L’opinione: Un Chiasso sempre più povero

scritto da awsu

La ripresa del campionato è ormai imminente e i trasferimenti in quello che una volta veniva definito “mercato di riparazione”, sono quasi terminati per tutte le squadre. A meno di colpi a sorpresa, non solo in entrata ma anche in uscita, il Chiasso si appresta quindi ad affrontare il Winterthur in novanta minuti che potrebbero pesare come macigni sul futuro prossimo dei rossoblu. Tre punti rilancerebbero prepotentemente la squadra di Scienza verso una stabilità inedita in questa stagione; d’altro canto una sconfitta acuirebbe le difficoltà in una situazione già di per se non facile. Il Chiasso torna in campo senza due certezze sulla quale il mister ha fatto sempre affidamento, ma in più ha delle autentiche scommesse che per forza di cose non ci si può permettere di perdere. Sarebbe la fine. Lurati e Milosavljevic, inutile girarci attorno, sono stati ceduti troppo in fretta, e poco importa il volere dei giocatori stessi che in estate firmarono un contratto ben più lungo di sei mesi. I soldi incassati dalle cessioni, ça va sans dire, non sono stati reinvestiti nel capitale umano e, al Riva IV sono quindi arrivati il talentuoso Belometti, la promessa mai sbocciata Said e un enfant prodige di nome Marzouk che viene periodicamente rifilato in giro per l’Europa nella speranza (fin ora vana) di un’ipotetica esplosione.
Oltre all’aspetto tecnico, il club di Via Primo Agosto, non ha però saputo chinarsi su un problema ben più radicale ed importante: i suoi tifosi e la sua gente. Un problema? Ebbene sì. Da ormai diversi anni, l’entusiasmo e l’attaccamento a questi colori sono diventati ad appannaggio di pochi instancabili fedelissimi che tuttavia diminuiscono di partita in partita. La dirigenza non sembra volersene preoccupare e non ha nemmeno provato a correre ai ripari promuovendo abbonamenti di mezza stagione o creando qualche iniziativa per riavvicinare le persone al Riva IV.
Peccato, un’altra (delle tante) occasione persa perchè fino a quando non ci si renderà conto che il Chiasso non è dei Persichino, dei Cogliandro o dei Bignotti ma bensì dei suoi tifosi, il trend sarà impossibile da invertire.