Eldin Jakupovic strega lo United

scritto da Pier Luigi Giganti

Lo si era visto in Svizzera per l’ultima volta nel 2009, in prestito al Grasshopper.

Poi, un girovagare senza arte né parte che l’aveva restituito alla Lokomotiv di Mosca e condotto in Grecia a difendere le maglie di Olympiakos Volos e Aris Salonicco.

Nel 2012 il ruggito delle Tigri, un richiamo inglese irresistibile per il nativo di Kozarac. L’Hull City lo adotta, tra un doppio prestito andata e ritorno nella capitale, al Leyton Orient.

Gli “amber and black” sono uno yo-yo team, rimbalzano tra Premier e Championship. Eldin non fa molto meglio, un po’ secondo portiere, un po’ terzo.

Trentanove presenze in tutto nella squadra dello East Yorkshire, quasi la metà nelle coppe nazionali. Fino a quando arriva la partita numero quaranta: dopo un paio di esibizioni convincenti in Premier, il tecnico portoghese Marco Silva lo lancia allo sbaraglio a Old Trafford, il Teatro dei Sogni.

E a casa Manchester United, il sogno del trentaduenne diventa realtà. Jakupovic tiene a bada undici Diavoli Rossi, dai nomi roboanti. Ci prova Ibra, tenta Pogba, azzarda Mata, ma non c’è nulla da fare. Davanti a loro c’è un muro, guantoni reattivi e colpo di reni bruciante.

Lo United si accontenta dello 0-0, l’Hull City inanella un punto di speranza verso un improbabile salvezza.

Per tutti gli amanti del Chalcio importa soltanto una cosa: è tornato Eldin!