Il Chiasso, la legge della quarta e l’Aarau che dorme coi fantasmi

scritto da Davide Perego

Una rimonta d’altri tempi, ha interrotto la serie negativa con la quale la squadra di Stefano Maccoppi aveva iniziato questa nuova stagione di Challenge League.

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO – Nella fresca serata del “Riva IV” si sono viste due partite differenti soltanto perché il primo tempo dei rossoblù è stato condizionato da alcuni imperdonabili errori difensivi che hanno permesso all’Aarau di ritrovarsi senza alcun merito in doppio vantaggio e solo un miracolo di Guarnone, sugli sviluppi di un corner ed un colpo di testa di Thaler, ha negato addirittura il 3-0 alla squadra di Rahmen, sul cui conto vanno però accettate alcune osservazioni.

Ci penserà senza dubbio il Mister del Chiasso – lui che è stato un ottimo difensore centrale – ad approfondire con la sua giovanissima squadra le modalità che hanno permesso a Rossini e Schneuwly di finalizzare i gravi errori dei difensori pur riconoscendo a Dixon di non avere alcuna responsabilità nelle rare puntate offensive degli ospiti. A tratti imbarazzante per la categoria, l’atteggiamento tecnico e tattico di alcuni dei protagonisti ha chiarito ancora una volta che il livello di questa categoria non sembra al momento destinato ad un miglioramento.

Se però il Chiasso può giocare con orgoglio l’attenuante della beata gioventù, di certo non si può scrivere altrettanto della squadra di Rahmen che i giovani li lascia “politicamente” a casa o in panchina per puntare essenzialmente tutto quanto su giocatori in condizioni critiche anche da un aspetto atletico come Zverotic, Misic e Neumayr che proprio grazie all’impoverimento del campionato riescono ancora (saltuariamente) a galleggiare.

AARAU, LA SOLITA SQUADRA – L’Aarau – non per sminuire i contenuti della prestazione avversaria – ha giocato la partita fotocopia del 23 maggio trovandosi in vantaggio senza merito e preoccupandosi unicamente di difendere il risultato senza un comune denominatore. I fantasmi della clamorosa sconfitta nel barrage, costata una Super League già in tasca, non sono i soli alibi che questa squadra può prendere in considerazione.

Le impietose statistiche del primo tempo, unite all’apparente dispnea, avevano del resto lasciato intendere una seconda frazione di completa sofferenza che grazie al capolavoro di Sofian Bahloul che ha riaperto il confronto prima della pausa (un classico goal alla Leo Messi), si sono trasformate in incubo dopo il clamoroso autogol del tedesco Leo, almeno fino a quel momento uno dei migliori dei suoi insieme all’incontenibile fluidificante Giger e al promettente trottolino Pepsi. Nella rete del temporaneo 2-2, la squadra di Rahmen commette tutta una serie catastrofica di errori degni di una squadra da gruppo vacanze.

…MA IL CHIASSO – Trascinato a centrocampo dall’ottimo Hajrizi – giocatore che recita alla perfezione uno dei compiti più belli per chi ama praticare questo sport – il Chiasso ha fritto in padella con grande naturalezza un avversario moribondo e lo ha fatto mettendo in vetrina una personalità atipica per l’età media della squadra.

Certamente, la prestazione di Bahloul (reo di aver fallito dopo soli tre minuti la più clamorosa delle occasioni, passata inosservata alla regia della SFL) è stata determinante (rimandato con riserva il resto del reparto), ma il Chiasso – tra l’altro privo dell’ottimo Siyar Doldur – ha fatto male in qualunque circostanza in una ripresa che ha reso merito all’ andamento generale dell’incontro facendo tornare i conti. Reduce da uno stop per guai muscolari, Pollero ha messo la ciliegina sulla torta delle buone notizie che alla vigilia della trasferta alla “Bouleyres” non possono che essere di buon auspicio.

…E UNA PARTE DEL PUBBLICO – Una tirata d’orecchie a quella parte di pubblico della tribuna che continuiamo a non comprendere perché vada allo stadio. Il povero Stefano Maccoppi, secondo le urla provenienti dal settore centrale, avrebbe dovuto andarsene a casa dopo il raddoppio casuale di Schneuwly; avrebbe dovuto cambiare il portiere, i due centrali, il terzino sinistro e la punta “cui scarp bianc” dopo mezzo tempo ed infine, la squadra tutta (che stava giocando un buon calcio) è stata invitata a vergognarsi. È un peccato che i giocatori, già in difficoltà per l’illogicità del risultato, debbano condividere ogni volta la necessità di una reazione senza l’appoggio di una parte del già poco numeroso pubblico. In tutte le altre piazze della Challenge League, questo atteggiamento è raramente percettibile: sarebbe ora di darci un taglio o di andare al circolo a fare una briscola.

CABALA – Come nella stagione 2018-19, il Chiasso ha perso le prime tre partite di campionato per poi ritrovare il sorriso nella quarta. Infatti, al 3-1 casalingo con il Vaduz seguì la seconda sconfitta interna con il Servette (0-3) e quella più pesante della Pontaise con il Losanna (5-1). A lenire i primi sintomi di contestazione ci pensò poi lo Sciaffusa di Boris Smiljanic, battuto 2-1 al “Riva IV” il 10 agosto da una rete di Josipovic a sette minuti dal termine. I rossoblù hanno un abbonamento particolare con questi giorni della stagione. Il 9 agosto 2017 il Chiasso vinse al quarto tentativo la sua prima gara stagionale battendo 1-0 il Rapperswil – sempre al “Riva IV” – con una rete di Farrugia. Buona la quarta anche nel 2016: era il 10 agosto quando la squadra di Beppe Scienza vinse 2-1 alla Niedermatten con una doppietta di Deniz Mujic. Per trovare una vittoria prima della quarta giornata bisogna tornare al 26 luglio 2015: Chiasso – Sciaffusa 3-0,  Marco Schällibaum in panchina, reti di Ciarrocchi, Cortelezzi e Diarra.

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