La Nati e il piede in Russia – Akanji & Zakaria sono già il presente, ma perché si abbassa il baricentro?

scritto da Pier Luigi Giganti

Già al momento del sorteggio l’avevamo detto ed eravamo in ottima compagnia. Questa Irlanda del Nord era l’avversario più malleabile che potesse capitare alla Svizzera.Il confronto di Windsor Park ha chiaramente spiegato il perché. Tra Green Army e rossocrociati c’è un abisso a livello tecnico e di palleggio. In realtà anche le tanto pubblicizzate intensità e cattiveria agonistica dei padroni di casa si sono viste fino a un certo punto.

L’unico elemento che non è mancato nella piovosa serata di Belfast è stato l’impatto sonoro del meraviglioso pubblico di casa.

Come sempre, nel calcio, i demeriti di chi perde vanno di pari passo ai meriti di chi s’impone. Allora giù il cappello di fronte a Petkovic che ha sfoderato un “perfect game”.

Akanji è il futuro della retroguardia della Nazionale svizzera, ma probabilmente anche il presente e con Schär forma una coppia centrale praticamente invalicabile. Zakaria ha portato vivacità e quel tocco di sana gioventù a un reparto mediano che nelle ultime uscite era apparso sin troppo stantio. Zuber, poi, sulla corsia sinistra, dà quella pennellata di imprevedibilità che Mehmedi non regala più da troppe sfide.

Certo, non tutto è perfetto. Dzemaili ha pagato la desuetudine al calcio continentale e la sosta forzata degli ultimi quindici giorni, mentre Xhaka sbaglia sempre qualche palla di troppa per prendere in mano questa Nazionale.

A volerla dire tutta non è piaciuto nemmeno l’abbassamento, eccessivo, del baricentro negli ultimi venti minuti. Una formazione dalla cifra tecnica più importante dei nordirlandesi avrebbe castigato senza pietà la Svizzera. Insomma, la Russia è dietro l’angolo, ma Petko oltre a confermare gli innesti di questa sera dovrà lavorare sull’atteggiamento della squadra se la prossima estate si vuole provare ad arrivare più lontano dei soliti ottavi.

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