Assurdo, smette di giocare per difendere il padre sugli spalti

scritto da Walter Savigliano

 

Ci mancava solo questa.

Nonostante il grande lavoro che si possa fare con gli allievi, per il rispetto per arbitri e avversari e l’educazione, ci si domanda cosa si può fare in simili situazioni.

Riportiamo l’articolo dal sito faro24.it , dove potete leggere il testo originale.

Ennesimo episodio negativo di un calcio giovanile dove i genitori sembrano essere l’ostacolo maggiore al rispetto dei valori sportivi. E con questa, abbiamo probabilmente toccato il fondo. Un giovane portiere si è trovato costretto ad abbandonare la partita e scavalcare la recinzione di gioco per andare a difendere il papà che veniva preso a pugni in faccia dai genitori dei ragazzi della squadra avversaria. E’ successo a Pineto, nella gara della categoria Giovanissimi Regionali tra la squadra locale e la Asd Marsica Calcio 2006.

Il papà del portiere ospite è stato accusato di incitare in maniera eccessiva il proprio figlio, per questo motivo è stato raggiunto da tre persone e preso a pugni dai genitori della squadra di casa.

“Una gara sostanzialmente tranquilla – ha raccontato l’allenatore degli ospiti, Federico Panei – condita dalle ‘solite’ e patetiche scene a cui siamo ormai abituati di genitori che insultano arbitri e giocatori avversari. Improvvisamente, dal campo, ci siamo accorti che in tribuna dalle parole si era passati ai fatti e tre genitori locali si erano scagliati contro il papà del nostro portiere e lo stavano letteralmente massacrando di botte. Lui, istintivamente, ha abbandonato il campo per andare a difendere il suo papà”. La gara, manco a dirlo, è stata sospesa.

“Mi trovo a commentare una delle esperienze più brutte che ho vissuto nella mia vita calcistica e lo è ancor di più farlo da educatore/allenatore. Ho cominciato un percorso ad agosto con il mio gruppo basato su sacrifici, gioie, dolori, ma soprattutto su educazione, disciplina e rispetto verso i compagni, l’arbitro e gli avversari. Bene, mi sono trovato di fronte un ragazzo costretto a scavalcare la recinzione del campo perché tre adulti stavano picchiando suo padre semplicemente perché stava incitando in maniera troppo “veemente” il figlio. Gesti che neanche i più feroci animali farebbero in un contesto del genere, che dovrebbe essere basato solamente sul divertimento e sulla sana competizione. Il calcio fa parte di me e vedendo queste cose mi sono sentito un po’ morire dentro –  ha proseguito il mister – .

Questi episodi sono il culmine di una società che sta fallendo sotto ogni punto di vista, non esistono più i valori, quelli veri, quelli su cui bisognerebbe costruire la società del domani e lo sport, mentre prima era una via di fuga che univa tutti, adesso sta diventando lo specchio di questa società malata. Nonostante ciò – ha concluso il giovane allenatore – io lotterò sempre con tutto me stesso per difendere lo sport che amo e tutto ciò in cui ho sempre creduto da questa brutta “malattia” e mi auguro che non sarò solo nel combattere questa battaglia. C’è bisogno di gente sana e pulita per salvare il calcio, lo sport più bello del mondo!”

“Episodi di questo genere sono sempre più frequenti tra i genitori – ha detto Roberto Giammarino, direttore generale del Pineto, a Il Centro . – Tanti pretendono che i loro figli siano dei campioni, hanno atteggiamenti completamente sbagliati ed in molti casi sarebbe opportuno che fossero seguiti da psicologi. Non ne avrebbero bisogno i ragazzi ma i genitori.”
“Come Presidente condanno qualsiasi atto di violenza sia verbale che fisica – ha commentato Roberto Panei, presidente della Asd Marsica Calcio 2006 – .

Ma comincia ad essere quasi impossibile andare in trasferta e non essere scortati, anche nelle categorie giovanili. In questo caso è inverosimile che un genitore non possa incitare il proprio figlio, per poi ritrovarsi aggredito da genitori malati! La società è vicina al nostro genitore aggredito e invita sia i ragazzi che tutti i genitori ad avere un comportamento sempre leale e sportivo, affinché si possa sconfiggere questo calcio malato”.

Perchè lo pubblichiamo? Perchè è doloroso sapere di certe situazioni in uno sport in cui tante persone ci mettono l’anima, e perchè abbiamo la speranza di poter sensibilizzare i lettori, che siate giocatori, genitori o semplici appassionati, che possiate cambiare anche una piccola cosa che possa andare in quella direzione, che non porta mai a ritrovarci dei futuri ottimi cittadini.