.

Sei sempre attento alle vicende dei campionati. Relativamente a Challenge League, Prima e Seconda Lega quali sono le tue osservazioni sulle squadre ticinesi ?

Si, in questo periodo sono andato a vedere molte partite. Per quanto riguarda la Challenge League il Lugano sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per poter aspirare alla promozione, mentre il Chiasso se riesce a trovare gli equilibri giusti potrà fare un girone di ritorno da protagonista. In Prima Lega Promotion mi fa piacere vedere il Locarno che dopo molti probblemi è riuscito a trovare la strada che può portarlo alla salvezza anche se la società ora dovrà trovare una nuova soluzione visto che l’allenatore Winnie Kurz ha confermato l’impossibilità di poter continuare ad allenare la squadra. Per quanto riguarda la Prima Lega Classic credo che il Mendrisio abbia tutte le carte in regola per poter centrare il terzo posto, mentre sono sicuro che la U.21 del Team Ticino con l’esperienza di Carlo Ortelli e il Taverne che a un organico di buon livello, possano trovare i punti necessari per poter arrivare alla salvezza. In Seconda Lega Interregionale il Castello non deve pensare di essere già salvo ma se possibile ritrovare l’entusiasmo e la spavalderia che aveva nelle prime giornate di campionato, mentre l’Ascona può solo migliorare dopo un girone d’andata al di sotto delle aspettative. Nel campionato di Seconda Lega Regionale il Bellinzona alla lunga credo che non avrà rivali anche se bisogna dire che il Vedeggio nel girone d’andata a fatto molto bene, mentre a tutte le altre squadre auguro di poter centrare gli obiettivi che si sono prefissati.

 

LA SCHEDA

Luigi “Gigi” Tirapelle nasce a San Bonifacio (provincia di Verona) il 27.11.1963. Di nazionalità italiana, giunge a Chiasso nella stagione 1994/95 proveniente dalla formazione lombarda della Solbiatese esordendo con la maglia rossoblu il 18 agosto in una partita di Coppa (Sementina – Chiasso 0-5). Colleziona 60 presenze (30 in LNB, 25 in 1L tra le quali 3 gare di finale per l’ascesa in LNB, 5 in CS), l’ultima delle quali il 25 Maggio del 1996 (Chiasso – Sciaffusa 0-1). Impiegato prevalentemente come centravanti, realizza 21 reti con la maglia del FC Chiasso (4 in LNB, 12 in 1L e 5 in CS). Milita successivamente nell’Agno. Intraprende poi la carriera di allenatore partendo dalle formazioni giovanili del FC Lugano. Il 27 marzo del 2006 sostituisce Roberto Galia alla guida del Chiasso conquistando una vittoria contro il Sion al Comunale (1-0) nella sua prima apparizione da allenatore in Challenge League. Nel 2008-2009 guida il FC Mendrisio-Stabio nel campionato di 1L. Dopo un paio di stagioni con il Team Ticino, accetta di guidare il FC Rancate (2LR) nella stagione 2011/2012 per poi subentrare alla guida del Balerna per quella che resta ad oggi la sua ultima esperienza con una prima squadra. Al termine della stagione 2013/2014 viene sostituito dal nuovo allenatore Daniele Gaffuri.

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