A Riva è tutto pronto per il “Lecci tris”

scritto da Davide Perego

di Godot
A Riva ci è arrivato un po’ per caso, ma ora Igor Lecci è
una figura dominante nel panorama del club. Se a trent’anni ha potuto esaudire
il suo desiderio di calcare un rettangolo verde, ha preferito in seguito
mettersi dietro a una scrivania: Direttore Sportivo prima e Presidente poi. Ora
siamo giunti al terzo mandato, che sarà il suo ultimo. Ultimo perché nella vita
del 38enne non c’è solo il pallone, tanto che con il nuovo anno metterà a segno
una doppietta degna di nota: matrimonio più paternità.
Vediamo allora come si appresta ad affrontare la nuova stagione agonistica
l’uomo venuto da Osogna, che tanto bene ha fatto al suo Riva.

Al via il Lecci tris, con quale spirito affronti questa
nuova e ultima annata?
“In primis son
contento di poter iniziare un “terzo mandato” e di sicuro affronto
questa nuova stagione con lo spirito e l’entusiasmo del primo anno,
accompagnato dalle esperienze fatte nelle prime due stagioni di presidenza. 

Ho lo spirito di un ragazzino che ama la propria squadra e crede fortemente nel
gruppo di ragazzi che vestono la maglia del FC Riva (prima squadra e seniori). 



Abbiamo lavorato sodo in questi anni per ridare smalto alla società ed alla
squadra; abbiamo fatto errori e da questi abbiamo imparato per migliorarci di
anno in anno. Spero che quest’anno raccoglieremo i frutti del buon lavoro
svolto.



Per me sarà effettivamente l’ultima stagione da Presidente, avrei voluto
restare in carica fino al 70esimo ma, felicemente, a breve convolerò a nozze
con la mia compagna e siamo felicemente in attesa del nostro primogenito; la
famiglia quindi diventerà la mia priorità, ma non smetterò mai di amare il FC
Riva ed in futuro… chissà!!!”.





62km per raggiungere Riva, cosa ti spinge a percorrere tutta
questa strada?


“Il FC Riva è stata la mia prima squadra
come “calciatore”, ho infatti cominciato a giocare a calcio a 30 anni
quasi per scherzo e grazie agli amici che ai tempi erano in prima squadra (oggi
militano tutti nei seniori). 

Ai tempi abitavo a Bellinzona e per me era la realizzazione di un sogno che
avevo da bambino, giocare a calcio (la vita mi ha poi dirottato sul nuoto a
livello competitivo e mi ha impegnato per 18 stagioni).



Da li il passo è stato breve, prima Direttore Sportivo con la stupenda
promozione in 3a lega e poi, con molto entusiasmo, Presidente.



I km in una settimana si accumulano (circa 200 a settimana ora che abito ad
Osogna) per dare il mio contributo alla società; potrebbero sembrare tanti e
pesanti ma, credetemi, quando arrivo al campo e vedo i miei ragazzi, il mister,
il loro entusiasmo… beh tutto passa e sono orgoglioso e felice di poter essere
presente in questi momenti, indipendentemente dalla distanza”.



Salvezza acquisita per un soffio l’anno passato, cosa ti
aspetti dalla nuova stagione?


“Si, davvero per un soffio ed ammetto che
c’è stato un momento nel quale non ci credevo più. 
I ragazzi, guidati dal mister, sono stati davvero bravi a non mollare e a far
vedere qual è l’effettivo valore della squadra, peccato averlo fatto solo per
un quarto di stagione. 



Io in compenso ci ho lasciato dieci anni di vita…  



Dalla nuova stagione sicuramente mi aspetto un campionato più tranquillo
durante il quale si possa mostrare anche una buona base di gioco che ritengo
sia un nostro “plus” rispetto ad altre squadre”.
Sono un Presidente ambizioso, ma so essere realista, e non vengo a gridare alla
promozione ecc. Son comunque convinto che questi ragazzi possano fare un
campionato di vertice, quindi mi aspetto una stagione da protagonisti e
sicuramente meno “stressante” di quella appena conclusa”.

         
C’è stato un rinnovamento a livello societario, come
giudichi il nuovo corso?


“La nuova situazione di Comitato che si è venuta a creare quest’anno trovo sia
molto positiva. Abbiamo una base solida e molto giovane (l’età media in seno al
Comitato è di poco superiore ai 30 anni) e questo è un segno tangibile di come
siano cambiate le cose in questi anni. 

È anche vero che i nuovi membri entranti in questa stagione (Spadini, Rexhepi e
Padula) sono tutti giocatori ancora attivi, da un lato non è ottimale ma
dimostra come ci sia amore per questa maglia, e questo mi rende molto
orgoglioso.



Ho visto un entusiasmo crescente, dopo il giusto scetticismo iniziale, e con
piacere ho notato anche come il paese si stia riavvicinando alla società.
Questo credo sia il nostro successo più grande.



Non da ultimo devo ringraziare i giocatori che attivamente son tornati a
collaborare al 100% con la società per contribuire nella riuscita delle
manifestazioni che durante il corso della stagione ci danno le
“forze” economiche per proseguire nel nostro lavoro”.



Un aggettivo che useresti per descrivere il Riva?

“FAMIGLIA. IL FC Riva incarna in tutto e per tutto i valori che si possono trovare e
vivere all’interno di una famiglia.

Siamo un gruppo davvero unito e speciale; negli ultimi cinque anni abbiamo
attraversato momenti di esaltazione, di litigi, di tristezza e di situazioni
umane molto difficili e che ci hanno toccato molto.



È in questi momenti che ho visto in questo gruppo di ragazzi (con partenze ed
arrivi) qualcosa di unico e affascinante, ci siamo aiutati e sostenuti come dei
fratelli; ci siamo confrontati anche a muso duro se necessario ma ne siamo
usciti sempre più uniti e rafforzati”.



Si va avanti col binomio Lecci-Lippmann, cosa vi lega così
tanto?


“Mi viene da sorridere ripensando alla
stagione nella quale Stefano arrivò a Riva come giocatore. 

Ai tempi io provavo ancora a “giocare” e come compagno di squadra non
mi piaceva molto (direi per niente) e non avevamo un grandissimo rapporto; per
me era difficile da interpretare in quanto, essendo io limitato tecnicamente,
in campo mettevo “furore” agonistico e lotta per sopperire alle mie
evidenti lacune e quindi non mi spiegavo come un “omone” di 190cm potesse
essere sempre cosi moderato, calmo, senza mai una parola di troppo. Insomma non
capivo se fosse una “fighetta” o se fosse un “gladiatore”.



Ci son voluti alcuni mesi per entrare in sintonia, per capire che fosse un
Gladiatore che faceva parlare i fatti e non le parole; per capire che in fondo
eravamo totalmente complementari.



Quando mi ha proposto di diventare Direttore Sportivo per supportarlo nella sua
prima stagione da Mister non ho esitato un solo secondo e ci siamo buttati in
questa avventura che in due stagioni ci ha portato ad una promozione in 3a lega
che a Riva San Vitale non si vedeva dal lontano 1999 (se non erro). Credo
quindi che proprio il fatto di essere complementari sia stato fondamentale, lui
è la parte riflessiva e pacata mentre io rappresento più la parte
“vulcanica” ed esplosiva; ritengo sia un mix vincente.



Attualmente ci lega una profonda amicizia, tanto che sarà mio Testimone di
nozze. 



Ma la nostra grande qualità credo sia che riusciamo ad avere un rapporto
“professionale” a livello calcistico che esula dal nostro rapporto di
amicizia.


Ci confrontiamo quasi quotidianamente sulle faccende calcistiche e non evitiamo
di prenderci a “muso duro” quando abbiamo qualcosa da dirci, credo
che questa onestà ed apertura sia un solido elemento per poter far rendere al
meglio sia la squadra che la società.


Purtroppo questo
nostro legame così stretto ha dato adito spesso a critiche pesanti al
sottoscritto, colpevolizzato di essere troppo di parte. Chi si limita, e
limitava, a questi discorsi non vive pienamente la società e la squadra e non
vede come il rapporto sia comunque “lavorativo”, ad oggi siamo ancora
qui e tutto funziona ottimamente. Son convinto che Stefano diventerà un ottimo
allenatore, anche a livelli più alti”
.

Siamo solo agli inizi della preparazione, ritieni manchi
qualche tassello alla squadra?
“Credo che attualmente ci manchi un vero leader in campo che sappia guidare la squadra, con parole e fatti; anche se nella coda del campionato appena concluso ho notato un nostro centrocampista “immergersi” a pieno in questo ruolo e questo mi fa ben sperare. Più in dettaglio direi che a livello tecnico abbiamo sicuramente delle posizioni scoperte e delicate; manca attualmente un secondo portiere (che dia un po’ di sana concorrenza), ci manca un centravanti di ruolo e di fisico e ci manca qualcosina a livello difensivo. A livello mentale invece bisogna lavorare sulla testa dei giocatori, bisogna avere un po’ più “fame agonistica”, proprio come nelle ultime partite del campionato appena concluso. Con quel livello agonistico si può sopperire anche a lacune tecniche o tattiche e fare dei risultati sorprendenti”.

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