L’alfabeto di CHIARO-SCURO

scritto da Davide Perego

di Ruggero Glaus

A come avvicendamento. Quello forzato in panchina, che poi, tanto forzato non lo è stato, in quanto, una liberatoria di 30’000 fr. pareva quasi un invito ad andarsene. Difatti Schällibaum non ci ha pensato due volte, anche perché, dietro di lui, incombeva la scomoda sagoma di Camolese.
B come serie B o Challenge-League. Una categoria alla quale da un paio d’anni il Chiasso si aggrappa con tutta la sua forza e che vorrebbe conservare. Si può fare, a condizione che tutti, ma veramente tutti remino nella stessa direzione, dalla società ai sostenitori, che ultimamente per la verità, lasciano un po’ a desiderare.
C come CHIASSO. Un nome, una garanzia. Un esempio unico a livello forse Continentale. Ecco perché la storia del nostro amato club ha un senso ed ecco perché la tradizione deve continuare nonostante le intrinseche difficoltà.
D come Della Torre, una persona alla quale tutti noi dobbiamo essere riconoscenti per sempre. Senza smania di protagonismo, si è superato in altruismo per amore di un club che ha sempre portato nel cuore e per il quale ancora oggi vibra, anche se lui cerca di non farlo trapelare.
E come eccitazione. Quella proposta da Fabio Galante, che a un certo punto pensava e sperava di raggiungere e superare il Losanna. Un peccato di presunzione, dettato più che altro dal desiderio di coronare un sogno, che rimane nel cassetto, ma che non si sa mai, dato che il mondo del calcio è colmo di sorprese. Forse un giorno, potrebbe anche succedere. Se invece cosi’ non sarà, è comunque bello sognarlo, rimanendo con i piedi saldi a terra, ben ancorati sul suolo della CHL, il che è già un mezzo miracolo.
F come fedelissimi. Quel nutrito gruppo di sostenitori rossoblu, che non manca mai di seguire e sostenere la squadra anche negli angoli più remoti della Confederazione. Fossimo tutti cosi’, allora la frequentazione al Riva IV, potrebbe addirittura essere triplicata. 
G come goleador. Ultimamente a Chiasso davvero merce rara. Ora si spera che il Natale, porti ai piedi dell’alberello, un rapace dell’area con l’attitudine giusta. Los si cerca come il pane e potrebbe essere la soluzione per uscire dal tunnel. Ecco Galante. Anziché sognare ad occhi aperti, dimostraci con i fatti che non sei soltanto bello e simpatico.
H come hainoi. Nel bel mezzo delle festività natalizie, non possiamo esimerci dal cibarsi di preoccupazioni. La classifica purtroppo piange e non c’è modo di consolarsi. Ma siccome la Befana si porterà via tutte le feste, facciamo in modo di imbarcare sulla sua scopa, anche tutte le nostre perplessità. C’è ancora speranza e non è un sogno da realizzare, bensì una necessità e un dovere.
I a come iniziativa. Visto il periodo di magra in fatto di popolarità, al di la di un doveroso correttivo alla rosa, gradiremmo dalla dirigenza, qualche iniziativa atta ad attirare più interesse al Riva IV. Entrate agevolate e altre innovazioni, che possano per davvero reintegrare in famiglia diversi morosi che hanno smarrito l’entusiasmo per una squadra che non si può dimenticare, ma che molti ora credono di poter snobbare.

K come kollon. Nell’antica Grecia, le gradinate di un teatro. Rinfrescata e abbellita la tribuna principale, sarebbe fantastico ora poter ammirare dal lato opposto, un’altra tribuna, magari più modesta ma accogliente. Con un sacrificio sostenibile, il Riva IV potrebbe per davvero fregiarsi dell’appellativo di stadio, offrendo un colpo d’occhio decisamente diverso e stimolante per tutti.
L come licenza. Per ottenerla ci vogliono sempre più sforzi e risorse finanziarie. Le entrate a Chiasso sono quelle che sono e allora dobbiamo essere grati a coloro che ci consentono di poter mantenere una squadra a certi livelli. Il pensiero ovviamente va agli sponsor, ai sostenitori che agiscono nell’ombra, ma soprattutto adesso, alla nuova proprietà, che si mantiene modestamente in seconda linea, senza tuttavia mancare alle esigenze del club. Ultimamente dispensiamo solo critiche in funzione dei risultati e forse è giusto cosi’.
Ciononostante, a mente fredda, é bene ricordarsi che senza di essa, oggi il Chiasso si dimenerebbe nel limbo del calcio nazionale.
M come Mister. Ne sono transitati tanti a Chiasso e tanti altri speriamo ne transiteranno. Loro, hanno sempre la valigia pronta, ma uno, ultimamente per la fretta, è partito senza bagagli. Rimane un fatto un po’ misterioso ma tant’è. Il fatto è che ha lasciato un po’ tutti nei guai, soprattutto Camolese, che in cuor suo mordeva il freno e che ora mastica amaro. Dovrà ingegnarsi per dimostrare che non è giunto per caso e che la valigia la può mettere in un angolo. Non lo invidiamo, mal o sosteniamo poiché è persona che ci ispira fiducia e alla quale è giusto concedere del tempo per lasciare la sua impronta. Se son rose, fioriranno, anzi, se son primule sbocceranno in primavera, poiché sarà in quel periodo che il Chiasso si giocherà la
sua credibilità.
N come Natale. Siccome ci dobbiamo sentire tutti più buoni, formuliamo i migliori auguri di buone feste a tutta la famiglia rossoblu e nel pacco regalo mettiamo tutta la nostra simpatia per la squadra del cuore, che non sta attraversando il suo miglior momento, ma alla quale vogliamo prospettare un immediato futuro degno della tradizione di un piccolo grande club, che ha sempre saputo distinguersi anche in periodi critici. 110 anni di storia ci insegnano che il FC CHIASSO, con ogni probabilità è indistruttibile.
O come osare. In tempi remoti ma indimenticabili, nelle partite casalinghe il Chiasso incuteva paura a chiunque. Come al Comacini, anche al Riva IV si può e si deve rinverdire la tradizione. Quanto vorremmo poter ammirare un Chiasso aggressivo e intrattabile sul proprio campo! È giunta l’ora della riscossa. In tribuna e sugli spalti devono tornare ad imperare l’entusiasmo e la passione. Basta mugugni. Ne abbiamo tutti abbastanza. Invertiamo la tendenza tutti assieme.
P come pausa. Già, la tregua invernale che possa porre rimedio ad una prima fase stagionale per certi versi controversa. Dapprima l’esaltazione per un presunto ruolo da protagonisti, poi, la frustrazione per un costante regresso in classifica. Tutto materiale che merita un approfondito esame di coscienza, onde trovare i correttivi giusti per uscire da quella che innegabilmente è una crisi di gioco e di risultati. Compito delicato ma non impossibile se chi deve decidere, lo saprà fare con professionalità e cognizione di causa. Siamo nelle mani giuste? La risposta non tarderà ad arrivare.
Q come qualcuno. Si, qualcuno che possa rivendicare la nostra identità, senza nulla togliere a dirigenti esteri che sanno di essere i benvenuti, ma che si devono altre si render conto che l’identità locale è sacra per i chiassesi. Ed è perciò che siamo grati ai quadri rossoblu, per il gradito e opportuno ritorno all’ovile di Mattia Croci-Torti, uno di noi per intenderci. Uno che ha sudato per la maglia e che certamente si dannerà l’anima per risollevare le sorti di una squadra in debito di morale e che necessita di una scossa, prima ancora che dei consigli tecnici. Uno per ora può anche bastare ma se in futuro ci fossero altri disposti a seguire le orme di Mattia, ben vengano. Il Chiasso, lo si può anche prestare ma deve rimanere proprietà dei rossoblu. È stato così per oltre un secolo.
R come rossoblu. Saremo anche antiquati tuttavia a noi, fa sempre un enorme piacere vedere i nostro giocatori indossare la maglia rossoblu a strisce. Negli ultimi tempi, per imposizioni della Lega, spesso ci è stato negato questo diritto. Saranno anche solo dettagli, ma siccome molti di noi ci tengono ancora, chiediamo ai dirigenti di sensibilizzare i „ cervelloni“ di Muri, per rivendicare un nostro sacrosanto diritto. In trasferta, vada pure per una maglia bianca ma in casa, per favore, deve imperare il rossoblu. Grazie per l’attenzione.
S come sistema. Giancarlo Camolese avrà la sua filosofia calcistica che adatterà crediamo, al materiale umano a disposizione. Speriamo si renda conto che in Svizzera, in CHL, più della tattica vera e propria, assumono maggior importanza, la grinta e la condizione atletica. Se si adeguerà, potrà poi metterci del suo per impostare nel migliore dei modi la partita, ma se perderà di vista queste particolari esigenze, pure lui andrà incontro a spiacevoli sorprese. È un suggerimento che ci permettiamo di dare, visto che il tecnico è alle sue prime esperienze pedatorie elvetiche.
T come tifo. Tocchiamo un tasto dolente. A Chiasso e già lo abbiamo rimarcato, l’attaccamento alla squadra, almeno allo stadio lo si misura in modo allarmante. Eppure, i rossoblu da sempre godono di ampi favori, ben al di fuori delle proprie mura domestiche. Purtroppo c’è parecchia indifferenza e questo è dovuto in gran parte alla scarsità di risultati probanti. L’amore per il Chiasso insomma c’e’ ancora, ma si nasconde. Il nostro augurio è che si possa rivedere un pubblico dignitoso e trascinante, come nei tempi migliori, che non sono poi cosi’ lontani. Nessuno pretende la luna, bensì una squadra onesta e votata alla giusta causa e qui sono i giocatori che possono far di più.
U come umiltà. Quella che forse si è fatta un po’ desiderare in tempi meno sospetti, quando per intenderci quasi quasi, non si toccava più terra. Per volare, ci vogliono le ali e al Riva IV gli angeli sono rari. Personalmente ne ricordo uno. Si chiama Rafael. Con lui si volava sul serio, ma poi, fatalmente si è dileguato. Fermo restando che sognare non costa nulla, è comunque consigliabile rimanere realisti ed accontentarsi di quel che si ha, che ad ogni buon conto, è già molto in funzione delle disponibilità. Meglio dunque abbracciare l’umiltà e perseguire obbiettivi alla portata, anziché fare voli pindarici. Come già osservato, se poi un giorno si dovessero aprire prospettive allettanti con mezzi adeguati, beh, allora forse, si potrebbe anche fare uno strappo alla regola.
V come vittoria. Quella che manca ormai dal lontano 23 agosto scorso. Pare una barzelletta e invece è la pura verità. Quando si riprenderà a febbraio, saranno passati ben 5 mesi, quasi un’eternità per cui, sarà ora di spezzare una collana di insuccessi che forse non ha eguali. Tornare finalmente a vincere, dovrebbe a questo punto diventare un chiodo fisso, per allontanare sin da subito cattivi presagi che per ora gravitano nell’aria. Cercasi disperatamente 3 punti per la prossima primavera.
Z come zig-zag. Le imperiose serpentine firmate da Alberto Regazzoni, dal quale sempre ci si attendono miracoli. Praticamente infallibile dagli undici metri, al capitano rossoblu ci permettiamo di chiedere maggior spettacolo nella seconda parentesi stagionale. I numeri sono dalla sua parte e dovrebbero incontrare anche i favori di Camolese, che forse ancora non é convinto della sua lucidità alla distanza. Ad Alberto, il compito di smentirlo.

Leggi anche questi...