L’addio di Mattia Acquadro, centrale del Novazzano

scritto da Walter Savigliano

 

Riportiamo il bellissimo testo di Mattia, che ha scritto sui suoi profili social.

Avevo scritto un post strappalacrime e attira-likessss, ma niente… la tentazione di fare il pirla anche ora è stata troppo grande.

Detto ciò…

Andiamo dritti al punto: alla veneranda età di 32 anni, appendo le scarpette al chiodo.

Negli ultimi giorni ho riflettuto se stessi facendo la scelta giusta o meno.

Ma erano troppi anni che molti amanti del bel giuoco bramavano questo fatidico momento e non potevo deluderli nuovamente.

Devo però essere sincero…

Sono molto dispiaciuto che in molti non abbiano mai apprezzato a sufficienza i miei tacchi funambolici al limite dell’area di rigore, i miei stacchi di testa possenti senza staccare i piedi da terra e le sventagliate millimetriche perfette sui piedi… dei guardalinee.

Giocate degne di nota ma che troppe volte sono passate inosservate.

Ma tant’è…

Il calcio è anche questo.

Ho avuto la fortuna di fare una simil “carriera” sfruttando le mie poche, quasi nulle, qualità e usando solo e tanto il cervello… che prontamente staccavo quando uscivo da un campo da calcio.

Non si sa mai che si affaticasse troppo….

A parte gli scherzi, giocare è stata una pacchia e forse avrei potuto fare qualche anno in più.

Ma fortunatamente i due neuroni che mi sono rimasti, hanno smesso di fare a gara a chi fosse più ignorante, e mi hanno permesso di avviare delle mie attività, piccole ma delle quali vado molto fiero.

Quindi seppur rincorrere gli attaccanti avversari e cercare di stenderli con metodi poco ortodossi è da sempre il mio hobby preferito, ci sono cose più importanti a cui bisogna per forza dare il giusto spazio.

Il lavoro è decisamente una di queste.

E poi gli affetti personali, che negli ultimi mesi tra i mille impegni, ho imperdonabilmente trascurato.

Insomma è arrivato il momento in cui il weekend è più bello passarlo con le persone che ami e che vedi poco, piuttosto che dietro ad un pallone.

In più il calcio non mi faceva più divertire come un bambino rispetto ad una volta.

E non volevo prendere in giro nessuno, strappando un altro contratto e sentirmi un delinquente il giorno dello stipendio.

Spero comunque di aver fatto divertire fino all’ultimo i miei compagni, perché fare il giullare nello spogliatoio è un onesto lavoro che mi sono sempre preso la briga di portare avanti.

Alla fine non ci sono vittorie senza sorriso.

Ora qualche ringraziamento.

In primis grazie a tutta la famiglia AS Novazzano 1968, che ha compreso i miei silenzi dell’ultimo periodo, coccolato e salutato in modo affettuoso.

Non avrei potuto desiderare società migliore.

Alla fine è sempre difficile rendersi conto che qualcosa d’importante sta finendo.

Grazie anche a tutti quelli che mi hanno sopportato, soprattutto negli ultimi anni.

So di essere stato un bel cagacazzo e che in molti si sono tenuti sulla lingua svariati vaffanculo (ma alla fine con un petto come il mio voglio vedere chi aveva il coraggio di dirmi qualcosa!!!!???).

Grazie ai massaggiatori, ai magazzinieri e tutte quelle persone silenziose con cui ogni anno ho sempre avuto un rapporto speciale.

Grazie a chi mi ha fatto sentire scarso, perché avrei rischiato di accontentarmi e non spingermi a migliorarmi ogni anno.

Ultimissima cosa, seria, e poi concludo…

la voglio dire a Simona ed Ermanno, che hanno rinunciato a vedermi crescere per farmi inseguire il mio sogno.

Hanno sacrificato forse gli anni più belli, quelli dell’adolescenza del proprio figlio, accontentandosi di vedermi 90 minuti a settimana.

Da lontano. In tribuna.

Fossi stato un attaccante avrebbero almeno gioito per i gol, invece si sono dovuti accontentare di scivolate, cartellini gialli e spazzate alla viva al parroco.

La dura vita del genitore di un difensore?‍♂️.

Sognavo di regalarvi una villetta in Costa Smeralda facendo la carriera da super calciatore… invece muti e rassegnati al Residence Mariuccia a Pietra Ligure, e via andare.?

Penso di aver detto tutto.

E’ ora di accendere la griglia e godermi la prima estate senza bestemmie da ritiro.

E cercare di combattere la pancia da birra.

Seppur la metto sul ridere, so già che tutto quello che mi ha regalato questo splendido sport, mi mancherà presto.

Alla fine se sono così come sono ora, merito o demerito, è soprattutto per quello che ho vissuto grazie al calcio.

È stato tutto molto bello.

Grazie!

✌️