Bufera sul magnate russo che fa la “spesa” di baby talenti in Italia

scritto da Walter Savigliano

Da tio.ch.

Calcio ticinese: continuano le tensioni tra Angelo Renzetti, numero uno bianconero, e il Team Ticino. Intanto, è sempre più centrale la figura dell’imprenditore Leonid Novoselskiy

LUGANO – C’è un ricco imprenditore russo che sta generando scompiglio nel mondo del pallone ticinese. Il suo nome è Leonid Novoselskiy e, da circa un anno, è presidente del settore giovanile del Lugano. Il caso scoppia a margine della polemica tra Angelo Renzetti, numero uno del club bianconero, e il Team Ticino. A fare discutere sono i modi con cui il magnate proveniente dall’est avrebbe fatto irruzione nella realtà locale. Diversi ragazzini oggi appartenenti alle giovanili del Lugano proverrebbero dalla vicina Lombardia. Fatto discutibile vista la giovane età degli atleti e le direttive della Federazione svizzera che impongono la formazione di talenti locali.

Voglia di prestigio – Alcune società italiane si sono lamentate di recente con il club bianconero. Giudicando non etico questo modo di operare. Si parla di bambini di 9-10 anni. E le regole della Fifa (la Federazione internazionale) vietano i trasferimenti di giovani con età inferiore ai 18 anni. Solo in casi eccezionali l’età limite si abbassa ai 16 anni. Novoselskiy, tuttavia, avrebbe mandato alcuni suoi uomini a fare “spesa” di talenti nelle giovanili dei club d’oltre confine.

Parametri diversi – Un atteggiamento che preoccupa i vertici del Team Ticino, il cui scopo è ben diverso e lontano da simili parametri. A maggior ragione di fronte a un Angelo Renzetti che, in qualità di presidente dell’attuale club di punta del calcio ticinese, pretende di avere più potere nell’ambito della formazione delle nuove leve nostrane.

Voci di corridoio – Sul conto di Novoselskiy circolano diverse voci di corridoio. Tutte da prendere con le pinze, ovviamente. Si sussurra, ad esempio, che abbia dato una mano al Chiasso a livello finanziario per l’ottenimento della licenza per partecipare alla prossima Challenge League. Così come si mormora che abbia avvicinato diversi concittadini russi al club bianconero. Un modo, sussurrano i maligni, per accaparrarsi consensi.

Il club non parla – Dal settore giovanile bianconero, tuttavia, non arrivano né smentite, né conferme. L’imprenditore russo al momento si trova all’estero. «Non è vero che stiamo facendo “spesa” in Italia – si limita a constatare un collaboratore del club –. Semplicemente alcune famiglie italiane si sono accorte che a Lugano c’è un progetto serio e hanno deciso di affidare i loro figli a noi. Per il resto, vogliamo fare parlare solo il campo. Non discutiamo con gente che solleva polemiche inutili e che ha paura di esporsi».

Articolo originale da tio.ch qui.

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