Lugano e Tramezzani: partenza o arrivo?

scritto da Flavio Ferraria

D’accordo, mi cospargo felicemente il capo di cenere e ammetto: ho sbagliato quando alla  vigilia del presente campionato, pronosticavo il Lugano in lotta fino all’ultimo con il Vaduz (e Losanna) per non retrocedere. Dopo 30 giornate si può ambire, addirittura al terzo posto, all’Europa League. Il primo artefice dello sconvolgimento dei pronostici quasi unanimi si chiama Paolo Tramezzani, il cui spessore era velato dallo stato di avventizio. Motivi in più per sottolineare i meriti dell’allenatore luganese che potrebbe mettere la ciliegina sulla torta se domenica battesse il Campione Basilea e arrivare alla sesta vittoria consecutiva. Cinque vittorie cinque. Un Lugano che ha preso coscienza della sua forza, ha imparato a gestire le partite, ha trovato il suo assetto tattico. 30 partite 43 punti tutti meritati.

E se non avesse buttato al vento due/tre partite era sicuramente al terzo posto. Adesso si tratta di finire in bellezza, senza sprecare tutto il buono e tutto il bello messi in mostra finora. In prospettiva, l’impresa da compiere riguarda il futuro di questa squadra. Sarebbe un delitto (peggio un errore) sacrificare al dio-mercato gli elementi migliori e, inevitabilmente, arretrare di molte caselle nelle gerarchie. Forse è giunto il momento di non scambiare più certezze con scommesse. Perché dovrebbe partire Alioski? Per quale motivo privarsi di Sadiku?  E dalle ultime notizie dovrebbe partite anche Mister Tramezzani circondato anche lui dalle sirene di club più importanti della Super League.

No, la partita giocata contro il GC, durante la quale il Lugano ha fatto vedere probabilmente il miglior calcio di questa stagione, dovrebbe essere presa come un punto di partenza e non un punto di arrivo. Questo gruppo è un buon gruppo e va cementato. Va rinforzato con acquisti mirati e intelligenti. Due potrebbero essere i “vicini di casa”: Marzouk e Said. A Renzetti gli manca un tassello per essere ricordato come il miglior Presidente del Lugano: bloccare e far sottoscrivere dei nuovi contratti ai migliori giocatori. La società eviti si smantellare la squadra per non ripartire ancora una volta da zero a partire dall’allenatore.

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