Giornalisti vs protagonisti: la “lotta” continua

scritto da Davide Perego

L’occasione mi è fornita da alcuni, recenti, episodi che hanno riportato in prima pagina la problematica legata al rapporto tra giornalisti e protagonisti, siano gli ultimi artisti, atleti o politicanti professionisti e i primi giornalai, apprendisti o mammasantissima dell’opinione pubblica.
Non è da oggi, sia chiaro, che il conflitto tra il protagonista e chi racconta viaggia sulla linea sottile di un inevitabile equilibrio instabile dettato dalle situazioni, dalle emozioni e dai risultati. Risultati tradotti poi in numeri, sia per chi deve vendere un disco che per chi deve vincere una partita.
La domanda che mi pongo è quella se le rispettive parti siano convinte di aver raggiunto il gradino più alto dal quale permettersi ogni tipo di reciproco insulto.
Alla fine sono modi differenti di guadagnarsi da vivere. Modi differenti di fare soldi “lavorando”.
Restano da stabilire le responsabilità, identiche, di chi sceglie un bersaglio a prescindere e di chi non accetta i doveri dell’essere protagonista e lavoratore al tempo stesso.

L’esempio lampante è quello relativo a chi deve recensire un film, un disco o un libro. Esempio che può sconfinare tranquillamente nel campo dello sport: del singolo evento o di un singolo atteggiamento.

“Se ti azzardi a stroncare un disco , il minimo che possa capitare è rompere il rapporto con l’artista, il massimo sono le ritorsioni dell’etichetta che ti nega pubblicità utile alla sopravvivenza del tuo giornale: sembrano alibi ma non lo sono.”

Max Stefani, direttore della rivista culturale Mucchio Selvaggio, a livello di maniacalità dell’approfondire musica, cinema e libri, la numero uno in Italia, è tornato di recente anch’egli sull’argomento, nello stesso modo in cui, il ticinese “Il Mattino” ha affrontato la questione relativamente ai recenti episodi accaduti dopo una partita di Coppa Svizzera.

In realtà, di questo andazzo, prevarrà l’eccessiva cautela imposta ai giornalisti dalle proprietà editoriali. Siamo quasi al punto che nessun calciatore ha più rispetto per il cronista che lo critica perché tanto consapevole che non riceverà altro che elogi, segnalazioni e leccatine sulle chiappe da parte di ogni altro.

Si è convinti che l’amicizia e la collaborazione non debbano portare a critiche.
Ciascuno ha la propria agenda di buoni e cattivi da sfogliare prima di concedersi.
Dall’altra parte ci sono i buoni da intervistare e i cattivi da bastonare.
Le interviste sui quotidiani o settimanali di massa, rivolti al pubblico ammaestrato degli stadi, delle sale o dei teatri sono tutte simili. Potrebbero essere dei prestampati comunicati stampa che nessuno si accorgerebbe della differenza. Recensioni musicali identiche allo scopo di ricevere (gratis) i CD da chi li ha messi in commercio. Letture di partite di calcio sempre più lontane dai fatti accaduti. Insomma: compitini ben scritti.

Senza informazione coraggiosa – che vuol dire essere anche scomoda quando necessario, di fronte al protagonista – non si cresce. Ne viene a meno il confronto.

Il problema mi tocca poco e mi ha coinvolto solo marginalmente. Il mio direttore mi ha sempre dato ampia libertà purchè supportata dai fatti. Oggi che scrivo solo per me stesso e non ho padroni il mio atteggiamento di critica non è mutato. Certo, è necessario “resistere al potente” (tanto per citare “School of Rock”), accettare il rischio che comporta la propria azione.

Per qualcuno non è un mestiere ma un modo per coltivare una passione.
A chi invece ha avuto la fortuna di poter raccontare fatti e misfatti di professione, la richiesta di profonda riflessione su quanto si sta facendo.
Si parte da qui. Il protagonista si adeguerà. Per ora lo si lasci nella propria ignoranza di credere di essere il più furbo. O no?

PD

Video tratto da “The Fan” : http://www.youtube.com/watch?v=OELjwvPu9kk

6 commenti

Pao
Pao 25 Novembre 2010 - 13:40

Esattamente come dici tu.. interviste o racconti di ciò che realmente avviene sul campo non se ne trovano quasi piu. Ad esempio chi scrive del FC Chiasso,nel 80% dei casi non ha nemmeno visto la partita.. tanto vale stare zitti!

PD
PD 25 Novembre 2010 - 13:50

Ciao: mi commuove la rapidità della risposta.
La questione è delicata e va ben oltre la partita di calcio. Giornalisti imbavagliati, cronisti da studio che giudicano allenatori e giocatori seguendo contemporaneamente dieci partite sui monitor. Opinionisti tuttofare che non respirano il prfumo di uno stadio perchè in TV si vede meglio insomma i quelli che….senza sapere niente.
Scrive Guccini: "io non artista solo piccolo baccelliere, perchè per colpa d'altri, vada come vada, a volte mi vergogno di fare il mio mestiere…"

ciao e Forza Chiasso!

Anonimo
Anonimo 25 Novembre 2010 - 14:20

Ad esempio chi scrive del FC Chiasso,nel 80% dei casi non ha nemmeno visto la partita.. tanto vale stare zitti!

massì tanto anche se vengono non capiscono niente.

vecchio comunale
vecchio comunale 26 Novembre 2010 - 7:31

come spesso ti capita e nonostante la buona volontà non concludi.
si può fare informazione sportiva indipendentente o no ?

pd
pd 26 Novembre 2010 - 10:37

sempre carino tu invece…..

Cosa vuoi concludere? Posso parlare per il "mio" paese.

Informazione politica monopolizzata dagli schieramenti. Assunzioni nelle redazioni a tessera di partito o a parentele.

Informazione sportiva ancora peggio.

Si salvava il primo Indipendente di Feltri quando feltri era ancora sano di mente, si salva Internazionale ma è un prodotto di nicchia.

In campo culturale chi non fa marchette è Mucchio Selvaggio.

Ecco : si potesse avere una rivista come Mucchio sportiva sarebbe il top.

A leggere il cdt vengono spesso i brividi. Professionalità prossima allo zero, addirittura settimana scorsa hanno analizzato le partite di Coppa Wohlen – Young Boys e Kriens – GC …..evidentemente nessuno corregge e nessuno rilegge.

Difficile fare informazione sportiva senza padroni.

La soluzione potrebbero essere i blog non sponsorizzati come questo.

Poi anch'io ho le mie simpatie ed antipatie….

Pao
Pao 27 Novembre 2010 - 11:09

Pensa che già devi fare attenzione ad uno striscione esposto in curva piuttosto che una frase "che non piace" su un forum.. alle nostre latitudini..

Quindi per fortuna ci sono ancora blog e posti come questi.. liberi da manipolazioni e dal farsi dire cosa scrivere o non scrivere..

Posti come questo sono ancora quei pochi dove leggi notizie "nostrane", vere e senza condizionamenti. Sono gli ultimi posti di un calcio che non c'è più..

Più blog autonomi, piu trasferte, piu fumogeni e piu gente allo stadio, se no tanto vale andare a teatro!

saluti

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