Dubbi “ispanici” per Giulini e Bellinzona

scritto da Davide Perego
di Massimo Schira
Alcune pagine, scritte in spagnolo. Intestazione:
“Contrato de compraventa de acciones de sociedades ànonimas suizas y
sociedad anonima deportiva suiza”. Sono quelle che Gabriele Giulini ha
ripetutamente sventolato durante la conferenza stampa dello scorso 2 luglio e
che dovrebbero contenere – stando al presidente granata – le firme per un
finanziamento di una decina di milioni per salvare capre e cavoli al
fotofinish. Quelli che servirebbero per evitare il fallimento all’Ac
Bellinzona, ripartire con il campionato di Prima Lega Promotion e guardare
avanti. Magari anche al progetto stadio di Castione. Firme apposte in calce l’8
giugno su quei fogli, dove sotto la striscia di carta, che copre il nome della
controparte, si riesce ad intuire solo qualche parola, come fondo
d’investimento. Ma, finora, di soldi nemmeno l’ombra. Tanto che anche le
certezze del presidente tornano a scricchiolare. Così come le speranze di un
futuro per la società sportiva.
Dopo aver saldato questa settimana un debito con la
Immoprogram dell’ex presidente Manuele Morelli – diecimila franchi, o giù di lì
– lo stesso Giulini ha manifestato un po’ meno brio ed entusiasmo sulla
possibilità di ricevere effettivamente i soldi promessi dal contratto dell’8
giugno. Tanto che l’imprenditore milanese ha lasciato trapelare di essere alla
ricerca anche di altre soluzioni. Nel caso in cui anche questo investitore (o
gruppo d’investitori) “ispanico” dovesse rivelarsi un buco
nell’acqua, come quell’altro “fondo d’investimento” lussemburghese
sventolato mesi fa da Giulini.

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