Lugano, il pagellone del girone d’andata da record dei bianconeri, il migliore in assoluto dal ritorno nella massima categoria

scritto da Claudio Paronitti

Con 21 punti conquistati in 18 partite di Raiffeisen Super League, il Lugano ha proposto un girone d’andata da record, il migliore in assoluto dal ritorno nella massima categoria del pallone rossocrociato, avvenuta al termine della stagione 2014-2015

Dopo metà del quinto giro sulla giostra più prestigiosa del calcio elvetico, è giunto il momento dei bilanci. A tal proposito, proviamo a cimentarci nel retribuire ogni elemento della rosa bianconera di un voto e di una giustificazione a riguardo. Ecco il nostro super pagellone di fine andata.

David Da Costa – viene utilizzato con il contagocce (una volta in campionato, una in Coppa e una in Europa) non delude le attese riposte in lui, in particolare nelle sfide con Zurigo (0-0) e Dynamo Kiev (1-1). Nel tris di Losanna la squadra subisce una clamorosa imbarcata che affligge pure lui – voto: 4.

Noam Baumann – quando Angelo Renzetti spese 450’000 franchi per acquistarlo, in molti avevano gridato allo scandalo. Invece, ancora una volta, il Près ci ha visto giusto. Il numero 46 conferma il suo talento, ergendosi a muro invalicabile in 9 occasioni stagionali. Questi «cleen sheet» vengono accompagnati da interventi superbi e decisivi contro qualsiasi avversario – voto: 5.

Eloge Yao – difficile capire realmente quale sia la sua attitudine. A volte appare svogliato e fuori completamente dal gioco, altre (come è stato il caso della sfida di Kiev con la Dynamo) è semplicemente incontenibile. Il fatto è che di queste ultime prestazioni ne ha fornite davvero poche. Un vero peccato – voto: 3,5.

Numa Lavanchy – che le sue caratteristiche vengano usate per contribuire alla buona riuscita del reparto arretrato o di quello di mezzo poco importa. La sua impronta sugli incontri è sempre valorosa, anche grazie a due polmoni che sembrano sdoppiarsi in numerose occasioni – voto: 4,5.

Ákos Kecskés – intrattabile di testa, decisamente meno quando ha il pallone tra i piedi. Il giovane ungherese è spesso l’elemento che fa vedere i sorci verdi, ma non agli avversari di turno, bensì ai sostenitori bianconeri – voto: 3,5.

Mijat Marić – nella sua seconda stagione dal ritorno alla casa madre trova pure la rete, risultando, con tre sigilli, uno dei tre bomber del gruppo. Per un difensore centrale è un bottino di rispetto. Esattamente come le sue prestazioni, sempre al top e con pochissime sbavature di rilievo – voto: 5.

Fulvio Sulmoni – un infortunio muscolare, unito alla poca considerazione riposta nei suoi confronti dall’ex tecnico Fabio Celestini, gli nega la gioia di scendere in campo con una certa continuità. Ora che si è ristabilito al 100% (la partita di Kiev ne è la prova tangibile) sarà un elemento su cui fare affidamento per il girone di ritorno – voto: 4.

Fabio Daprelà – mostra sempre i muscoli a chiunque gli si pari di fronte. Ogni tanto è troppo irruento e gli avversari ne approfittano. Commette nel complesso un paio di ingenuità che costano altrettante reti. Tuttavia, si fa valere e con Mijat Marić forma una delle coppie di centrali più affidabili del campionato – voto: 4,5.

Linus Obexer – sotto la gestione di Maurizio Jacobacci, il quale gli dà parecchia fiducia, torna a essere il calciatore che si era messo in mostra con la maglia dell’Aarau la scorsa stagione. La tecnica e la rapidità nell’esecuzione sono solamente due degli atout a sua disposizione – voto: 4,5.

Miroslav Čovilo – anche lui è falcidiato da dolori muscolari quasi inguaribili e che non gli permettono di aiutare come vorrebbe i compagni. Contro il Copenhagen, appena entrato, si divora la chance con il suo colpo preferito, l’inzuccata di testa. Si rifà però successivamente, alzando un muro davanti a sé – voto: 4.

Bálint Vécsei – l’oggetto del mistero del passato si è trasformato in elemento imprescindibile e importante. Quando manca all’appello, la sua assenza si sente. A volte, è vero, si estranea dal gioco. Ma poi si riprende e mostra le sue qualità. Alcune sono ancora nascoste e attendono visibilità – voto: 4,5.

Olivier Custodio – voluto fortemente da Fabio Celestini, fatica assai nell’imporsi all’interno dell’undici di partenza. Con l’avvento di Maurizio Jacobacci, e di un modulo più adatto alle sue caratteristiche, cambia attitudine e atteggiamento. Il tutto a giovamento suo e del gruppo – voto: 4,5.

Sandi Lovrić – il talento austriaco di 21 anni non ha convinto, nonostante le numerose opportunità concessegli. Lento e impacciato nella manovra, il suo acquisto, che pareva essere quello determinante per innalzare il livello, si è rivelato non azzeccato – voto: 3.

Stefano Guidotti – gettato nella mischia un po’ a sorpresa contro il Copenhagen, il giovane centrocampista ticinese non si fa intimorire dalla difficoltà della partita, fornendo una performance di assoluto livello. Piano piano, continuando così, diventerà un elemento pregiato della rosa bianconera – voto: 4,5.

Jonathan Sabbatini – nelle ultime partite un infortunio lo toglie dai giochi, consentendo (senza volerlo) ad altri di mettersi in mostra. Il capitano, che ha tentennato un po’ di tempo prima di rinnovare il suo contratto, ha dimostrato attaccamento alla maglia e al Presidente che lo ha portato in riva al Ceresio, guidando l’ambiente nei momenti più bui. È in questi periodi che si vede un vero leader. E lui lo è – voto: 5.

Francísco Rodríguez – gioca la sua ultima partita a fine ottobre (sconfitta 1-3 con il San Gallo). Dopodiché, un infortunio non gli consente di dare una mano al resto della rosa. Negli istanti in cui calca i vari terreni va a corrente alternata: dopo un inizio positivo si spegne piano piano – voto: 4.

Mattia Bottani – che abbia le qualità balistiche per emergere è fuori dubbio. Che non le mostri a fondo è anche questo fuori questione. Il numero 10 si espone troppo alle sue debolezze e fatica a fare la differenza come richiesto oramai da tanto tempo dalla piazza. I malanni muscolari sono purtroppo all’ordine del giorno – voto: 3,5.

Domen Črnigoj – quando sembrava pronto a tornare, un dolore di troppo lo fa rientrare in infermeria. Gioca pochi spezzoni di gara (tre entro i confini nazionali e uno su suolo continentale). Un minutaggio impossibile per poterlo valutare completamente – voto: s.v.

Nicola Dalmonte – arrivato a Lugano in condizioni fisiche non ottimali, entra quasi subito in forma, dimostrandosi un «peperino» sulla fascia. Più adatto al puro gioco offensivo che alla manovra di ripiegamento, il suo inserimento nella squadra titolare non sempre è sinonimo di risultati – voto: 3,5.

Marco Aratore – giunto al Sud delle Alpi grazie a un prestito dai russi dell’Ural Yekaterinburg, l’esterno offensivo si propone al grande pubblico per le sue giocate di alta qualità, come il destro a giro all’incrocio dei pali (un aspetto sempre presente nel suo repertorio) all’esordio in quel di Zurigo. In campo in ogni occasione, salta un solo incontro per squalifica – voto: 5.

Filip Holender – vale un po’ lo stesso discorso fatto per Sandi Lovrić. Rispetto all’austriaco, ha però la fortuna di giocare di più. Non sempre appare «sul pezzo» e, dulcis in fundo, si divora una rete (domenica contro lo Young Boys) che gli avrebbe potuto permettere di entrare nei cuori dei fans sottocenerini – voto: 3,5.

Alexander Gerndt – il rinnovo di contratto siglato a inizio stagione sembra avergli tarpato le ali, tanto da non farlo rendere come capitato, ad esempio, la passata stagione. Le dodici apparizioni e gli zero sigilli personali in campionato (una sola, bellissima, rete in Europa nella sua Svezia a Malmö) sono la conferma delle difficoltà che il centravanti scandinavo ha incontrato in questo girone d’andata – voto: 3,5.

Carlinhos Júnior – prima le promesse di vendita e poi la permanenza definitiva in bianconero. La giostra di emozioni che vive il brasiliano sono tali da non consentirgli di dare il massimo di sé. Lo si nota molto spesso all’interno della stessa partita, in cui va a corrente alternata, mostrando giocate positive e meno buone – voto: 4,5.

Franklin Sasere – il giovane nigeriano, approdato sotto le volte di Cornaredo a stagione in corso, ha vestito la maglia della prima squadra in quattro spezzoni di gara (tutte le competizioni incluse). Con la Under 21 va inoltre a segno al suo debutto. Il futuro è tutto dalla sua parte. Difficile comunque valutare le sue performance nella massima serie – voto: s.v.

Fabio Celestini – lascia la squadra con due vittorie, quattro pareggi e altrettanti sconfitte in campionato, a cui si uniscono la terribile uscita di scena in Coppa nella natìa Losanna e un solo punto in Europa. Il suo esonero, giunto dopo l’1-3 con il San Gallo, è risultato inevitabile, perché, nonostante continuasse a sostenere che la squadra giocava alla pari con le avversarie e che i problemi sarebbero stati risolti, non si vedeva una via d’uscita – voto: 3.

Maurizio Jacobacci – in nemmeno due mesi alla guida del Lugano ha conquistato la bellezza di 1,83 punti a partita. Riesce inoltre nell’impresa tentata a lungo dal suo predecessore, ma mai portata a termine: vincere davanti al pubblico amico (1-0 sul Servette) e dare un gioco propositivo e divertente da vedere, sia dall’interno che dall’esterno, a una squadra a cui mancava un personaggio che sapesse mettere i paletti e non lasciasse troppa libertà. Il suo è stato un lavoro sul mentale di ogni singolo. In breve tempo, il nuovo condottiero ha avuto la capacità di toccare i punti giusti che hanno fatto svoltare i ragazzi nell’ultimo periodo – voto: 5.

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