Editoriale 2013

scritto da Davide Perego

Gratificato (anche) da clamorosi consensi commerciali, il torneo 2013-2014 di Super League promette il consueto spettacolo, nonostante un pronostico assolutamente bloccato che vedrà ancora il Basilea partire da favorita indiscutibile. Il campionato svizzero continua ad avere qualche problema nella conquista di critica da parte della stampa internazionale specializzata. La piena credibilità che meriterebbe, continua infatti ad essere messa in discussione dal suo passato, per molti imbarazzante. In realtà – lo dimostra più di ogni altro dato il regolare tentativo di saccheggio operato (anche) da blasonati club europei – la scuola calcio elvetica continua a sfornare giocatori di livello assoluto. Che poi molti elementi finiscano per farsi condizionare esclusivamente dal denaro per trovare panchina e tribuna in contesti eccessivi per le loro possibilità è optional che non ci riguarda direttamente. La gestione dei calciatori è oramai un affare più grosso di quel che ci si possa rendere conto e non solo nelle categorie professionistiche. Restano i colori di stadi (confortevoli) nei quali il pubblico è percentualmente in aumento.
Si moltiplicano le chances per i più giovani di mettersi in mostra grazie all’assoluta qualità della scuola calcio rossocrociata e anche in tema di marketing la SFL ha cominciato a muoversi nella direzione già tracciata dai responsabili dei maggiori tornei internazionali. Nell’80esimo anno di fondazione della Lega Nazionale (LN), diventata nel 2003 a denominazione “sociale” SFL, i presupposti sono quelli di un ulteriore passo in avanti verso la conquista di uno spazio meritato nel panorama calcistico internazionale. Un passo che andrebbe condiviso anche con la Challenge League che ha stentato a decollare nel suo primo anno di vita a dieci squadre, nonostante un certo equilibrio, spezzato unicamente dalle vicende extra calcistiche che hanno stroncato l’AC Bellinzona e privato il Canton Ticino di una buona opportunità per tornare ad essere rappresentato nella massima serie. Una penalizzazione che con ogni probabilità sarà pagata a caro prezzo considerando il ridimensionamento del FC Lugano, con relativo azzeramento di quel progetto Super League che ne aveva accompagnato la nascita delle ultime stagioni e la presumibile impossibilità del FC Chiasso – nonostante un mercato di assoluta qualità – di reggere il passo per un torneo intero con le grandi favorite. A cambiare almeno in parte l’immagine ancora poco conosciuta del torneo servirebbe un’impennata di presenze negli stadi, molti dei quali, a differenza di quelli di Super League, risultano essere ancora vetusti e non integralmente a regime di requisiti necessari sia in tema di sicurezza (altro nodo cruciale per recuperare un minimo di credibilità) che di confort. Eppure, se ne sono accorti in primo luogo gli addetti ai lavori, nel torneo di Challenge League non è improbabile trovare calciatori di ottimo valore e squadre che giocano un calcio piacevole e concreto. A voler guardare oltre il proprio paraocchi, è sembrato vincente il progetto della Prima Lega Promozione. Il nuovo torneo a sedici squadre, voluto dai dirigenti del calcio svizzero, è andato a referto con il predominio degli aspetti positivi su quelli negativi grazie anche ad una lotta serrata fino all’ultimo minuto di gioco sia per la promozione che per la salvezza. Il calcio ticinese guarderà quest’anno alla Prima Lega Classic con la rinascita del FC Mendrisio e con la conferma del Team Ticino. Due società fermamente intenzionate a fare meglio del recente passato nonostante le incognite di una crisi economica che sembra aver colpito maggiormente il Ticino rispetto ad altre realtà. Due squadre del Cantone anche il 2L Regionale con i Biaschesi ed il neo promosso Taverne a confronto con un calcio d’oltre Gottardo profondamente diverso e spesso difficile da leggere. L’anno che porterà le nazionali alla Coppa del Mondo vedrà le migliori squadre di club confrontarsi nuovamente con quelle di altri paesi nelle competizioni internazionali che tanta soddisfazione hanno dato lo scorso anno e tanta (buona) pubblicità hanno saputo regalare al movimento. Per soffocare eventuali dubbi sulla sua effettiva consistenza, il calcio svizzero ha necessità di migliorare un passo alla volta come ha del resto saputo fare dal 2000 in avanti. Quel piccolo passo che anche noi di CHalcio cercheremo di fare. Come sempre con il vostro aiuto, il sostegno ed i consigli.

DP

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