La (triste) storia recente della Challenge League

scritto da Davide Perego

La storia recente della ragione sociale “Challenge League” è abbinata a campionati palesemente “irregolari” con lunghi periodi di svolgimento di dubbia correttezza morale.

Ne è un esempio (ultimo) la legittima e condivisibile decisione del Presidente del FC Le Mont, Serge Duperret che in largo anticipo sulla fine del torneo ha annunciato l’intenzione della sua società di non iscrivere la prima squadra al prossimo campionato. Tutto questo getta nello sconforto non solo i tifosi del piccolo club vodese (che in esaustivo comunicato hanno messo a nudo con lucidità parecchie problematiche), ma anche tutti gli operatori del settore e gli appassionati stessi. Situazione simile a quella del Le Mont l’abbiamo vissuta lo scorso anno quando al FC Bienne fu ritirata la licenza in data 27 Aprile. La stagione precedente (2014-2015) fu il turno del Servette che riuscì a concludere il campionato con 67 punti nonostante fosse chiaro a tutti che non avrebbe ottenuto che una licenza per ripartire dalla 1^ Promotion.

Nel 2012/2013 fu respinta la concessione della licenza all’AC Bellinzona e nell’ancora campionato a sedici squadre 2008/2009 furono addirittura due le squadre inadempienti per poter pretendere di rigiocare in Challenge League: Concordia e La Chaux de Fonds. E’stata però in particolare la trasformazione del campionato a dieci squadre ad aver incredibilmente portato a campionati condizionati dall’incertezza. Si pensi solo alla stagione in corso, ai problemi (ora apparentemente risolti) del FC Wil e a quelli (inaspettatamente) irrisolvibili del FC Le Mont. E forse non è ancora finita.

1 commento

Aquilotto
Aquilotto 3 Maggio 2017 - 11:59

La delusione più grande a livello sportivo una dozzina d’anni fa: una squadra della Svizzera interna stava stravincendo il campionato di Challenge league, nessuno sembrava potesse fermarla, troppo il divario con la seconda e le altre.
Dopo una vittoria a bordo campo una intervista con non ricordo nemmeno più un giocatore o qualcun altro della squadra. L’intervistatore raggiante faceva i complimenti alla squadra e chiedeva i programmi per l’anno dopo nella massima serie. A quel punto l’intervistato disse quello che non t’aspetti: “No, va beh noi non siamo attrezzati per la massima serie, va bene anche così…”
Altra domanda sul campionato di vertice ormai acquisito e altra risposta incomprensibile: No, noi ci accontentiamo di così, va bene anche così, non siamo pronti per un campionato come la massima serie…
Tra me e me dicevo “Ma cosa sta dicendo!!!
Come andò a finire?
La squadra nella restante pare di campionato cominciò ad inanellare una serie di sconfitte inspiegabili dentro e fuori casa, e in classifica fu risucchiata via via dalle altre squadre.
Ma uno in questi casi ma cosa deve pensare?!?

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