HCS, Lugano avanti con il brivido

scritto da Claudio Paronitti

Il maxi-turnover operato da mister Tami produce una prestazione superficiale degli elementi finora meno utilizzati. Il Lugano va in vantaggio, non chiude l’incontro e viene portato fino ai supplementari da uno Schötz mai domo. Decide un gol di Crnigoj al 118′

Con i soli Rouiller (squalificato in vista della sfida di domenica contro il Lucerna), Piccinocchi e Gerndt a fare da “superstiti” nell’undici titolare rispetto al pareggio conquistato in Vallese quattro giorni or sono, i bianconeri, nel più classico degli incontri di Coppa Svizzera che mette di fronte delle formazioni di categoria differente, faticano più del dovuto sul campetto di periferia di Schötz. Volendo fare un paragone con il turno precedente, quando i ticinesi si erano imposti all’ultimo respiro in quel di Köniz, il primo tempo della serata odierna offre veramente poco dal punto di vista dello spettacolo. O, almeno, ciò capita per ben trentacinque minuti, nel corso dei quali i padroni di casa tengono molto bene il campo e non soffrono praticamente mai. Al 37′, però, come un fulmine a ciel sereno, si sveglia il Lugano, che colpisce una traversa con Vécsei. Assistito da un Gerndt che fa reparto da solo, l’ungherese fa esplodere un mancino (deviato di testa da un difensore) dal limite dell’area che termina la sua corsa sbattendo sul legno superiore della porta di Stadelmann. Forse scossi da questa chance di passare in vantaggio, i ticinesi si creano altre tre occasioni nello spazio di due giri d’orologio. La prima è una punizione dal limite velenosa di Gerndt, su cui il portiere lucernese si interpone, lasciando lì la sfera per l’accorrente Marzouk, che con un po’ di cattiveria in più avrebbe potuto portare in vantaggio i suoi. Proprio allo scadere dell’unico minuto di recupero decretato dal direttore di gara Jaccottet, ecco che si presenta un’occasione colossale: ancora Marzouk, stavolta decentrato sulla sinistra, pennella un cross per Milosavljevic con la palla che chiede solo di essere spinta in fondo al sacco. Invece, il serbo si “inventa” un colpo di testa che si chiude sul fondo. Se questa prima parte doveva dare delle indicazioni sulla voglia e sul carattere di chi gioca meno, beh, la possibilità di mettersi in mostra non è stata sfruttata appieno da chi di dovere, pensiamo in particolare ai già citati Marzouk e Milosavljevic, ma anche a Yao e Amuzie. Questi quattro giocatori hanno messo insieme una prestazione di livello basso, il che conferma che con loro in particolare il lavoro da svolgere è ancora molto.

E questo nonostante sia proprio uno degli elementi citati, Marzouk, a porre la firma sul vantaggio dei suoi. Su un tiro-cross di Sulmoni, liberatosi alla grande dopo aver disorientato ben due avversari, il franco-marocchino interviene sotto porta appoggiando in rete il pallone dell’uno a zero. Fortunatamente per gli ospiti, l’attaccante si trova in posizione regolare. Il cronometro marca il minuto numero 54 e il gol arriva come una liberazione per un Lugano che ha sì tanto possesso palla, ma che pecca troppo spesso di ingenuità individuali nella costruzione della manovra. Con l’uscita di Piccinocchi, avvenuta all’ora di gioco, e la conseguente entrata di Crnigoj, i bianconeri perdono parecchia qualità in mezzo al campo, anche se ne guadagnano in fisicità. A conferma che la luce pare essersi spenta, e che lo Schötz capisce che può superare i vari reparti con lanci lunghi, arriva un’occasione per i lucernesi. Un rinvio profondo che scavalca tutti arriva sui piedi di Haziri, che, dentro l’area di rigore, supera Rouiller centrando da par suo al centro. Nessuno dei suoi compagni riesce a ribadire in rete, anche grazie allo stesso difensore vallesano che si immola e respinge il pericolo. Scampato questo momento di difficoltà, i sottocenerini si ributtano in avanti. Milosaljevic conquista una punizione dai trenta metri, Vécsei si presenta sul punto di battuta e cross per il liberissimo Amuzie: il colpo di testa del nigeriano si stampa sull’incrocio dei pali. Sulla ribattuta interviene Rouiller che vede il suo piatto destro deviato in calcio d’angolo all’ultimo da un difensore locale. Di chiudere il match e metterlo in ghiaccio il Lugano non ne ha per niente voglia, tant’è che con il neo-entrato Junior (che ha sostituito un infaticabile Gerndt) spreca la palla della sicurezza, sparando alto da buona posizione. Il rischio è sempre dietro l’angolo. A dieci minuti dal termine i lucernesi vanno vicinissimi al punto del pareggio in due occasioni. Prima con una punizione beffarda deviata sopra la traversa da Kiassumbua e poi con lo stesso portiere congolese, aiutato da Marzouk, che respinge un tiro sbucciato di Ferricchio da zero metri. La paura c’è, eccome se c’è. Il pubblico di casa ci crede e spinge i propri beniamini all’ultimo assalto. Kiassumbua salva con un riflesso pazzesco su Haziri, il quale, trascorsi pochi secondi, fa gioire il “Centro Sportivo Wissenhusen” con un gol mancino che, per l’estrema superficialità dimostrata dai bianconeri, è meritato. Si va così ai supplementari: un bel, e giusto, premio per una squadra di casa che ci ha creduto fino all’ultimo secondo.

Effettuato il terzo cambio con l’entrata di Mariani al posto di un impalpabile Milosavljevic, i bianconeri premono sull’acceleratore fin dai primi secondi dell’extra-time. Così, una rimessa di Amuzie viene spizzata quel tanto che basta da Junior che mette Vécsei in condizione di calciare di destro e superare un ottimo Stadelmann, che ha tenuto in scacco i ticinesi in più occasioni con parate prodigiose e uscite perfette. Nell’occasione, grande lavoro di Crnigoj che riesce a portar via un uomo dalle marcature dell’ungherese, trovatosi libero di insaccare il punto del nuovo vantaggio. Quando tutto sembra filare liscio, ecco giungere un colpo di scena inaspettato. Una sciocchezza (per non essere più crudeli nei termini) di Marzouk che dà un calcio, a gioco fermo, a un difensore dello Schötz viene visto, e ci mancherebbe altro, dall’arbitro. L’attaccante bianconero, già ammonito nei novanta regolamentari, si becca il secondo giallo che lo manda a farsi una doccia anticipata. Un’azione, quella di Marzouk, assolutamente inaccettabile e ingiustificabile, che mette in ambasce i suoi compagni per i minuti rimanenti della sfida. Lo Schötz non è riuscito a rendersi pericoloso per tutto il primo supplementare. Poi, una papera colossale di Kiassumbua cambia le coordinate del match. L’estremo difensore luganese esce letteralmente a farfalle su una punizione calciata dal cerchio di metà campo e permette a Gänsler di superarlo di testa. Cosa che non riesce a Vécsei al 117′. La sua inzuccata su assist di Mariani termina di poco a lato. Stadelmann, nettamente il migliore dei padroni di casa, commette un errore qualche secondo più tardi. Il portiere lucernese rinvia, ma il pallone arriva a Crnigoj che come un centometrista si propone in uno scatto micidiale e batte in uscita il numero 18 di casa. Il punto decisivo? Sì, perché un Lugano ingenuo più del dovuto si impone e supera il turno con troppi brividi non richiesti.

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