HCS, dalla paura alla gioia: Gerndt fa esplodere il Lugano

scritto da Claudio Paronitti

Il Lugano si qualifica agli ottavi di finale dell’Helvetia Coppa Svizzera, superando all’ultimo respiro il Köniz con il punteggio di 1-0. Decisivi la parata di Da Costa su rigore di Miani e la sassata di Gerndt all’ultimo secondo di gara

Per questo secondo turno il Lugano torna al 4-3-3 di stampo zemaniano, in cui avviene il debutto assoluto in maglia bianconera di Daprelà nel ruolo di terzino sinistro. I numerosi impegni ravvicinati del periodo impongono giocoforza qualche cambiamento naturale nell’undici titolare. Con di nuovo i ragazzi della Curva Nord al seguito – i quali, per ovvi motivi legati sia ai costi elevati del viaggio che alla giornata lavorativa di giovedì, non hanno potuto intraprendere la trasferta europea in Israele – i ticinesi sono passati da una temperatura infernale di 38 gradi ai 12 dell’Oberland Bernese. E trasferirsi da un gioiello come è il “Turner Stadium” di Beer Sheva allo “Sportplatz Liebefeld Hessgut” di Köniz non è affatto missione semplice.

Come tradizione vuole, ogni partita di Coppa che vede confrontarsi una squadra di rango inferiore a una di Super League verte sulle varie emozioni che le due formazioni cercano di mettere in atto. La pazienza, dunque, risulta essere l’X-Factor determinante per potersi imporre in questo genere di sfide. Per ricercare la prima vera occasione dell’incontro si deve far girare il cronometro e giungere fino alla metà del primo tempo: dopo un lancio errato del portiere locale, Ledesma aggancia e passa al limite per Junior, che vede Bottani vicino a lui, lo serve, ma il tiro del numero 10 non gira abbastanza e termina alto sopra la traversa. Ancora il “figlio della città” ci prova, stavolta il suo destro è fiacco e non infastidisce assolutamente Keller. Al 28′ Mihajlovic viene travolto all’entrata dei sedici metri, ma l’arbitro Bieri giudica corretto l’intervento del difensore dei padroni di casa e lascia correre. Ci sono poi due colpi di testa di Piccinocchi e Culina, che non creano particolari pericoli. Ci sono voluti poco più di venti minuti di carburazione per gli ospiti, che man mano che il tempo trascorre, prendono in mano le redini del confronto, proprio nel momento in cui la pioggia fa la sua comparsa. Si fa vedere anche Junior, il quale, su assist di Bottani, cerca di coordinarsi per un sinistro in diagonale che fa solo il solletico a Keller. Un errore in fase di copertura da parte di Golemic avrebbe potuto permettere al Köniz di aprire le marcature. Il centrale serbo si perde infatti Boillat che calcia abbondantemente a lato della porta di Da Costa dal limite dell’area. Fortunatamente per i sottocenerini il centrocampista bernese è stato preso dalla fretta nel calciare. È questo il vero pericolo della prima frazione di gioco, che si è chiusa in parità e in cui si è visto un Lugano pimpante, anche se è mancata la precisione sotto porta. Come già accaduto nel turno precedente in casa del Bassecourt, nei 45′ iniziali si è assistito a un match abbastanza equilibrato, nel corso dei quali non sono di certo fioccate le chance per aprire lo score.

Mister Tami non opta per uno stravolgimento nella formazione in campo, non effettuando alcun cambio dopo la pausa del tè caldo. Dopo l’acqua, è ora il sole a fare capolino in quel del Canton Berna. La sinfonia di inizio ripresa è la medesima del primo tempo: l’equilibrio regna sovrano. Le difficoltà nell’affrontare delle formazioni che non hanno nulla da perdere sono tante. È come scalare una montagna irta e impervia. Ai padroni di casa viene pure annullata una rete per un giusto fuorigioco. Al 64′ Gerndt sostituisce Culina. All’esterno croato, pur con una buona dose di voglia di fare, manca la competizione a certi livelli. Più passano i minuti più si ha la consapevolezza che questa sfida si sta facendo sempre più complicata. Il Köniz non è il Bassecourt e fisicamente non molla un centimetro. Il tecnico bianconero tenta di correre ai ripari, inserendo Mariani al posto di un Ledesma che ha fatto vedere le sue qualità a corrente alternata. A un quarto d’ora dal termine dei tempi regolamentari, Bottani si smarca alla grande dentro l’area di rigore avversaria, manda fuori giri la difesa e centra nel vuoto: i suoi compagni di reparto, in particolare Junior, non si sono fatti trovare presenti come avrebbero dovuto. Lo spettro dei supplementari, a questo punto della partita, è cosa reale. Lo zero a zero non ha intenzione di sbloccarsi in alcun modo. E, in una seconda parte di gara in cui le occasioni si possono contare sulle dita di una mano, questa sembra essere la logica conseguenza nel pomeriggio bernese. Fino all’89’, però. Yao, che ha disputato un incontro senza pecche, stende clamorosamente due avversari nell’area di rigore, Bieri è irremovibile e concede giustamente il tiro dal dischetto. Dagli undici metri si presenta Miani: il numero otto locale si fa ipnotizzare da Da Costa, il quale non si muove fino all’ultimo, si lancia sulla sua sinistra e respinge il penalty. Gol sbagliato, gol subito. La legge, non scritta, del calcio si rivela, una volta di più, esatta. All’ultimo secondo, Gerndt, esattamente come aveva fatto contro il Thun, fa esplodere un sinistro dal limite dell’area e fulmina un impotente Keller. Dalla paura dell’eliminazione alla gioia per la qualificazione. Si potrebbe descrivere così la giornata, o meglio gli ultimi cinque minuti, che ha visto il Lugano imporsi come logica voleva, ma con un pizzico di sofferenza di troppo. L’importante, però, è il superamento del turno.

Alle 18:00, negli studi della televisione svizzero-tedesca verrà effettuato il sorteggio degli ottavi di finale.

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