Da Bordoli al FC Wohlen un 3 gennaio da ricordare

scritto da Davide Perego

Da un arbitro italiano che ha ridisegnato le regole del calcio alla (auto) retrocessione del Wohlen, il 3 gennaio 2018 è già sul taccuino delle cose da ricordare di un anno appena iniziato.

Se è vero come canta Niccolò Fabi che “le grandi rivoluzioni fanno molta paura così come molta paura fa fare grandi rivoluzioni” bisognerebbe allora avere il coraggio di allontanare definitivamente dalla professione taluni direttori di gara. Gli errori sono una cosa: e ci pare di essere sempre stati comprensivi a riguardo delle difficoltà nel seguire un gioco che diventa sempre più veloce dovendo assumersi decisioni in frazioni di secondo. La malafede con la quale si annulla in tutta calma un regolamento è di pari impatto alla decisione di una corte di cassazione. Il problema è oggi tutto made in italy, ma il rischio è quello che come spesso accaduto in passato sia proprio il belpaese a tracciare la strada nella direzione sbagliata.

Le “riforme” dovrebbero invece cominciare a diventare oggetto di maggior attenzione anche da parte della SFL che oggi si ritrova a fare i conti con l’ennesimo (previsto) campionato professionistico falsato dalle difficoltà economiche (mai nascoste) di un club. Il triste capitolo lungo cinque anni e mezzo di auto retrocessioni, fallimenti e rinunce si allungato con il contributo del FC Wohlen.  Dopo l’AC Bellinzona (2012/13, rifiuto della licenza), Servette FC (2014/15, rifiuto della licenza), FC Bienne (2015/16, revoca della licenza) e FC Le Mont (2016/17, nessuna domanda di licenza presentata) tocca ora allo storico club argoviese gettare la spugna e ripartire dalla 4^ lega. Da non dimenticare anche l’uscita di scena del FC Locarno con cause e conseguenze di natura differente. A catena, accadrà più o meno quanto successo al termine della stagione 2016/2017 quando a salvarsi furono il FC Wil ed in 1^ Promotion lo United Zurigo: clubs che da un punto di vista prettamente sportivo si ritrovano nelle medesime o ancora peggiori condizioni rispetto alla scorsa stagione e al cospetto della grazia ricevuta. Secondo il FCW, tutti i requisiti e le richieste in costante aumento della Lega svizzera di calcio (SFL) non sono più realizzabili o compatibili con le possibilità del club.

Dopo 16 stagioni nella seconda serie elvetica il Wohlen si metterà da parte al termine del campionato garantendone uno (regolare?) svolgimento come da calendario e questo grazie a sforzi economici notevoli. Sarà poi il frutto della politica del consiglio di amministrazione del FC Wohlen 1904 a tracciare le linee guida per un futuro che indipendentemente dalla categoria di ripartenza non potrà che essere triste. Viene meno in questo momento pensare alle conseguenze per un campionato al quale diventerà sempre più complicato dare un significato di “competizione” che comunque non dovrebbe assolutamente intaccare quello di “formazione”.

In mezzo ai due “scossoni” di cui sopra è arrivata la notizia del ritorno di Livio Bordoli nel calcio che conta dopo una lunga parentesi di “castigo”. Durante l’estate si era chiacchierato con Livio del più e del meno, anche in considerazione di una sua splendida intervista rilasciata a 360 gradi sulla situazione del calcio in Canton Ticino ed in particolare sulla posizione dei tecnici. Bordoli – dopo aver fatto benissimo sia a Chiasso che a Lugano – avrà finalmente l’occasione che merita. Un contesto affascinante e di grande impatto mediatico quello della Schutzenwiese sarà da stimolo aggiuntivo per gli obiettivi del tecnico ticinese che dopo pochissimi minuti dal comunicato ufficiale della società sono diventati istantaneamente realtà in virtù della nota stampa inviata dal FC Wohlen che scongiura ai leoni il pericolo della retrocessione. Una situazione per certi versi grottesca e soggettivamente irrazionale che al tramonto del secondo decennio del nuovo secolo dovrebbe almeno generare dubbi e un minimo di riflessione. Il che non ci impedisce di fare i nostri migliori auguri di bentornato a Livio Bordoli.

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