Il mercato tra Svizzera e candidati agli europei

scritto da Davide Perego



di Pierluigi Tami

Dopo la prima parte di campionato e la pausa invernale, le sorti del torneo di Super League si giocheranno a primavera. Ma prima c’è una sorta di “girone intermedio”, quello che si gioca dietro le scrivanie: il campionato del mercato. Per quanto riguarda gli arrivi, in Svizzera sono poche le realtà in grado davvero di determinare fino in fondo le proprie scelte, mentre per gli altri si tratta sovente di correre ai ripari. Un esempio su tutti è quello del mio Grasshopper. Ad inizio campionato, ad essere al centro dell’attenzione sul mercato era un solo giocatore su tutti quelli disponibili in rosa.
Ora, alla pausa, mezza squadra ha richieste e suscita l’interesse di altri club. La volontà della società è certamente quella di dare continuità al progetto lanciato la scorsa estate, ma la probabilità di dover affrontare delle partenze è piuttosto alta. E quindi bisogna immediatamente organizzarsi reagire con dei nuovi giocatori da scegliere, sempre nei limiti delle disponibilità economiche del club.
E quella del Gc è una situazione comune a gran parte delle formazioni del massimo campionato elvetico. Confrontati con i grandi tornei che li circondano, i club di Super League si accorgono ben presto del fatto che le differenze economiche sono enormi e anche i giocatori, ad un certo punto della carriera, hanno tutto l’interesse a monetizzare il più possibile la loro attività. E le società svizzere ben difficilmente riescono a dire di no. Forse soltanto Basilea, Young Boys e in parte Sion hanno questa possibilità, ma non per tutti i giocatori. Altrimenti a vendere si è, per così dire, “condannati” anche per ragioni di budget. LEGGI IL RESTO

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