Lugano, una doppia gioia per chiudere in grande stile il cammino europeo

scritto da Claudio Paronitti

L’ultimo giro sulla giostra europea vede un Lugano da fantascienza nel primo tempo e a difesa del risultato nella ripresa. Alla “Arena Națională” termina 2-1 a favore dei bianconeri, i quali in classifica chiudono al terzo posto a quota 9 punti, uno in meno degli avversari odierni

Se nella gara casalinga erano bastati soli quattordici minuti per scardinare la difesa rossoblù, questa sera in terra rumena ne sono occorsi nemmeno tre. Tanto è servito a Bottani di crossare al centro, a un difensore di casa per respingere di testa e a Daprelà per infilare il punto dell’immediato vantaggio bianconero. Il numero 30, arrivato come un treno dal reparto di sua competenza, si coordina come un goleador nato e s’inventa un mancino di rara precisione che rimbalza appena davanti a Vlad e termina il suo viaggio a mezza altezza nell’angolo alla sinistra dell’estremo difensore. La partita è dunque incanalata sui giusti binari per la banda ticinese, che prende sempre più confidenza man mano che il minutaggio trascorre. L’FCSB si mostra dalle parti di Da Costa attorno al ventesimo e il protagonista è proprio il portiere svizzero-portoghese che respinge un tiro potentissimo dal limite dell’area. Nella fattispecie, i padroni di casa avrebbero dovuto usufruire di un calcio di rigore, in quanto Golemic interviene a gamba altissima sulla nuca di Tanase, che aveva anticipato nettamente il serbo. Fortunatamente, l’arbitro non se ne avvede e decreta il corner. È poi ancora il turno del Lugano, che si propone sempre in fase offensiva. E quando lo fa diventa molto pericoloso e pungente. Come è il caso del 32′, quando Culina crossa sul punto del penalty per Vécsei, il quale controlla, si gira disorientando i difensori e fulmina Vlad con un gran sinistro. Due a zero che potrebbe tramutarsi in tris se non fosse per il miracolo del portiere di casa. Ancora Culina è all’origine dell’azione con un assist per Mariani. La sponda di testa trova Bottani che lascia partire un destro radente su cui Vlad si supera mandando in calcio d’angolo. La prima frazione si chiude con un tiro a giro dei rumeni fuori di poco.

L’autore del secondo gol ticinese viene steso alla prima palla ferma di un certo rilievo per la Steaua. Colpito in pieno volto dal bolide di Coman dal limite dell’area, il guerriero ungherese rimane disteso e intontito per qualche secondo, per poi rialzarsi come se nulla fosse accaduto. All’ora di gioco si risveglia il pubblico rumeno, che aveva fischiato copiosamente i propri beniamini al termine della prima parte di gioco. Gnohéré, entrato poco prima della pausa, prende palla sulla fascia laterale, si accentra e lascia partire un sinistro di per sé innocuo, ma con la deviazione fortuita di Golemic prende una traiettoria quasi imparabile per Da Costa. Osiamo dire quasi perché lo slancio del portiere bianconero non è dei migliori e anche lui se ne accorge con una faccia che dice tutto. I padroni di casa cercano costantemente di indurre in tentazione l’arbitro per mezzo di cadute libere e simulazioni. Il direttore di gara montenegrino non abbocca, dimostrandosi all’altezza della situazione, resa difficoltosa anche dagli spettatori sugli spalti parecchio calorosi. L’esempio di autorità si ha al minuto numero 72, quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Balasa entra in contatto con Golemic. Nel faccia a faccia, il rumeno fa strisciare il suo volto contro quello del serbo, beccandosi un sacrosanto cartellino giallo. L’FCSB prova in tutti i modi a indispettire il Lugano, che si difende con estremo ordine e non lascia spazio alcuno alle folate sempre più offensive dei rossoblù. In questo modo, i contropiedi luganesi possono prendere avvio. E su uno di questi, all’87’, Sabbatini si inserisce nell’area di rigore avversaria con una zampata che termina a lato di poco. Il brivido conclusivo scorre sulla schiena di Da Costa, che stavolta si allunga come si addice a un portiere e manda in calcio d’angolo un tiro beffardo di Gnohéré, destinato comunque sul fondo. L’ultima sfida europea finisce dunque con una vittoria bella e sofferta, ma meritata, per una rimaneggiata formazione sottocenerina che ha onorato fino in fondo l’impegno continentale.

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