di Libero D’Agostino
Nella Giulini story, non c’è solo la triste parabola umana di un imprenditore fantasista capace di numeri incredibili pur di continuare a millantare ricchezze che non ha. C’è il tracciato clinico di quella sindrome ticinese che fa perdere a tutti la testa appena si sente l’odore dei soldi, quel fruscio del denaro che confonde la capacità di discernimento e fa abboccare alle promesse del primo imbonitore che si presenta con le tasche sonanti. Il caso di Gabriele Giulini (Foto archivio CHalcio) non è , dunque, solo la storia di Giulini, che pochi giorni fa ha visto andare in fumo anche la sua società Olosport – quella che doveva essere l’architrave dei nuovi fasti del Bellinzona calcio risucchiato poi una voragine di sette milioni di debiti – è l’ennesima recita di quell’infausto copione di un cantone che si lascia ammaliare dai soldi facili.
È fallita la Olosport che doveva costruire campi da gioco in erba sintetica. Sintetici come i solenni impegni milionari dell’ex presidente dell’AcB che avrebbero salvato la squadra, ingenti capitali che dovevano arrivare da un momento all’altro e mai sono arrivati, e altre vagonate di milioni, sempre in arrivo, per costruire uno stadio prima a Bellinzona e poi a Castione. Soldi, soldi, soldi da far perdere la testa, come quel milione pronta cassa promesso al Comune di Castione. LEGGI IL RESTO