Lugano, cinque mesi di passione conclusi dolcemente

scritto da Claudio Paronitti

I ragazzi di mister Pierluigi Tami hanno chiuso l’anno solare 2017 con uno strameritato successo in casa del Thun, fornendo un’ottima prestazione sotto parecchi punti di vista

Il pelo nell’uovo, come dichiarato dallo stesso tecnico ticinese nelle dichiarazioni post-gara, è il non saper chiudere le partite prima del fischio finale del direttore di gara. Anche alla “Stockhorn Arena” è successo, con il punto della sicurezza giunto a pochi secondi dalla conclusione della partita. Certo, i due rigori non concessi avrebbero potuto consentire ai bianconeri una seconda parte un po’ più tranquilla. Senza addentrarci in polemiche con la classe arbitrale, occorre sottolineare come i sottocenerini vengano puntualmente penalizzati in tali circostanze. Non solo nella fredda serata bernese, bensì anche in altre occasioni, come nel concitato finale casalingo di sette giorni or sono, quando Mattia Bottani veniva toccato quel che basta tanto da fargli perdere l’equilibrio. Lo stesso numero 10 è stato steso pure ieri sera, ma né l’arbitro, né tantomeno il segnalinee hanno pensato di concedere il penalty a Jonathan Sabbatini e compagni. A questo punto, il nome del capitano non è casuale. Con la mente torniamo infatti al 26 agosto e all’imponente 4-1 con cui il Lugano superò proprio gli ultimi avversari del 2017. Era il 92′ e, a risultato già conquistato, il centrocampista uruguaiano si conquistò e mise a segno l’unico tiro dal dischetto (!) nelle prime diciannove giornate di campionato. È chiaro che non ci si può sempre lamentare del comportamento delle giacchette nere, però una più equa direzione sarebbe ben accetta.

Il sintetico confederato ha dimostrato una volta ancora che, alla loro trentesima partita in soli cinque mesi, i bianconeri dal punto di vista fisico, tattico, tecnico e quant’altro non sono per nulla inferiori (tutt’altro) alle formazioni che lottano con loro per conquistare, a metà maggio, la salvezza nella massima categoria. La forza della banda guidata dall’alto da Angelo Renzetti sta nell’affiatamento creatosi tra i vari componenti del gruppo, andato a migliorare nettamente con il passare dei giorni e delle settimane. Quindi, che Lugano bisogna attendersi alla ripresa delle ostilità? Innanzitutto, visto che le partite da disputare saranno solamente 17, uno sfoltimento della rosa è un argomento di attualità per la dirigenza. La stessa, per bocca del Presidentissimo, è stata chiara in merito: qualcuno andrà via (anche in prestito) per mettere minuti nelle gambe e ritrovare quel feeling con il rettangolo di gioco perso recentemente. E poi, finalmente, ci si potrà concentrare su vari aspetti dell’allenamento che non si sono potuti mettere in atto da luglio a dicembre, in quanto la preparazione è stata dedicata quasi esclusivamente allo svolgimento delle partite nazionali e internazionali. Giocando ogni tre giorni, infatti, sono state davvero poche le sedute nelle quali i ragazzi si sono accomunati per l’intera durata delle stesse. Infine, quello che pare essere un cruccio che ci si porta dietro da un po’ di tempo: arriverà o non arriverà un bomber capace di scardinare da solo le difese avversarie? Se si presenterà l’opportunità la risposta è positiva, altrimenti questo gruppo ha tutte le qualità per superare chiunque e in qualsiasi occasione. Come ha già dimostrato nelle trenta partite giocate negli ultimi cinque mesi.

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