Una citazione meritata in un 2017 senza oscar e pagelloni

scritto da Davide Perego

Mi è stato chiesto privatamente come mai quest’anno non abbiamo fatto classifiche. Non si è trattato di una scelta di redazione.

Intanto, per la prima parte di stagione 2017/2018 molti campionati hanno avuto costantemente le loro “power rankings”: e questo è stato un passo avanti. Il Lugano è stato seguito con le pagelle delle singole partite: non lo avevamo mai fatto. E poi, giusto rimarcarlo, c’è troppa gente che borbotta e che per mezzo voto ti minaccia di aspettarti sotto casa. Logico rinunciare a perdite di tempo che alla fine non servono ad altro che far passare la voglia. Uno degli aspetti che più contraddistingue la maggior parte dei calciatori è quello di non essere in grado di accettare un parere. Poi ci sono i fratelli, i papà, le mamme. Quindi: nessun pagellone. Massimo rispetto per chi ha sempre manifestato apprezzamento a prescindere dal contenuto. Ne risultano penalizzati i campionati minori ma è un po’ come per le recensioni di film o dischi di etichette indipendenti: se non le fai se la prendono e se le fai ne devi parlare bene. A che servirebbe ?

Un oscar però lo voglio dare. Un premio virtuale ad una persona che nel 2018 può festeggiare il trentesimo anno di militanza sui campi della regione. Un nome al quale associare tutti coloro che in silenzio e a volte senza riconoscimento sostengono ogni giorno con il loro operato (volontariato?) le fatiche della gestione di uno spogliatoio o di un magazzino. Il mio oscar 2017 va dunque a Luigi Tiraboschi: infaticabile stakanovista del pallone e titolare di una passione d’altri tempi nonostante anche per lui il borbottare sia diventato imprescindibile. Al Team Manager del FC Mendrisio e a tutti i “Tiraboschi” che gravitano dietro le quinte del pallone un premio alla carriera e un oscar strameritato. Il resto dei voti dateveli da soli che di sicuro ci azzeccherete.

Leggi anche questi...