Le imprese di Scienza e Tirapelle e i loro destini paralleli

scritto da Redazione

Un fulmine a ciel sereno nel cuore di chi credeva nell’amore a prima vista. L’uso dell’imperfetto non è casuale né tanto meno inopportuno.

Gli ultimi romantici del gioco del calcio devono ricredersi. In un mondo più di business che di competenze tecniche non c’è più spazio per le favole, progetti e men che meno per i sentimenti. Non c’è stata considerazione per Claudio Raineri, autore della storica impresa in Premier League con il Leicester; figurarsi nel nostro piccolo Ticino.

Tirapelle e Scienza: destini legati e forse nemmeno tanto casualmente. Martedì 18 aprile sarà data da ricordare per l’esoneri di due allenatori che hanno saputo conquistare un posto nel cuore dei rispettivi tifosi, seppur inondati da mille e più difficoltà.

Nessuno avrebbe voluto essere Giuseppe Scienza all’inizio della scorsa estate. Tutti, o quasi, faticano a darsi spiegazioni sull’allontanamento del carismatico allenatore italiano. Nessuno avrebbe voluto essere Scienza perché sembrava poter essere l’ennesimo capro espiatorio di una piazza nemmeno pronta all’inizio del campionato a poche settimane dall’apertura dei giochi. Eppure, partita dopo partita, l’ex Torino si è fatto largo nel cuore dei tifosi rossoblù, diventando icona di un club che da anni, forse, non viveva un attaccamento così profondo verso i colori rossoblù.
A Giuseppe Scienza va riconosciuta l’impresa nell’amalgamare un gruppo giovanissimo, costruito nemmeno troppo sul suo volere. A Giuseppe Scienza va riconosciuta l’impresa di aver reso competitiva una formazione che a giugno ben in pochi avrebbero salvato. A Scienza vanno riconosciuti gli applausi sinceri e spontanei del Riva IV, anche nei momenti di difficoltà. Forse ‘Beppe’ dimenticherà presto l’avventura a Chiasso prendendosi la sua rivincita altrove, ma al Riva IV in pochi sapranno dimenticarlo.

 

 

A Locarno qualche tuono poteva anche esserci stato, ma in pochi avrebbero pronosticato che l’avventura di Tirapelle potesse concludersi prima della fine della stagione. Perché ‘gigi’ è un uomo di campo, uno che si nutre di calcio 25 ore su 24. Un uomo, ancor prima di allenatore, dai sani valori umani e sportivi. Come il collega ‘Scienza’ paga vicissitudini societarie non all’altezza della categoria e comandate da chissà quali movimenti.
Anche all’ex allenatore del Locarno va consegnata la medaglia per il coraggio nell’accettare un incarico simile in un ambiente così caotico. Chi è più vicino all’ambiente della bianche casacche sa quanto Tirapelle ha donato alla causa, sa le parole bloccate in gola che avrebbe voluto urlare al cielo. Ora ‘gigi’ è un uomo libero, salvato dalle sabbie mobili in riva al Verbano.

Oggi, essere credenti nel gioco del calcio è un po’ più difficile per tutti.

 

 

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