Dalla Super League alla Terza Lega, Aguirre si racconta

scritto da Riccardo Vassalli

aguirre“La fame è l’unica cosa che ti permette di vincere qualcosa.” Parola di Francisco Aguirre, ex San Gallo e Mendrisio( tra le tante) e ora in forza all’Arbedo, con il quale abbiamo fatto una breve chiacchierata per lanciare il finale di stagione. 38 primavere e lo stesso vizio -e fame- di sempre: fare gol, da ogni parte, in qualsiasi categoria. Dall’Argentina alla Svizzera, dalla Super League alla Terza Lega, dalle giovanili del Banfield all’Arbedo. 15 gol all’attivo in questa stagione, più quelli di Coppa, ma c’è un gol che Aguirre ricorda come il più bello mai realizzato? Sì, ce lo confida lo stesso argentino : “Il più bello è stato sicuramente contro il Thun quando giocavo a San Gallo”. Nell’esperienza sangallese Aguirre ricorda con piacere gol pesanti, di cui pochi in carriera possono vantarsene: “ Nel mio primo anno a San Gallo ho realizzato una tripletta al Basilea. Sono ricordi bellissimi che porterò per sempre con me, anche perché grazie ai miei tre gol superammo il Basilea per 3-2”. Testa e mente al presente perché alla corazzata Arbedo manca solo la matematica per fare il salto in Seconda Lega, con l’occasione di festeggiarla questo fine settimana, ed è una delle due finaliste in Coppa Ticino contro il Balerna. Chiediamo al bomber cresciuto nel Banfield tre motivi per cui l’Arbedo può centrare la doppietta. “ Il nostro gruppo è un gruppo di qualità, ma sopratutto di persone che sanno stare bene insieme: uno dei gruppi più belli in cui sono mai stato. Tutta la rosa è importante e tutti giocano, e questo è importante per un gruppo e una realtà come la nostra. Per avere successo e vincere tutti devono avere fame, dalla società ai giocatori. Senza fame puoi fare un buon campionato, ma non vinci. Noi di fame ne abbiamo parecchia”. Proviamo a proiettarci nel futuro e chiedere ad Aguirre se l’anno prossimo sarà ancora protagonista con la maglia biancorossa: “Sono sincero, al futuro non ci penso. Nella mia testa è in mente solo la prossima partita e voglio portare un titolo ad Arbedo”. La seconda casa dell’argentino è da sempre stata la Svizzera, come lui stesso ci tiene a precisare: “La vita in Svizzera mi ha segnato tanto. Dopo 14 anni posso dire che questo paese mi ha dato tanto: tanto a livello professionale, tanto anche a livello regionale”.

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