Genitori, figli e calcio

scritto da Davide Perego

di Arturo Cariola **
Un triangolo sempre più complicato. Sotto il peso dell’esasperazione e di “assurde” aspettative tutto diventa più difficile. Il calcio e la sua organizzazione fanno parte di una società che non sa più aspettare, ma soprattutto, non sa più cogliere il senso della misura. Per rendersi conto di questo basta guardare una partita di calcio giovanile. Non faccio riferimenti a nessun episodio particolare, desidero solamente chiedere ai cari genitori di fare qualche riflessione domandandosi il perché un momento di festa e di sport, come la partecipazione di un figlio a una gara di calcio, possa diventare l’occasione di degenerazione indicibili.La situazione è spesso paradossale e a volte trovare delle spiegazioni
diventa molto complicato.

Chi si pone domande cerchi di cogliere il messaggio dalle sottostanti righe
scritte da un figlio che ha capito cosa gli offre il calcio e vuole solo
divertirsi. 
Cara mamma, caro papà,
giocare a calcio, lo sapete, è la mia attività preferita.
Mi diverto molto e con me tanti amici e amiche.
Gli organizzatori dei tornei e le società di calcio mi danno la possibilità di
partecipare a queste bellissime animazioni.
Non c’è competizione, ma solo la possibilità di esprimermi liberamente e
di dar sfogo al piacere del gioco.
Il contesto, lo vedete, è semplice, senza esasperazioni. Ed è proprio
quello che a me piace: poter giocare e divertirmi.
Grazie della vostra disponibilità ad accompagnarmi sui campi di gioco e
fate in modo di divertirvi pure voi. 
Tuo/a figlio/a 
Spero di aver suscitato motivo di riflessione e buonsenso. Tutti possiamo
sbagliare e tutti possiamo imparare dai nostri errori. Camminiamo
insieme ai nostri bambini fornendo esempi positivi, i nostri figli vivono
di esempi, ma anche di dialogo, comprensione e amore
** Presidente sezione tecnica FTC
Articolo tratto dalla rivista “L’Arbitro” . Numero 2 – Marzo 2015 – Per gentile concessione dell’autore.

Leggi anche questi...